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25 settembre 2011

Marcegaglia: un'altra pretendente al trono

Come se non bastassero i funzionari di partito che annusano la possibilità di rientrare in gioco, come se non bastasse l'eterno indeciso Montezemolo, la vasta pletora di "tecnici" (i famosi esperti del giorno dopo) pronti a rispondere alla chiamata divina per "salvare il paese", il Profumo licenziato di lusso, ecco che anche la scadente (nel senso di "in via di scadenza" ... ma per la verità non solo ...) Marcegaglia cerca di programmare il proprio futuro da past president di Confindustria.
Così tuona contro il Governo e contro Berlusconi (un insulto al Premier non lo si nega a nessuno ed è diventato un "must" per chi vuole entrare in politica strappando l'applauso iniziale alla massa in s.p.e. dei coatti dell'antiberlusconismo) e propone un piano di salvezza nazionale assieme alle associazioni imprenditoriali.
Immagino che tale piano ricalcherà quanto da alcuni mesi scrive il Sole 24 Ore e, tutto sommato, non mi può dispiacere sul piano economico perchè, a parole, se escludiamo la nebulosa questione della patrimoniale che c'è e non c'è e del come interpretare gli "stimoli" all'economia (per me in termini di riduzione o anche abolizione delle pastoie burocratiche e delle tasse, altri forse come rottamazioni o incentivazioni varie a spese dello stato cioè con i nostri soldi, socializzando le perdite e privatizzando i guadagni) il programma è sensato perchè vede la riduzione delle tasse sul lavoro e la chiusura dei grandi rubinetti della spesa in sanità, pensioni, pubblico impiego, nonchè un piano di dismissioni, privatizzazioni e liberalizzazioni che non posso che condividere.
Mi lasciano perplesso, anzi dubbioso, le possibilità che un tale piano possa essere realizzato dalla Marcegaglia o da qualche altro imprenditore, in autonomia rispetto ai diktat di quella sovrastruttura finanziaria davanti alla quale la finanza e l'imprenditoria italiana (nonchè le varie opposizioni) sembra siano perennemente genuflesse.
Non vorrei che quelle buone idee, gestite dalle mani sbagliate degli industriali e dei finanzieri italiani, sortiscano l'effetto di svendere il nostro patrimonio, rendere gli italiani servi degli stranieri, senza risolvere nulla dei problemi di bilancio.
Ho scritto "non vorrei", ma ne ho l'intima certezza.
Preferirei che il programma del Sole 24 Ore venisse integralmente gestito da questo Governo: mi sentirei più sicuro.
Ma vorrei anche capire con quali voti e sostegni la Marcegaglia penserebbe di governare per attuare quel programma.
Non mi sembra che i sindacati sarebbero contenti di vedere spostata a 70 anni di età la pensione o la decimazione dei dipendenti pubblici o la chiusura dei rubinetti clientelari, come non lo sarebbe tutto quel sottobosco politico che sopravvive grazie a tali capitoli di spesa.
E se non sono contenti i sindacati, i comunisti del pci/pds/ds/pd non potrebbero fare altro che erigere barricate.
D'altro canto non potrebbe certo pensare di ottenere il consenso dei centristi, pronti a saltare solo sul carro del presunto vincitore per tornare a partecipare al banchetto delle spartizioni e della Lega che già ha ostacolato Berlusconi sulle pensioni.
Mentre è da escludere che nel Centro Destra una qualsiasi persona seria possa accettare di votare per chi ha tanto sbraitato contro il Governo di Centro Destra fino a farlo cadere.
Ci ritroveremmo al punto di partenza.
A meno che ... Marcegaglia e i suoi non abbiano l'asso nella manica.
Fare sattamente quel che viene chiesto loro dalla sovrastruttura finanziaria internazionale, tacitando la sinistra elargendo tutte quelle "riforme" che, accelerando la deriva morale della Nazione, sarebbero la contropartita politica agli interventi (sotto dettatura) in economia:
- eutanasia
- manipolazione genetica
- conferimento di dignità di legge ai capricci degli omosessuali
- liberalizzazione della droga
- nuove leggi per rendere divorzio e aborto ancora più facili
- concessione di cittadinanza e voto agli immigrati.
Ecco che, partendo da un programma condivisibile di intervento sull'economia, la sua gestione in mani sbagliate porterebbe al disastro e se, come dicono loro, l'Italia è sul bordo del precipizio, con la Marcegaglia (e i suoi potenziali alleati) farebbe un passo avanti.
C'è infine una perplessità conclusiva.
Ci sono un centinaio di pretendenti alla poltrona di Berlusconi, tutti con l'autorefernzialità di chi si crede, loro sì, "unti dal Signore" e quindi disponibili a rispondere "presente" alla chiamata che si attendono.
Ma non esiste "diritto divino" ad assumere l'incarico da presidente del consiglio, bensì è necessario ottenere la fiducia degli Italiani.
Tutti assieme potrebbero anche farcela a sconfiggere Berlusconi alle urne, ma dopo, riuscirebbero ad andare d'accordo senza sgambettarsi l'uno con l'altro ?
Ne dubito.
Ancora una volta, quindi, la saggezza popolare viene in nostro aiuto: mai lasciare il certo per l'incerto.
E il certo era e resta Berlusconi.


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4 commenti:

Nessie ha detto...

"Non vorrei che quelle buone idee, gestite dalle mani sbagliate degli industriali e dei finanzieri italiani, sortiscano l'effetto di svendere il nostro patrimonio, rendere gli italiani servi degli stranieri, senza risolvere nulla dei problemi di bilancio".

Eh, eh, vedo che adagio adagio vieni nel mio carugio :-) Non vorresti? Ma è per certo che faranno questo: dismissioni e svendita del patrimonio nel momento peggiore in cui le tre lugubri Sorelle (Standard & poor, Moody's e Fitch) hanno fatto la svalutazione (downgrading) del nostro paese e relativi istituti di credito. Tre associazioni per delinquere più uno: la Confindustria.

Massimo ha detto...

Quel tipo di manovra s'ha da fare. Il punto è "chi" la farà. Se sarà la sinistra, se saranno gli industriali, allora si trasformerà nell'ennesima fregatura per gli Italiani. Se, invece, sarà il Centro Destra che, nella necessità, trova la forza per ribaltare il tavolo delle "scelte condivise" con tutte le parti portatrici di interessi particolari (generalmente si matrice "pubblica") allora per l'Italia si apriranno nuovi, rosei orizzonti.

Nessie ha detto...

Tra tre mesi ripeteranno che altre manovre s'hanno da fare. Si faranno e non cambierà un bel niente.

Massimo ha detto...

Sono d'accordo. E la ragione è che le manovre fatte non incidono se non marginalmente sulla spesa a causa delle resistenze delle varie lobbies. Se non si interviene con la sciabola sulla spesa pubblica, anche amputando in modo doloroso, saremo sempre alla ricerca di fantasiosi modi per far quadrare i conti ... ma solo per qualche mese.