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10 aprile 2013

Bersani come la Corea del Nord

Il "vorrei ma non riesco" di Bersani ricorda molto il comportamento schizoide dei comunisti nordcoreani che minacciano Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, ma non sanno come fare a concretizzare tali minacce senza andare a schiantarsi contro una reazione che li annienterebbe.
Sappiamo tutti che Bersani vuole diventare presidente del consiglio e pur di riuscirci si è umiliato davanti ai grillini e sarebbe disponibile a concedere qualsiasi legge e qualsiasi nominativo (già aver eletto una immigrazionista e un magistrato come seconda e terza carica dello stato è indicativo della "voglia matta" di Bersani) pur di riuscire nello "scouting" (leggi trasformismo) di una ventina di senatori che gli consentano almeno qualche mese di procellosa navigazione.
Il problema è che nel pci(pds/ds/pd è rimasto ancora qualcuno a ragionare e sa benissimo che, dopo alcuni mesi di orgia legislativa in chiave distruttiva e antiberlusconiana, si andrebbe comunque al voto e i comunisti dovrebbero dire addio ai loro 470 parlamentari conquistati con uno 0,3% di vantaggio su un Centro Destra che il 24 e 25 febbraio era in recupero ma sempre in crisi, ma oggi si è di gran lunga rinfrancato e rinsaldato.
Soprattutto perchè chi, tra gli elettori di Centro Destra, a febbraio ha voluto "punire" Berlusconi, oggi ha perfettamente capito che il primo ad essere punito è lui stesso.
Adesso Bersani, come la Corea del Nord, deve uscire dal tunnel in cui si è infilato o perdendoci la faccia, o portando il suo partito alla disfatta elettorale dopo aver danneggiato pesantemente l'Italia e gli Italiani per pochi mesi di governo.
Comunque vada sarà un successo per il Centro Destra, ma il rischio è vincere in un'Italia devastata e senza più una struttura industriale e produttiva.


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