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03 maggio 2012

L'arroganza al governo


Come tutti (o quasi) coloro che devono la loro fortuna non a personali doti imprenditoriali o azioni eroiche, bensì all’essersi legati al carro di strutture dominanti, Monti parla con un evidente disprezzo verso chi, con maggiore dignità, ha vissuto unicamente in base alle proprie sole forze.
Così anche ieri Monti ha berciato, con il provincialismo tipico di un esterofilo incurabile, su presunti ritardi culturali che renderebbero ostico ogni cambiamento.
In particolare il genio incompreso (lo avevamo a disposizione e lo abbiamo lasciato in panchina fino al novembre scorso  … ?)  ha condannato quello che secondo lui sarebbe un malcostume: l’ostilità verso le tasse.
Ha poi aggiunto che invitare a non pagare l’imu è evasione e dovrebbe essere punita.
In sostanza Monti vorrebbe far credere ai babbei che gli dicono sempre sì (come i cagnolini di pezza sul lunotto posteriore delle automobili anni sessanta) che è giusto pagare le sue tasse, nella misura da lui fissata.
No !
Le tasse sono un male necessario ma solo se limitate e finalizzate al mantenimento dei compiti essenziali di uno stato che è la unione di più persone per godere al meglio di quella “unione che fa la forza”.
Quindi sicurezza interna e contro i pericoli esterni, amministrazione della giustizia e funzionamento dell’organizzazione statuale snella ed efficiente, non ipertrofica e burocratica.
Gli altri compiti riguardano i servizi, da fornire a chi ne fa richiesta ed a fronte di specifiche contribuzioni che devono esulare dalla imposizione fiscale utilizzata per accumulare denaro pubblico da elargire in modo clientelare.
Una tassazione che ormai supera il 50% del reddito non solo è abnorme, ma è anche profondamente ingiusta, rappresenta un esproprio violento (perché attuato anche sotto la minaccia e con i metodi coercitivi di Equitalia) e nulla ha a che vedere con il patto sociale che lega i cittadini che hanno dato vita ad uno stato.
Rappresenta solo ed esclusivamente la manifestazione di potere di un “principe” che, tra l’altro, nel caso di Monti, non è stato neppure eletto dai cittadini.
Quanto al richiamo a punire chi istigherebbe a non pagare l’imu è evidente la coda di paglia del professorone di Bruxelles.
Solo con la repressione e con la minaccia di far intervenire la forza pubblica, infatti, può imporre la sua volontà, perché non ci sono argomenti validi, non ci sono ragioni economiche, non vi è alcun sottostante per un pizzo (perché altro non è) come la tassa sulla casa che è un bene che non dà reddito e che paga con apposite e salate bollette tutti i servizi e le infrastrutture che l’assistono.
Voler addirittura impedire l’espressione di una libera opinione contro tale tassa e lo scambio tra i cittadini delle rispettive impressioni per impedire, limitare o alleviare tale esproprio, è la evidente manifestazione di una conclamata incapacità ad accettare critiche e confronti, nel tipico atteggiamento di superiorità che hanno i piccoli funzionari statali che con i cittadini si fanno forti del ruolo che ricoprono, trasformandosi da servitori della comunità, come dovrebbero essere, in burocrati privi di qualsivoglia flessibilità.
Ma sono sicuro che, come fece dire Manzoni a Fra’ Cristoforo, anche per Monti (e quelli che sono come e con lui) “verrà un giorno …”.





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