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No alla deriva

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09 giugno 2014

Tagliare la burocrazia per cancellare la corruzione

I presunti scandali dell'Expo e del Mose hanno dato la stura a veementi intemerate dei soliti parolai demagoghi, pieni di furore giustizialista e con la bava alla bocca.
Si vedrà se, come al solito, la montagna avrà partorito il topolino, semprechè qualcuno creda ancora al valore delle sentenze al di là della decisione materiale che sarà assunta.
Nel frattempo si sprecano le ricette: daspo ai politici che rubano (senza aspettare almeno una sentenza definitiva passata in giudicato ?),
Cacciare a calci nel sedere quelli che rubano (così saranno i magistrati a formare le liste elettorali e decidere i segretari di partito, quindi anche la loro linea politica ?).
Nuove norme contro la corruzione, sequestrare i beni come per l'antimafia, più poteri all'ennesima "autorità" contro la corruzione e chi più ha da sparare, più spara (non dico cosa, ma lascio intuire).
Ho letto solo un articolo che abbia centrato il problema, anche se con quella cautela che ormai attanaglia tutti coloro che intervengono in argomento con opinioni fuori dal coro.
Sabato ne Il Giornale Vittorio Feltri ha perfettamente scritto che la causa prima della corruzione è la burocrazia, i permessi, i passaggi da un ente ad un altro, da una autorità ad un'altra, da un certificato ad un altro.
Se non ci fosse tutta questa sovrastruttura i lavori verrebbero svolti prima e in meno tempo e gli imprenditori non si troverebbero nella necessità di "ungere" i meccanismi.
C'è un lavoro da fare ?
La politica (un organo solo, prevalente, non mille passaggi in mille consigli e giunte per autorizzare "ognuno per la parte di sua competenza" !) decide che si deve costruire quella strada, quella centrale nucleare, quella diga e indice un appalto: finanziamento di tot euro (mi auguro che nel prossimo futuro si torni a scrivere "tot lire") da realizzare in un tempo predeterminato, senza vincoli di certificazioni antimafia, di smaltimento ecologico, antibabau vari; termine per la presentazione del progetto tot mesi.
Alla scadenza gli uffici tecnici esaminano le offerte e indicano quella che appare maggiormente idonea.
La politica (un organo, non mille !) sceglie motivando.
La ditta vincitrice inizia i lavori e paga penali se ritarda.
Fine della storia.
Niente magistrati, niente rinvii, niente montagne di carte e documenti.
Finiamola con la burocrazia e con le inchieste che servono unicamente ad escludere dal gioco politico, prima ancora di una sentenza definitiva, politici indigesti e forse per questo, sotto tiro.


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