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17 marzo 2013

Un militare al Quirinale, il governo e poi il voto


Eletti a fatica i presidenti delle camere, senza che vi sia stato quel colpo d'ala necessario a imprimere una svolta alla politica italiana, anzi avendo assecondato la parte peggiore e più antinazionale dell'Italia, con una ricercata e voluta scelta "contro" i dieci milioni di Italiani che hanno votato per il Centro Destra, non resta che prendere atto che gli Italiani, con il voto del 24 e 25 febbraio scorso, non hanno scelto una maggioranza.
Alcuni fanno derivare da tale, ovvia, constatazione la necessità di larghe intese, ma una tale prospettiva aprirebbe una prateria ai grillini che, senza responsabilità, potrebbero svolgere azione di disturbo e crescere con la rabbia della gente.
E' facile fare opposizione quando le cose vanno male, ma un governo grillino sarebbe peggio di un terremoto e poi ricostruire sulle macerie significherebbe un arretramento della nostra società di almeno cinquanta anni, con il fardello aggiuntivo di tutte le fisime "moderne" ecoambientaliste, no tutto, giustizialiste che trovano asilo nel movimento di Grillo e che rappresentano la parte peggiore degli anni contemporanei.
Quindi l'unica soluzione è eleggere subito un presidente della repubblica super partes che sostituisca Napolitano perchè nomini un presidente del consiglio e poi sciolga le camere.
Dire "super partes" si fa presto, ma bisogna anche trovarlo.
Dobbiamo per forza escludere chiunque abbia avuto parte o espresso opinioni, con ciò schierandosi, in tutti questi anni.
Non potrà quindi essere un "ex" come Amato, Pera, Violante o altri del genere, come non potrà essere un magistrato o un "laico" del csm o della corte costituzionale, neppure "ex".
Non potrà essere un giornalista e neppure un economista, non potrà essere un burocrate di stato e neppure un blogger.
Mi viene in mente solo una soluzione: un militare.
Un generale, un ammiraglio ma che non sia stato capo di stato maggiore o consigliere militare di qualche carica ancorchè istituzionale.
Credo che un militare possa avere la dirittura morale, la organizzazione mentale e la fedeltà alla Patria che necessitano in questo frangente.
Un militare non può aver preso parte al dibattito politico e presumibilmente le sue idee se le sarà tenute per se stesso o, al massimo, per qualche intimo collega.
Questo presidente, unico realmente "terzo" nel caos della politica, dovrà nominare un presidente del consiglio anche lui il più possibile super partes per gestire l'ordinaria amministrazione fino alle successive elezioni ed eventualmente a quelle dopo e quelle dopo ancora, finchè non si sarà formata una vera maggioranza popolare e parlamentare.
Questo presidente del consiglio potrebbe essere ancora un militare oppure un diplomatico di secondo livello, uno di quelli mai gratificati da incarichi prestigiosi perchè non erano nelle "cordate" di nessun politico, o anche un manager sconosciuto ai più e che non si sia mai occupato di cercare la luce dei riflettori esternando in politica.
Il governo formato con criteri di competenza sui vari settori, unicamente per la gestione corrente, senza riforme o contro riforme e se anche un simile governo non ottenesse la fiducia delle camere, poco male : queste devono solo essere sciolte.
E poi il voto.
Votare e rivotare finchè un blocco non riuscirà ad aggregare un sufficiente numero di voti per governare senza compromessi e senza inciuci che portano solo ad un mercato, un "do ut des" che non aiuta l'Italia ad imboccare e percorrere con decisione una strada, qualunque essa sia, per uscire dal tunnel.



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