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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

24 ottobre 2011

Siamo tutti d’accordo: paghino “gli altri”

I debiti vanno pagati (contrariamente ai deliri degli "indignati")e l’Italia ha un debito pubblico di 1900 miliardi di euro grazie all'arco costituzionale (dc-pci-psi-psdi-pri-pli) degli anni settanta e ottanta che usava allegramente i soldi di tutti per le mediazioni politiche.
Sarebbe inutile estorcere denaro dalle tasche degli italiani con altre rapine come la patrimoniale, la reintroduzione dell’ici, l’aumento delle aliquote delle imposte dirette, il prelievo forzoso sui risparmi, senza prima chiudere i rubinetti della spesa.
Ogni giorno che passa ci avvicina al redde rationem, in cui chi ha vissuto grazie al debito pubblico, dovrà pensare a diventare produttivo.
Le pensioni sono solo una parte del tutto.
Non so se Berlusconi, con le stolide resistenze che incontra, riuscirà oggi a portare a 67 anni di età il limite, so che lo si deve fare.
Non so se Berlusconi, con le stolide resistenze che incontra, riuscirà oggi a mettere in campo una seria vendita di immobili e partecipazioni dello stato, so che lo si deve fare.
Non so se Berlusconi, con le stolide resistenze che incontra, riuscirà oggi a far pagare i servizi, almeno per il loro costo a chi ne usufruisce, so che lo si deve fare.
Non so se Berlusconi, con le stolide resistenze che incontra, riuscirà oggi a premiare i territori virtuosi concedendo loro di utilizzare in pieno ciò che producono, so che lo si deve fare.
E’ finita l’epoca per cui se un presunto imprenditore aveva personale in esubero, lo scaricava sullo stato grazie agli amici al governo.
E’finita l’epoca per cui se un presunto imprenditore non riusciva a vendere i suoi prodotti faceva intervenire gli amici al governo che, con spesa a carico dello stato, finanziavano le “rottamazioni”.
E’ finita l’epoca degli eserciti infiniti di dipendenti pubblici, con tutti i privilegi del ruolo.
I nodi stanno venendo al pettine e Berlusconi deve riuscire ad imporre una nuova dottrina nella gestione del debito pubblico, perché gli altri adotterebbero le solite vecchie politiche, come ormai hanno addirittura la faccia tosta di dichiarare: più tasse, prelievi forzosi sui risparmi e sui patrimoni, che verrebbero sperperati per alimentare il debito pubblico.
Quando il debito pubblico sarà ridotto (meglio: azzerato) allora si potrà nuovamente spendere, nel limite di quello che si ha, per lo stato sociale.
Ma per un vero stato sociale, non uno stato assistenzialista, fondato sull’unico punto sul quale siamo tutti d’accordo: poichè il debito deve essere pagato, lo paghino “gli altri”.

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