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21 gennaio 2017

Ipocrisia di potere


Oggi che sono al governo, i comunisti chiedono, anzi pretendono, quel che hanno sempre negato quando al governo c'era Berlusconi: unità e coesione per far fronte ad una serie di disastri naturali come il terremoto e le nevicate.
Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad una passerella di personaggi (Mattarella, Gentiloni, Errani, Bubbico ...) che in video e in voce hanno dato la stura ad un mieloso coro.
L'unica voce che stona (e fa bene) è Salvini che ha dichiarato, papale papale, che solo il pci/pds/ds/pd poteva affidare una situazione di emergenza ad un politico (generosa qualifica, Errani mi pare più il frutto della burocrazia di un partito) .
Infatti le lacune sono evidenti e i quotidiani le stanno raccontando.
Persino un giornale come Il Resto del Carlino, filorenziano, schieratissimo con il governo, ha pubblicato un editoriale del Direttore Andrea Cangini che sintetizza le lacune evidenti ed emerse.
Ma il partitone si chiude a riccio e accusa di "sciacallaggio" chi critica.
Eppure è evidente a tutti la differenza tra alcune situazioni precedenti (Friuli, L'Aquila) e quella odierna.
Zamberletti e Bertolaso avranno anche tracimato dai limiti, avranno poi avuto anche delle indagini, ma avevano il potere, concentrato nelle loro mani e l'autorevolezza, il carattere, per decidere, per intervenire.
Qui assistiamo solo a delle passerelle, ascoltiamo una miriade di belle e retoriche parole ma non vediamo altrettanta capacità di comando.
Non è che manchi la "catena di comando" è che sono troppi a comandare.
Sento poi che anche la magistratura non si tira indietro e, tanto per dare una mano, apre un fascicolo per omicidio colposo con relative indagini che avranno necessità di inquirenti sul posto, presumibilmente a pestare i piedi ai soccorritori ed a fare le pulci alla Protezione Civile.
Allora è una ipocrisia chiedere il silenzio per supportare l'omertà sugli errori e sulla incapacità.
Dovrebbe essere chiaro che con eventi catastrofici come un terremoto, una inondazione, una valanga, il capo della Protezione Civile deve assumere il comando assoluto.
Non esiste presidente del consiglio o della repubblica, non esiste procuratore, comandante dei Carabinieri, Prefetto o Questore.
A maggior ragione non deve esistere una figura come quella di Errani che, a vederlo alle spalle dell'ing. Curcio mi ha fatto venire in mente il commissario politico che la defunta Unione Sovietica mandava a controllare anche i comandanti delle singole unità.
L'unità si realizza concentrando tutte le forze sul problema da risolvere e sospendendo ogni altra iniziativa che possa essere divisiva come i decreti per l'attuazoine del "matrimonio" omosessuale o la raccolta dei clandestini, o l'asservimento al soviet europeo che, se vuole veramente essere solidale, dovrebbe elargire all'Italia miliardi in aiuti e non trattare per "consentirci" di aumentare il nostro debito, perchè se è necessario sappiamo da soli fare dei debiti.
Ma per i nostri Connazionali.
Invece Gentiloni e compagni pretendono unità, ma proseguirebbero nella loro politica opposta e contraria agli interessi degli Italiani.
E non possiamo accettarlo. 



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