Mentre Silvio Berlusconi propone la
versione rinnovata ed allargata di Forza Italia, i quotidiani
riportano il tentativo delle varie famiglie che discendono dall’MSI
di trovare una sintesi tra le rispettive posizioni, storie e
ambizioni.
Questo blog ha dieci anni di vita.
Due anni (dal settembre 2003 al giugno
2005) sulla piattaforma Digiland e otto anni (dal giugno 2005) su
questa piattaforma Blogspot.
Di anni, io, ne avrò cinquantasette
prima che si passi al 2014.
Non sono mai stato di sinistra e agli
albori della mia frequentazione nella rete, iscrivendomi alla
comunità, ora da tempo defunta, di Atlantide , alla domanda sul
profilo sul come mi collocavo politicamente, tra “Centro Destra”,
“Destra” e “Estrema Destra”, scelsi “Destra”.
Mi accorsi in seguito che, a parte
l’inutilità di ogni discussione seria con i comunisti, anche chi si
definiva come me di “Destra” intendeva a volte in modo ben
diverso quella sua collocazione, tanto da rendermi più affine a chi
si definiva di “Centro Destra” o di “Estrema Destra”, a
seconda degli argomenti trattati.
In fondo ho trovato in internet la
stessa difficoltà di definire la Destra che ebbi da adolescente alle
prime esperienze con assemblee, iscrizioni, gruppi.
Quindi prima di parlare di Destra,
sarebbe opportuno chiarirsi cosa si intende con tale definizione.
Per me la Destra significa Valori
Nazionali, Identitari, Morali, Tradizionali che, tradotto in soldoni,
significa l’Italia e gli Italiani (quelli veri, per sangue) prima
di tutto, i cui interessi cioè vanno anteposti a quelli di qualsiasi
altra nazione, stato, popolo, senza prevaricazioni, rispettando le
identità altrui (a casa loro …) ma senza alcun cedimento, alcuna
concessione, alcuna rinuncia, rivendicando una piena Sovranità e Indipendenza da ogni e qualsivoglia organismo internazionale che non deve e non può sostituirsi alla volontà dei popoli e nella fattispecie a quella del Popolo Italiano cui spetta la decisione ultima sulle scelte che riguardano la nostra Patria.
L’Identità tradotta in soldoni
significa contrasto dell’immigrazione, filtro e selezione degli
arrivi, applicazione di criteri severi per la concessione della
cittadinanza allo scopo di evitare di trasformare la nostra Patria in
un meticciato selvaggio.
La Morale significa rispetto delle
concezioni Tradizionali della Famiglia, del sesso, degli istituti,
come il Matrimonio, che costituiscono non per sacramento, ma per
legge civile, il nucleo fondamentale di una Civiltà.
E tra i Valori Tradizionali io,
agnostico, metto la religione che non può essere ridotta alle
telefonate “diamoci del tu”, ma
rappresenta una esigenza ben più profonda, ancestrale, mistica che
ritroviamo anche nelle antiche e ormai abbandonate religioni che
hanno preceduto sulla nostra terra quella cristiana.
E’ indubbio che questa
interpretazione dei Valori sia molto vicina a gran parte di coloro
che potrebbero essere collocati alla “Estrema Destra” e così fu
in passato (ho qualche dubbio oggi con le devianze della Meloni ad
esempio sul tema dell’omosessualità).
Ma, come in passato da adolescente mi
trovavo perfettamente a mio agio con i “Camerati” sui temi che
precedono, quando si passa all’aspetto delle Libertà Individuali
trovo i primi contrasti.
Se siamo tutti d’accordo nel
considerare il comunismo, il socialismo, il marxismo, la sinistra in
genere, delle aberrazioni ideologiche perché fanno prevalere la
massa sull’Individuo, calpestano il Merito e le Capacità e
sopprimono la Libertà Intellettuale, di Opinione, di Pensiero e di
Stampa, quando arriviamo alle Libertà economiche, pur importanti,
non ritrovo più gli stessi camerati o compagni di viaggio al mio
fianco.
Una malintesa (a mio vedere)
concezione sociale dell’economia, li porta infatti a considerare
con favore l’intervento dello stato come proprietario di imprese,
gestore di servizi erogati sottocosto, interventista nelle scelte che
invece, sempre a mio modo di vedere, spetterebbero unicamente al
Mercato.
Se siamo d’accordo nella difesa
estrema della Proprietà Privata, però non ci si ritrova più
nell’interventismo statale che in questi esponenti della Destra
Sociale travalica quei limiti della sussidiarietà e della
solidarietà che sono connaturati nell’esistenza di uno stato ma
che non devono mai degenerare nell’assistenzialismo prolungato e
che drena risorse per favorire troppo spesso situazioni di
clientelismo e di indolenza.
Qual è, quindi, la Destra di cui si
parla quando entriamo nella carne viva delle scelte economiche ?
Scusate la presunzione ma, considerata
la contiguità della Destra Sociale alle idee economiche della
sinistra, credo che la posizione ortodossa di Destra sia la mia che
coniuga i Valori fondanti Nazionali, Identitari, Morali,
Tradizionali, con la applicazione concreta del concetto di Libertà e
Proprietà in ogni loro declinazione, anche in campo economico.
Sorvolo sull’altro aspetto che da
adolescente (e per lungo tempo) mi ha diviso da gran parte dei miei
coetanei impegnati ugualmente “a Destra”.
Mi riferisco alla politica estera dove
io, filoinglese, loro filoirlandesi e poi filoargentini.
Io filoamericano, loro con una simpatia
mai celata verso i palestinesi e gli arabi.
Oggi non è più così.
Io resto filoinglese, resto
filoamericano ma per quella che io considero la Tradizione Americana,
che non è minimamente rappresentata da Obama e dai suoi sostenitori.
Sono quindi chiaramente più affine a
Putin ed alla Russia di oggi, che esprime quei Valori Morali che in
Occidente stiamo perdendo e, penso, che su questo punto ci sia un
avvicinamento con quelli che, per comodità, colloco nella “Destra
Sociale”.
Prima ancora che definire il soggetto o
il contenitore che dovrebbe riunire gli eredi del vecchio MSI, è
necessario individuare il perimetro di quella che vogliamo sia la
Destra in Italia, consapevoli che differenze ce ne sono e ce ne
devono sempre essere, perché rappresentano non solo un arricchimento
per tutti, ma un sistema di controllo verso gli eccessi e, quindi, un
miglioramento della proposta politica.
Valori, Libertà, Proprietà, Mercato, su queste
quattro gambe potrebbe muoversi una Destra che sappia ritrovare unità,
senza esclusioni preconcette (penso ad esempio a Forza Nuova che
avrebbe pieno titolo a partecipare alla “costituente” della
Destra, soprattutto per la meritoria battaglia che sta combattendo,
quasi solitaria, contro l'immigrazione) ma anche senza la ricerca di
ritrovarsi tra i piedi personaggi che la Destra l’hanno rinnegata e
distrutta (e non c'è bisogno di scrivere alcun nome, immagino che
tutti capiscano a chi mi riferisco).
Se invece, come ho l’impressione
possa accadere leggendo i commenti della Meloni sul suo sito, si
vuole recuperare la collocazione politica inglobando anche tesi e
posizioni (dalla questione omosessuale alla malsana ossessione per le
primarie) che non appartengono alla Destra, allora ha ragione Storace
quando dice che molti di quelli che furono militanti, iscritti ed
elettori dell’Msi e di An troveranno più confacente la nuova Forza
Italia, soprattutto se sarà guidata dai cosiddetti “falchi” e
non solo per quella doverosa, moralmente, solidarietà con Silvio
Berlusconi.
P.S. - Questo post lo avevo scritto
sabato, anche se pubblicato lunedì mattina. Leggo poi domenica
mattina il Cucù nel Giornale di Marcello Veneziani, il cui titolo condivido
e ne riassume il contenuto: non bisogna rifondare An ma la Destra.
Partendo dal definirne il perimetro, ovviamente.
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4 commenti:
Il discorso di Veneziani è condivisibile. Ma lui finge di ignorare che senza un recupero (anche parziale) della nostra storia non si può rifondare un bel niente.
Putin non sconfessa il comunismo pur nelle sua aberrazionni, perché dice che giusto o sbagliato fa parte della storia della Russia. Noi, evidentemente, non possiamo fare altrettanto, perché pesa la "damnatio memoriae" . E la sottoscritta proviene da una famiglia di antifascisti militanti, (dal nonno socialista, alla mamma cattolica degasperiana, al padre nella regia Marina inquadrato nelle truppe Alleate). Perciò posso dirlo con serenità senza passare per una nostalgica.
Morale: fino a quando non è possibile ottenere una pacificazione storica del nostro passato, le prospettive di cui parla Veneziani (e anche tu), mi appaiono ben lontane dal verificarsi.
E adesso immagino ci sarà un altro Ventennio da manipolare, quello di Berlusconi ...
Putin non sconfessa il comunismo perchè dal punto di vista della politica economica è un comunista al 100%, ha nazionalizzato con la forza almeno il 50% delle industrie russe, e ha lasciato il sistema produttivo russo al medioevo stalinista.
AL tempo della NEP di Lenin in russia c'era più libertà economica.
Sì, certo, e ai tempi della NEP di Lenin miliardari russi sciamavano per il mondo sui loro lussuosi panfili, comprando aziende e squadre di calcio, e facendo la spesa minuta con le banconote da 500 euro ... ma cosa dovete inventare pur di manipolare la realtà !
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