Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

10 marzo 2025

L'Interesse Nazionale prevalga sul riarmo della Von der Leyen

Leggo di interviste che un imbolsito signore di 86 anni, che già tanti danni ha causato con le sue privatizzazioni in perdita (per la Nazione), le tasse imposte da due governi per poi passare a presiedere la commissione europea, rilascia a manca ed a manca (non è un errore ...) per sostenere, ancora oggi, interessi estranei a quelli dell'Italia e degli Italiani.

Non passa argomento che costui non si schieri a favore di coloro che vorrebbero sempre più rinunciare ad altri pezzi di Sovranità Nazionale, per delegarla ai parrucconi suoi simili e con passaporto tedesco o francese.

L'ultima è sulle armi e sul suo sostegno al riarmo vagheggiato dalla Von der Leyen.

Uno sproloquio sull'europa unita che potrebbe fermare la Russia.

Costui non si rende conto di aver sostenuto le tesi che i suoi compagni hanno tanto dileggiato negli anni Ottanta quando ad esporle era il Presidente Ronald Reagan che attuò una politica, i cui frutti arrivarono con il suo successore George H. W. Bush, quando l'Unione Sovietica crollò non essendo in grado di sostenere le spese cui era stata costretta dalla politica non più difensiva, ma aggressiva di Reagan.

Ma allora la competizione era tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti erano una Nazione sola, con un Presidente eletto dal Popolo (e amato dal Popolo, non certo come la Von der Leyen !), un solo Esercito, una sola politica estera.

Qui abbiamo 27 stati, ognuno con un capo di stato o di governo, con 27 eserciti, 27 ministri degli esteri e molteplici armamenti, munizionamenti, fabbriche di armi.

Quali carri armati si dovrebbero produrre se ci sono almeno tre tipologie di mezzi, fabbricati in tre differenti stati da tre diverse fabbriche in concorrenza tra loro ?

Chi dovrebbe, in sostanza, chiudere la sua fabbrica ?

Analogamente possiamo dire di navi da guerra, aerei da combattimento, batterie missilistiche e per tutti gli armamenti individuali ed i rifornimenti di munizioni.

E' una situazione di gran lunga peggiore di quella che, a metà degli anni Settanta, coinvolse il sistema per le imminenti trasmissioni della televisione a colore.

Non so quanti se ne ricordino: PAl (tedesco) e SECAM (francese) ?

Prevalse il PAL, ma i francesi non lo accettarono e continuarono ad usare il loro secam diffuso in una minoranza di stati, così adesso esistono ancora entrambi (oltre, per la precisione, l'NTSC americano, ma in Italia si parlò solo di pal o secam).

Se per una questione ridicola (quale sistema per la televisione a colori) non si è trovato un accordo unitario perchè ogni nazione ha (giustamente !) difeso le proprie aziende, come si può pensare che lo si raggiunga in un settore di gran lunga più sensibile e in relazione ad una industria, quella degli armamenti, che muove ben più miliardi ?

Fino ad ora la Meloni si è comportata molto bene, anteponendo l'Interesse Nazionale alle fughe in avanti (e anche quelle in retromarcia dei soliti mai goduti pacifinti a cominciare dai cinque stelle e dall'ala Schlein dei cattocomunisti) ed evitando di prendere impegni o di rinunciare alla Sovranità sulle proprie Forze Armate e sul loro utilizzo, ma le pressioni immagino siano molto forti, proprio perchè gli interessi (economici e non solo) in ballo sono tanti.

Invece di dividersi in un tifo ignorante tra sostenitori di Kiev e di Mosca, guardiamo qual è l'interesse dell'Italia.

E l'unica risposta valida è che l'Interesse Nazionale dell'Italia e degli Italiani è di avere Forze Armate addestrate, pronte all'utilizzo, bene armate, poste sotto il comando esclusivo del Governo di Roma, che utilizzino armamenti costruiti in Italia, da fabbriche italiane o, almeno, con la partecipazione paritaria delle aziende italiane.

Il tutto nel quadro della Nato, unica alleanza che, come dimostrano i rovesci degli ucraini nel momento in cui gli Stati Uniti hanno interrotto la collaborazione, è, qui e ora, il miglior deterrente contro ogni aggressore esterno.

Tutto il resto sono vagheggiamenti su un futuro distopico che troverebbe miglior collocazione in un romanzo di fantascienza.



09 marzo 2025

Le quinte colonne nemiche della Nazione Italiana

La Storia dell'Italia è, purtroppo, costellata di sgambetti fratricidi e se il principale ostacolo alla creazione di uno stato nazionale in contemporanea con quelli che poi mandarono i loro eserciti in giro per l'Europa, fu il papato, ci hanno messo del loro (e tanto) pure i piccoli feudatari, duca di questo, granduca di quello, che, di volta in volta, hanno chiamato francesi, austriaci, spagnoli in Italia, concedendo loro il diritto alla razzia, pur di evitare che qualcuno potesse emergere e unificare la nostra Patria.

Contro Venezia, il più grande, longevo e potente tra gli stati italiani del dopo Roma, ci si misero pure i francesi con Napoleone che, dopo averla conquistata, la vendette agli austriaci che si guardarono bene, al Congresso di Vienna, di restaurare la Serenissima Repubblica come avevano restaurato tutti i piccoli ducati e granducati.

Solo un grande Uomo, Camillo Cavour, riuscì a giocare su più tavoli e fece emergere lo spirito unitario al seguito dei Savoia (anche se il disegno di Cavour riguardava il centro nord Italia, poi il Destino, con i colori dell'Inghilterra che favorì la spedizione dei Mille, spinse fortunatamente per l'Unità di tutto lo Stivale).

Ma la nostra unità è storicamente recente e, infatti, ci sono ancora le pulsioni alla divisione, alla chiamata dello straniero nella convinzione che possa favorire il piccolo orticello personale a scapito di un disegno più ampio e nazionale.

Le divisioni non sono (non completamente, almeno) territoriali, ma ideologiche e i principali artefici sono quelli che, da sempre, fanno riferimento a correnti di pensiero anti nazionali e quindi anti italiane: socialcomunisti e cattolici.

I primi da sempre contrari alla Nazione, come dimostrarono con il loro neutralismo nel 1914, i secondi perchè, sia pur in numero sempre più ridotto, considerano lo Stato Nazionale un usurpatore del potere temporale del pontefice (è un semplificare, lo so: questo non è un trattato di Storia, ma un commento su uno strumento social).

Questi soggetti, più o meno assemblati assieme, sono oggi le quinte colonne che ostacolano lo sviluppo dell'Italia.

Caduto il comunismo e archiviate le internazionali rosse, adesso hanno trovato nell'unione europea il nuovo idolo d'oro da venerare e anteporre all'Interesse Nazionale, esattamente come quei cattolici che, dimentichi del ruolo della religione come strumento di consolazione e di visione per quel grande mistero che è l'Oltre Vita, credono di porsi un'aureola di santità perseguendo ogni interesse, tranne quello della propria Nazione e dei propri Connazionali.

Possiamo solo immaginare dove saremmo se tutti operassimo avendo come Stella Polare l'Interesse Nazionale e non internazionalismi o universalismi più o meno utopici.

Dobbiamo prendere atto che i primi nemici degli Italiani sono altri italiani che, abbagliati dall'erba del vicino, danneggiano quella del nostro giardino, senza capire che è anche la loro erba e, come i duchi e i granduchi dei minuscoli staterelli comunali ante unitari, sono giustamente considerati e trattati come i valletti (finchè va bene ...) di quello straniero ai cui piedi si prostrano senza pudore.

08 marzo 2025

Le campagne di Russia da Napoleone ed Hitler a Macron e la Von der Leyen

In Europa girano alcuni personaggi ormai squalificati in patria e all'estero, che però, per le regole che vigono nelle democrazie, riescono ancora ad avere una platea in ascolto.

In particolare vediamo una esile baronessa tedesca che con una retorica d'altri tempi, istiga al riarmo in parallelo con uno sconfitto presidente francese che "offre" un ombrello nucleare inutile anche per difendere la sola Francia.

Non ricordo a chi sia attribuita la frase "la Storia si ripete sempre due volte. La prima finisce in tragedia, la seconda in farsa", ma con la Von der Leyen e con Macron si sta per realizzare proprio tale profezia.

Hitler scatenò la guerra contro l'Unione Sovietica, invadendola e fu una tragedia.

Oggi la Von der Leyen vuole riamare l'Europa intera e, con i suoi feldmarescialli l'estone Kaja Kallas e il portoghese Costa, vuole sconfiggere la Russia e finirà in farsa come è inevitabile considerato il livello delle due.

Analogamente se procediamo ad un confronto tra Napoleone, che nella sua immensa superbia provò ad invadere la Russia zarista, finendo con il perdere tutto, oltre a far morire migliaia di francesi e Macron che si sente evidentemente la reincarnazione di Napoleone, non rendendosi conto di esserne solo la parodia.

E' giusto che le nazioni europee provvedano alla propria difesa, come è sempre stato fatto ed è corretto che ognuno fornisca il suo apporto ad una alleanza difensivi che già c'è, senza fare la furbizia di adagiarsi sotto la protezione di un alleato particolarmente potente al quale demandare gli oneri economici della propria difesa.

In questo quadro l'aumento delle spese per armamenti e risorse non sarebbe mai dovuto venir meno ed essere costante, anno dopo anno, l'aumento delle spese militari.

Ma la trasformazione della nostra economia in una economia di guerra non ha alcun motivo di essere.

La Russia non è in grado, anche volendolo e non credo che abbia tale volontà, di affrontare gli eserciti, pur malmessi, dell'Occidente.

Invece è necessario aumentare gradualmente la spesa militare per evitare che l'onere della difesa ricada esclusivamente sugli Stati Uniti e per avere anche una forza di intervento che possa tutelare gli Interessi Nazionali in ogni parte del mondo, garantendo la libertà di navigazione e di approvvigionamento e trasporto delle marci.

Ogni altra ipotesi riguarda le farsesche ambizioni di una baronessa tedesca e di un presidente francese che, ormai ai minimi termini in patria, forse vorrebbe imitare il comico di Kiev e, con la scusa di una guerra, sospendere e rinviare sine die ogni elezione per poter restare a vita nella sua posizione.

07 marzo 2025

Altra sentenza contro l'Interesse Nazionale

La notizia è fresca di giornata e mette in secondo piano il farsesco piano di riarmo della Von der Leyen: la corte di cassazione ha deciso che l'Italia dovrà risarcire i "danni non patrimoniali" dei clandestini imbarcati sulla Diciotti.

Non è reato trattenerli a bordo (Salvini assolto) ma dovrebbero essere risarciti.

A spese nostre.

Il tutto in linea con tutte le sentenze che impongono alle vittime che, reagendo, neutralizzano i banditi, di pagare un risarcimento ai famigliari dei criminali abbattuti.

Mi auguro che il Governo, oltre a reagire, come ha fatto, con parole che sottoscrivo, decida di non procedere ad alcun esborso e, se proprio deve, recuperi quegli esborsi risparmiando sulle scorte ai magistrati e sulla disponibilità di agenti per la Polizia Giudiziaria.

Poi ci sarebbe da attingere al fondo stipendi dei magistrati che, con una media di 150mila euro pro capite all'anno, hanno un'ampia disponibilità per un contributo di solidarietà a favore del risarcimento dei clandestini.

Nel momento in cui giudici e pubblici ministeri, assieme, contestano la riforma della giustizia, chi può credere che anche questa sentenza non sia una ritorsione contro il Governo Meloni ?

Cattocomunisti a parte che adesso hanno un altro argomento sul quale latrare (ma come farebbero se non ci fossero gli assist dei magistrati ?).

I clandestini trasgrediscono alla legge fondamentale di ogni stato, perchè violare i confini è il principale atto di violenza contro una intera comunità e, in tempi poi non tanto remoti, chi ci provava rischiava di essere messo a morte in modo atroce, certo non di essere alloggiato, nutrito, curato, istruito.

I clandestini (e chi li trasporta) dovrebbero essere soggetti solo ad un provvedimento amministrativo di espulsione immediata.

Chi li coccola e ne accoglie le pretese, danneggia l'Interesse Nazionale e provoca una legittima irritazione che allontana ogni, vaga, ipotesi di inclusione e accoglienza.

Senza eccezioni.


06 marzo 2025

Giustizia, riforma ineludibile

Ieri il Presidente del Consiglio, che oggi dovrà difendere l'Interesse Nazionale dalle follie belliciste di alcuni parrucconi europei che vorrebbero mandare i nostri ragazzi a morire per un mediocre comico ucraino, ha avuto due incontri sul tema della giustizia.

Un primo incontro con le Camere Penali ed un secondo incontro con l'Associazione Nazionale Magistrati.

Tutte le notizie in cronaca, avrebbe urlato lo strillone di cinquanta anni fa, per cui non ripropongo il riassunto dei comunicati già ampiamente riassunti e interpretati da tutti i quotidiani.

Pongo invece l'accento sul fatto che si siano ritrovati con il Governo due parti e non tre come dovrebbe essere se fosse applicato correttamente l'art. 111 della costituzione che, al secondo comma, recita "Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale." e che implica che in un processo per definizione costituzionale "giusto", le parti debbano essere tre: difesa, accusa e giudice.

Basta questo fatto per dimostrare che la "separazione delle carriere" è una necessità, come giustamente ha affermato la Meloni, "ineludibile".

Proprio con la riunione di ieri abbiamo invece visto che da una parte c'è la Difesa, dall'altra, assieme sulla stessa parte della barricata, l'Accusa e i Giudici e, infatti, pubblici ministeri e giudici, si sono presentati assieme, "vicini vicini" direbbero a Striscia la Notizia, per sostenere una posizione unica che fa a pugni con la pretesa di parità tra difesa e accusa e, soprattutto, con la pretesa imparzialità del giudice che, così, è plasticamente dimostrato che non è "terzo".

05 marzo 2025

Con quali soldi, Von der Leyen ?

La Von der Leyen, dopo una notte probabilmente piena di incubi popolati da cosacchi che facevano abbeverare i loro cavalli nel Reno, ha annunciato un piano per 800 miliardi di euro in armamenti.

La scusa è il disimpegno americano in Ucraina, ma è una bufala perchè, se anche quegli 800 miliardi fossero immediatamente liquidi e utilizzabili, le armi vanno costruite e ci vuole tempo, soprattutto se non vogliamo che la fretta consegni ai nostri eserciti armi che si rompono al primo uso.

E mentre si riattivano le fabbriche di armi, la Russia, se non si farà la pace, si papperebbe tutta l'Ucraina.

E Zelensky ci è arrivato a capirlo, tanto da andare a Canossa da Trump (con un video di scuse, per ora), dimostrando quanto poco consideri affidabile la protezione dei Macron e degli Starmer.

Che le nazioni europee (non l'unione europea che farebbe un pessimo uso di forze armate poste al suo esclusivo comando !) debbano aumentare gli stanziamenti per le armi è una necessità sollevata già nel primo mandato di Trump e poi accantonata con Biden.

E' giusto che ogni nazione si doti di Forze Armate adeguate a difenderne i confini ed a tutelare gli interessi nazionali all'estero, ad esempio per mantenere libere le vie di comunicazioni navali e di afflusso delle materie prime.

Non è invece plausibile che ci si armi per fare la guerra contro una nazione, la Russia, che invece dobbiamo recuperare alla Civiltà Occidentale, sottraendola all'esiziale abbraccio con la Cina e l'Islam estremista, culture, quelli sì regimi, comunista e teocratico, ostili alla Civiltà Occidentale.

La pace in Ucraina, la restituzione dei beni confiscati ai russi, la cancellazione di ogni (ridicolo) provvedimento giudiziario contro Putin e i capi del Cremlino, la riproposizione del G8 con la Russia membro a pieno titolo, sono obiettivi possibili da raggiungere in breve tempo, basta la volontà politica.

La ripresa dei rapporti con la Russia renderebbe superflua la fanfaronata della baronessa tedesca che ci ha detto quanto, ma si è ben guardata dal dirci come intende trovare quegli 800 miliardi da sperperare in armi nell'idea che la Russia sia nostra nemica.

L'Europa si riarmi, certo, ma non per fare la guerra alla Russia, per difendere i propri confini da invasori subdoli, come i clandestini portati dalle ong, ma non per questo meno pericolosi di un esercito.

L'Europa si riarmi per difendere le nazioni sovrane dalle mire di regimi teocratici o socialisti come è accaduto per il Kuwait contro l'Iraq e come potrebbe accadere per Formosa contro la Cina.

Ma ogni nazione deve poterlo decidere in piena autonomia, mantenendo tutto l'armamento sotto il proprio esclusivo comando.

L'unione europea, semmai, la smetta di comportarsi come un contabile fastidioso che impedisce alle nazioni di spendere in base alle proprie necessità, comprimendole in una soffocante cappa chiamata patto di stabilità.


04 marzo 2025

Verso l'archiviazione delle follie ecoambientaliste

Ieri la Von der Leyen ha annunciato che proporrà un rinvio di tre anni alle multe nei confronti di produttori auto che non riuscissero a vendere una percentuale di auto elettriche prefissato in rapporto a quelle a combustione tradizionale.

Non è molto, ma è un primo segnale di rinsavimento da parte dei parrucconi europei dopo la sbornia verde e il brusco risveglio dei bilanci statali e aziendali.

Rinvio non vuol dire eliminazione ma è il frutto di un nuovo rapporto di forze elettorali e governative nell'unione europea, dove i partiti di destra, nazionalisti, sovranisti e conservatori, stanno sempre più acquisendo consensi sull'onda di quel buon senso che si traduce in buon governo e che, sulla spinta di verdi e socialisti, i burocrati di Bruxelles avevano completamente smarrito.

Rinvio non vuol ancora dire ritorno ad una sana economia di mercato, dove i produttori di un bene, diciamo l'automobile, ma potrebbe essere qualunque bene o servizio offerto ai consumatori, propongono il proprio articolo, senza agevolazioni nè penalizzazioni da parte dello stato o, in un mercato comune, degli stati, per consentire a noi consumatori di scegliere quello che meglio si addice alla nostra sensibilità, utilità e capacità di spesa.

E sia il Mercato, cioè noi consumatori, a decretare chi guadagna e chi deve riconvertirsi e ingegnarsi per proporre un nuovo modello che attiri gli acquisti.

Questo si chiama PROGRESSO, perchè induce a cercare di superare il prodotto altrui, sulla base di una concorrenza non inquinata da agevolazioni, penalizzazioni, rottamazioni, bensì fondata solo sul rapporto, che ognuno di noi consumatori sa fare benissimo per se stesso, tra qualità del prodotto e prezzo.

Siamo ancora lontano dall'entrare in tale circolo virtuoso, ma intanto non possiamo che accogliere con soddisfazione questo piccolo, primo passo e, spesso, il primo passo è quello più difficile.


03 marzo 2025

Qual è l'Interesse Nazionale dell'Italia ?

Qual è l'interesse degli Italiani ?

E' l'unica domanda che dobbiamo porci ed a cui rispondere, approcciando i temi di politica interna, estera o economica.

Vale anche per il confronto tra Russia e Ucraina.

Giustamente e dimostrando una visione e una mentalità da statista, la Meloni ha criticato le tifoserie di una parte e dell'altra, probabilmente pensando allo squallore delle manifestazioni di piazza con bandiere a noi estranee come quella ucraina e quella dell'unione europea.

Non ha importanza determinare chi sia l'aggredito o l'aggressore, se mai ci si riuscisse visto che ci sono argomentazioni valide per l'uno e per l'altro contendente, perchè quello sarebbe un elemento di valutazione sulla affidabilità degli interlocutori, non una risposta a quale sia l'Interesse Nazionale dell'Italia.

Ciò che importa è determinare l'utile che possiamo conseguire come Italia ed Italiani e, finora, abbiamo solo avuto dei danni.

Paghiamo di più il gas, le bollette sono aumentate e dobbiamo in parte accollarle su un bilancio dello stato già eccessivamente passivo.

Inoltre abbiamo finanziato un personaggio con il quale non prenderei un caffè, che, per riassumerne lo spessore, si presenta alla Casa Bianca e a Palazzo Reale in mimetica (io non l'avrei neppure fatto entrare, finchè non si fosse cambiato, indossando un vestito, una cravatta e una camicia pulita !) senza aver conoscenza di alcun rendiconto sull'uso dei nostri soldi.

Ma la valutazione dell'Interesse Nazionale non può essere solo una partita doppia contabile del dare e dell'avere, in politica bisogna anche guardare al quadro generale.

Dobbiamo accettare che non siamo in una bolla isolata, ma ormai siamo tutti dipendenti o condizionati dalle scelte altrui e quindi, nel momento in cui tutti gli stati occidentali e, soprattutto, gli Stati Uniti si schieravano con l'Ucraina, sarebbe stato contro il nostro interesse fluttuare in modo ambiguo.

Magari, con il senno di poi, si poteva pensare ad un approccio più andreottiano, per tenerci aperta la possibilità di diventare il ponte non solo, come è adesso con la Meloni, tra gli Stati Uniti e l'unione europea, ma anche tra l'Occidente e la Russia.

Così non è stato e la Meloni sta gestendo in modo intelligente una situazione esplosiva che non si risolve certo con le manifestazioni di piazza organizzate da gente che vorrebbe mandare gli ALTRI al fronte, ma se ne guarda attentamente dal partire volontaria, per combattere in prima persona.

Dalla riunione (troppo vasta) di ieri, la Meloni è uscita con due importanti capisaldi:

1 - non è mai stata sul tavolo l'ipotesi di inviare soldati Italiani in Ucraina: non manderà a morire degli Italiani per Kiev;

2 - ogni soluzione passa attraverso l'unità dell'Occidente, senza fughe in avanti.

Del resto non si creda che i "buoni" si spendano per l'Ucraina !

Il Regno Unito ha l'occasione, adesso che è fuori dalla ue, di accrescere la sua influenza  e il ritorno economico con le ricchezze ucraine, al punto che i partiti tradizionali (Conservatori e Liberaldemocratici) di opposizione a Starmer ne sostengono l'interventismo come attestano gli interventi su X di Boris Johnson.

La Francia o, meglio, Macron cerca di coprire le sue imbarazzanti incapacità e fallimenti di governo rilanciando una politica estera da potenza, quando ormai tutti sappiamo che i francesi, con la loro arroganza, fanno solo disastri.

Dal Vietnam e dall'Algeria da cui sono fuggiti incuranti delle macerie che lasciavano, fino alle odierne ritirate, senza onore, dalle ex colonie africane, dalle quali vengono cacciati senza alcun ringraziamento.

Il Canada e, anche qui, meglio parlare di Trudeau ha visto l'occasione per risalire nei sondaggi, solleticando l'orgoglio nazionale nei confronti del vicino Statunitense, mentre la Turchia cerca di guadagnare posizioni in una ambigua sponda tra Occidente e Russia.

La Danimarca, difende un'isola, la Groenlandia, che non è sua ma che vuole conservare sotto la propria sovranità per ragioni prettamente economiche.

Gli Stati Uniti, che puntano alle terre rare ucraine, ma anche a staccare la Russia dal vero pericolo per tutto l'Occidente: la Cina.

Tutti, naturalmente, tranne forse Trump che da imprenditore è quello più diretto e onesto, coprono le loro brame con nobili parole, uno tsunami di nobili parole, alle quali però bisogna fare una tara accurata.

Quindi, prima di assumere una posizione, non c'è nulla di male se si valutasse quale possa essere l'Interesse Nazionale per l'Italia e gli Italiani.

Concediamo pure la libertà di sproloquio sui massimi sistema, ma l'obiettivo da conseguire è ottenere più Sicurezza e più Benessere per gli Italia.

Il resto, dopo.

02 marzo 2025

Ritorno al futuro

Venerdì scorso, quando i cattocomunisti recitavano il loro abituale latrato "la Meloni venga in parlamento", alternato al ritornello "si dimetta Tizio", il Governo ha assunto importanti decisioni in tema di energia, cioè in una materia di capitale importanza per la nostra vita, perchè coinvolge sia l'aspetto produttivo, che quello, semplicemente, del vivere bene, dimostrando che conta di più agire che non gli sbrodolamenti di parole nelle aule parlamentari.

Non parlo dell'intervento tendente, senza alterare il Mercato, ad alleviare temporaneamente il costo dell'energia, elevatosi a causa delle tensioni mondiali, ma anche e soprattutto per l'insipienza dell'unione europea che impone tassazioni per orientare le scelte dei consumatori, quanto del disegno di legge per il ritorno al nucleare, stoltamente bloccato con due referendum nel 1987 e nel 2011, in concomitanza e sull'onda emotiva di due eventi (tra loro molto differenti) che coinvolsero le centrali nucleari di Chernobyl e Fukushima.

Già il fatto di aver votato a seguito di due eventi irripetibili è la dimostrazione di quanto sia stata avventata la scelta di abbandonare il nucleare e mi piace, sempre, ricordare che in entrambe le occasioni votai (o mi astenni dall'andare a votare) a sostegno del mantenimento del programma nucleare.

Quindi, a ragion veduta, considero il nuovo ddl del Governo Meloni, che ci consentirebbe di produrre di nuovo energia nucleare dal 2030, un ritorno a quel futuro che la ipocrisia di pochi e la miopia di molti ci hanno precluso nel 1987 e nel 2011.

I costi odierni dell'energia in Italia sono quattro volte superiori a quelli francesi perchè in Francia ci sono 58 reattori nucleari che producono energia pulita, tenendo bassi i costi e, anzi, vendendola alle nazioni confinanti come l'Italia che, con la stupida rinuncia al nucleare, ottenne di privarsi di energia illimitata senza eliminare il rischio a causa delle centrali costruite, ai nostri confini, dai nostri vicini svizzeri e francesi.

Il Governo di Centro Destra ha scelto perfettamente di far nuovamente marciare l'Italia verso il futuro perchè l'energia è, da sempre, un volano di ricchezza e le follie ambientaliste dell'unione europea sono destinate ad essere pagate da chi dovesse crederci e applicarle e quindi a fallire miseramente con tutti coloro che le vorranno seguire fideisticamente.

Come sta accadendo adesso alle nostre bollette caricate dai costi della tassazione imposta dall'europa sul consumo di CO2 e per incentivare quelle forme asseritamente alternative (ma in realtà solo dispersive) che per essere realizzate hanno bisogno di tanti soldi che vengono sottratti, con ricarichi sulle bollette, ai nostri risparmi ed ad un uso migliore e più produttivo.

Le centrali nucleari porranno rimedio ad una simile stortura e saranno un potente deterrente all'aumento dei costi, consentendo all'Italia di usare energia senza limiti ed a costi contenuti.

Certamente ci vorrà del tempo, certamente abbiamo perso anni, gli undici anni di governi cattocomunisti da Monti a Draghi, per ricominciare a guardare avanti, ma è un ulteriore riconoscimento per questo Governo perchè, come disse De Gasperi "Un politico pensa alle elezioni. Uno statista alle prossime generazioni.".


01 marzo 2025

Vincere la pace con Trump e Vance o perdere la guerra con Zelensky

Comunque la si pensi sulla operazione militare speciale in Ucraina della Russia (e personalmente credo che MAI avremmo dovuto rinunciare al gas russo, subendo le bollette che stiamo pagando oggi) ieri è andata in scena in mondovisione la prima, trasparente riunione tra capi di stato.

Eravamo abituati a quei comunicati ipocriti che parlavano di "franco scambio di vedute" e abbiamo potuto invece assistere ad un confronto senza fronzoli, in cui Trump e Vance hanno detto a Zelensky quello che molti di noi avrebbero voluto dirgli da tempo (e anche con meno eleganza).

Abbiamo sperperato denaro per tre anni per supportare quello che, sin dall'inizio, molti di noi vedevano come un comico fallito, regalando la Russia alla Cina, solo perchè una consorteria di affaristi in combutta con le lobbies di chi vuole veder deragliare la Civiltà Occidentale, ha provato ad eliminare dal gioco un baluardo della Tradizione: la Russia.

Ma abbiamo anche visto un qualcosa che pochi commentatori (e solo di sfuggita) hanno rilevato: il dopo Trump è in mani sicure.

Il Vicepresidente Vance ha una presenza sulla scena internazionale come mai un vicepresidente ha avuto in precedenza e lo ha dimostrato non solo ieri con Zelensky, ma anche a Monaco con un discorso che si può sottoscrivere in ogni passaggio.

E' certo che l'America che si è svegliata non piaccia ai parrucconi di una unione europea in cui ognuno cerca di acquisire posizioni di vantaggio, senza Valori nè Ideali, a scapito dei propri vicini, alla faccia delle parole di facciata.

Difficile sarà il compito della Meloni, domani e Londra e il 6 a Bruxelles, per svolgere quel ruolo da ponte che la sua vicinanza a Trump le ha consegnato, pur nella appartenenza dell'Italia all'unione europea.

Difficile anche perchè da un lato subirà le pressioni del Quirinale, da tempo schierato con i falchi da guerra antirussi, dall'altra credo sappia perfettamente che gran parte, se non tutto, il suo elettorato è, sin dall'inizio, orientato più a favore di Putin che di Zelensky.

Con questa vicenda, abbiamo visto come il pacifismo millantato dalla sinistra, si dissolva come neve al sole alla prima occasione in cui i suoi referenti internazionali cambino registro e sostengano le operazioni militari.

Biancaneve e i sette nani, infatti, si sono subito schierati con Zelensky, cioè a favore di chi lo sostiene per continuare una guerra che, oltre a provocare centinaia di migliaia di vittime tra russi e ucraini, allontana la Russia dall'Occidente e allontana i rifornimenti di materie prime della Russia dall'Occidente, impoverendo tutti noi, con bollette energetiche insostenibili nel lungo periodo.

Ma Trump e Vance ci hanno ieri dimostrato che l'America si è svegliata ed è tornata in campo per giocare e non più per subire.