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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

27 settembre 2016

Votare è un disturbo


Il primo fu Napolitano che chiamò il Popolo a votare, per la prima volta, in inverno, a febbraio, nel 2013.
Renzi, che quando sembrava veleggiare sulla cresta dell'onda, voleva votare il 2 ottobre se non a settembre, ha scelto il 4 dicembre, la settimana, cioè, che culmina con il ponte dell'8 dicembre e l'apertura della stagione sciistica nelle principali stazioni invernali.
Meno gente vota, meglio si possono manipolare i voti, anche se diventasse un plebiscito per il "NO".
In fondo, se votasse il 50% e il 60% dicesse di no, potrebbe sempre affermare che contro di lui c'è "solo" il 30% del Popolo e che il restante 70% o è espressamente con lui, oppure è contento di quello che lui ha fatto.
Ottima scusa per rimangiarsi le promesse di dimissioni e ritorno alla vita privata (mi sa che siano come quelle di Veltroni missionario in Africa ...).
Allora cerchiamo di aumentare il voto per il NO con amici, colleghi, parenti.
Nei prossimi giorni leggeremo tante ragioni per votare una parte o l'altra, ma quelle sostanziali sono tutte per il NO.
Il senato di nominati e privilegiati della casta utile solo a perpetuare il potere dei propri simili perchè cane non mangia cane.
Il ritorno al centralismo statalista e assistenzialista con l'abbandona della (poca e male) riforma del titolo V avvenuto nel 2000.
La permanenza di senatori nominati direttamente dal presidente della repubblica.
Una confusa suddivisione per materie che non tutela affatto il ruolo del senato come camera delle autonomie e delle regioni.
Tutto il resto è noia.



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