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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

01 luglio 2013

Forza Italia

Con l'annuncio in diretta televisiva, Silvio Berlusconi ha certificato che la politica del Centro Destra continuerà con Forza Italia come partito trainante nell'ambito di una alleanza che si chiamerà Popolo della Libertà.
Capisco il mal di pancia di alcuni, soprattutto provenienti dall'Msi, ma un partito non è il fine, bensì solo un mezzo per conseguire il fine e se chi, valutando sondaggi e analisi, è in grado di determinare l'appeal di un nome piuttosto che di un altro, ha deciso per Forza Italia, allora che Forza Italia sia.
Del resto, oggettivamente, non c'è nome che possa meglio rappresentare le aspirazioni dell'elettorato di centro Destra.
Forza Italia significa porre l'Italia, la nostra Nazione, in primo piano.
Non alla pari con altre nazioni, magari di origine, come fa una ministra africana, con solo la cittadinanza italiana ma senza la nascita e priva dell'appartenenza alla Nazione Italiana, del governo Letta.
Italia prima di tutto e, di conseguenza, Italiani davanti e prima di tutti.
La Destra che sembra timidamente cercare una unità tra Storace, la Meloni, La Russa e un Alemanno che è riuscito a perdere Roma contro Marino, dovrebbe essere contenta di questo nome che rappresenta la massima espressione verbale di Identità per un Popolo.
Gli Italiani chiedono ad un partito di Centro Destra di rappresentare nel modo più efficace possibile alcune idee fondamentali, all'interno delle quali poi lasciano ampia delega operativa avendo da occuparsi dei propri affari.
Quindi meno tasse, meno immigrazione, più sicurezza, più benessere, evitando le derive perverse di proposte come lo ius soli o il riconoscimento legislativo dei capricci degli omosessuali.
Come raggiungere questi obiettivi è compito della politica, del parlamento,  della maggioranza, del governo.
Quindi anche il mezzo, cioè il partito, deve essere idoneo allo scopo e il nome "Forza Italia" mi sembra il più azzeccato tra tutti, persino rispetto a "Fratelli d'Italia", anche perchè verso un comunista mi sento ben poco "fratello" e neppure un lontanissimo cugino di millesimo grado.
Il nome del mezzo, quindi, ma anche le persone che dovranno condurlo.
Dando per scontato (anche se per alcuni aspetti valoriali ed etici così non è e ci sarà da combattere all'interno del nuovo contenitore) che le Idee ci siano e il mezzo pure, mancano le gambe  sulle quali far veicolare le quelle idee e le mani che devono comandare il mezzo.
Nella fase bipolare che abbiamo vissuto dal 1994 ad oggi, abbiamo assistito ad unioni e scissioni, nuove presenze e fallimenti di terze vie, con una costante che ha visto sempre più raggrupparsi la sinistra intorno al pci/pds/ds/pd e il Centro Destra attorno al PdL/Forza Italia, mentre ogni tentativo di centrismo è miseramente fallito alla prova delle urne.
Questo comporta che tanto nel partito guida del Centro Destra quanto nel suo omologo e antagonista di sinistra, convivono ali e mezze ali, estremisti e moderati, falchi e colombe.
E se i falchi d'ambo i lati hanno ben presente la caratterizzazione ideale della loro parte politica, dalle colombe di entrambi i partiti promana un odor di sacrestia, un olezzo di vecchio, più che di antico, di fregatura, più che di chiarezza.
Sono gli ex democristiani che si sono sparsi ovunque.
Così non vedrei molta differenza tra gli Alfano, i Letta Gianni, i Quagliarello, i Lupi con i loro omologhi Renzi, Franceschini, Letta Enrico.
Allora se Forza Italia dovesse essere a guida Alfano e soci, meglio lasciar perdere.
Tanto se dovesse contrapporsi ad un partito guidato dagli estremisti (Cuperlo, Fassina, Serracchiani) quanto se dovesse confrontarsi con i moderati Renzi o Letta Enrico.
Nel primo caso perchè sarebbe indifeso davanti alle sciabolate del nemico, nel secondo perchè darebbe vita ad una indigeribile melassa di cui vediamo alcuni esempi con il governo Letta Enrico che ha fatto del rinvio e dell'andreottiano "tiriamo a campà" la bandiera, senza risolvere alcun problema, senza proporre alcun progetto di società, senza decidere nulla di rilevante per la navigazione in mare aperto della nave Italia.
Se, invece, i timonieri di Forza Italia saranno i falchi (le Santanchè, i Brunetta, i Gasparri, le Biancofiore) allora Forza Italia, al di là della riproposizione di un nome di successo del passato, rappresenterà finalmente un ottimo viatico per il futuro del Centro Destra, in grado di combattere ad armi pari con un partito comunista che fosse retto dagli estremisti, essendo in grado di usare la sciabola come e meglio di loro, ma anche verso un partito comunista annacquato nel brodo democristiano, rappresentando una alternativa determinata e con forte caratterizzazione ideale al nulla del galleggiamento lettiano ed al vuoto ideale del parolaio fiorentino.
Idee.
Mezzo.
Uomini.
Le Idee ci sono, basterebbe, per un programma completo, raccogliere Cucù di Marcello Veneziani sul piano valoriale e riassumere le tesi di Milton Friedman per il programma economico.
Il Mezzo, almeno nel nome, c'è ed è il migliore sul mercato (poi sarà necessario anche organizzarlo localmente).
Gli Uomini ci sarebbero, ma sono presenti (e fanno rumore) anche i rappresentanti del compromesso che porterebbe a vanificare i primi due punti.
Berlusconi, questa volta, se vuole realmente un ritorno al futuro, scelga bene le persone cui affidare la sua creatura, rinunciando ai pessimi consiglieri che predicando moderazione, in realtà si propongono di disinnescare un partito ad alto potenziale.





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