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11 maggio 2012

I ceppi della servitù


Sui quotidiani di oggi è apparsa la notizia che il famigerato spread sarebbe calato per forti acquisti di btp operati da Goldman Sachs, il precedente datore di lavoro di Mario Monti.
Giulio Andreotti, lunga vita al senatore, diceva che a pensare male si faceva peccato, ma spesso ci si azzeccava.
Così io penso male e ipotizzo un “aiutino” che il vecchio padrone ha voluto fornire al suo diligente vecchio servitore nella sua nuova veste di gauleiter italiano.
Ma tutti gli aiuti hanno un prezzo e temo che quel prezzo saremo noi Italiani a pagarlo se non ci sveglieremo e, assumendo decisioni difficili e costose, non riconquisteremo la nostra Sovranità, Indipendenza e Libertà.
Posso capire quanto sia più comodo vivere in servitù, con i ceppi imposti dalla Merkel, quando non è la Goldman Sachs a farlo e con le decisioni che vengono prese sul Britannia, piuttosto che da conventicole trilaterali o simili.
Molti, tanti, di noi “tengono famiglia” e se oppongono tale ostacolo invalicabile a perseguire azioni non dico eroiche ma, almeno, virili (nel senso nobile che si dava una volta a questo termine) non possiamo poi lamentarci se saremo sempre considerati i guitti d’europa, carne da macello e la nostra terra uno spazio che possono riempire anche con gli immigrati.
Ma se a qualcuno sono rimasti dignità, orgoglio, senso dell’ onore, non si può prescindere dal dire che qualunque prezzo non sarà mai troppo alto per liberarsi dai ceppi della servitù.
Servitù che, oggi, assume le fattezze di Monti e Napolitano in Italia, Barroso, Van Rompuy, Juncher, ma, soprattutto, Angela Merkel a livello generale.
I Greci stanno cercando, nonostante le resistenze della loro stessa nomenklatura, di liberarsi dal giogo della schiavitù e le minacce sono quotidiane da parte dei padroni, a cominciare dal ministro delle finanze tedesco Schauble che è arrivato a dare l’aut aut: o la Grecia segue i protocolli che ne hanno sancito l’asservimento all’europa, oppure esca dall’euro.
E già appaiono minacciosamente sulla stampa gli scenari di quello che potrebbe accadere in termini di costi in caso di uscita dall’euro e, magari, anche dall’europa sovietizzata.
Certamente il ritorno alla lira (o alla dracma per la Grecia, alla pesata per la Spagna etc.) comporterebbe un costo per definire gli scambi e il cambio dei debiti (che comunque vanno pagati) contratti in euro.
Ma anche quegli scenari indicano che già dal secondo anno tali costi verrebbero ridotti ad un quarto, quindi nulla di impossibile.
Soprattutto nulla di impossibile se non lasceremo i Greci da soli e anche noi Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Irlandesi, Polacchi, Romeni, Bulgari, Sloveni, Cechi, Slovacchi e tutti i Popoli e le Nazioni che francesi e tedeschi cercano di asservire (ma con gli Inglesi neanche ci provano …), ci ribelleremo e licenzieremo, con una voce unica, l’euro e la dittatura del soviet europeo.
Rompere i ceppi che ci hanno imposto i trattati europei e gli speculatori finanziari internazionali, significa riconquistare quella Sovranità e Indipendenza che contraddistinguono un Popolo Libero da sudditi piegati e asserviti.
Le elezioni più o meno recenti ci hanno raccontato proprio di un risveglio delle Nazioni e dei Popoli e anche in Italia chi saprà interpretare questo vento di ribellione potrà guidare gli Italiani ad un nuovo Risorgimento.




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1 commento:

Nessie ha detto...

Rompere i ceppi va benone. Ma con chi? Li hai sentititi i ns. politici (di tutte le tendenze) in tv? L'argomento "uscita dall'eurozona" è TABU' e nessuno fiata.