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No alla deriva

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29 giugno 2011

Con meno tasse la sinistra crepa

Credo sia evidente che uno dei motivi principali per cui sono di Destra sia un accentuato antistatalismo che è inscindibile da una aspirazione alla libertà personale, di pensiero, opinione, parola, stampa, il tutto, ovviamente, senza gravare sui conti pubblici, cioè senza che il mio diritto di parlare e di esporre le mie idee sia pagato con le tasse altrui (come accade invece in rai).
Ed è evidente che la battaglia contro le tasse in genere e contro l’eccesso di tasse in specie, sia nel mio dna come in quello di qualsiasi persona liberale in economia.
Non posso quindi che apprezzare la parziale correzione di rotta nella ipotesi di manovra governativa, con la accentuazione dei tagli, del pagamento dei servizi e dell’innalzamento dell’età pensionabile, rispetto ad un aggravio fiscale.
Però non è sufficiente.
A questo punto chi fa trenta faccia trentuno.
Le tasse vanno ridotte.
Tutte le tasse, di qualsiasi genere.
Meno tasse e per tutti.
Tutti significa proprio “tutti”, nessuna esclusione per reddito o per patrimonio.
Si proceda dunque, con determinazione, a ridurre le aliquote (meglio se si imponesse una flat tax al 20% per tutti) e contestuale taglio della spesa pubblica.
Ben venga, dunque, il ticket sul pronto soccorso dei “codici bianchi”, come è perfettamente in linea l’aumento dell’età pensionabile per le donne a 65 anni.
Sanità e previdenza sono due tra i settori che mangiano più soldi (la sanità pubblica ci costa 260 miliardi, oltre cinque volte la manovra del prossimo triennio !).
Produttività, selezione, merito dovranno entrare prepotentemente nel settore pubblico ed informare i quattro milioni e mezzo di dipendenti statali.
Se io chiedo un servizio (che sia l’acquisto di un quotidiano, la visione di una trasmissione televisiva, un trasporto pubblico, istruzione o l’utilizzo di una autostrada) sono io che devo pagarmelo, non pensare che siano altri, che non ne usufruiscono, a farlo per me.
Male, invece, la ventilata ulteriore accise sulla benzina per pagare l’accoglienza degli immigrati.
Se ci tengono tanto ad accoglierli, se li mantengano la caritas, la cei, Pisapia e Vendola, ma non li carichino sulla benzina che viene pagata da chi usa un mezzo di trasporto privato
Ma, soprattutto, Berlusconi e il Centro Destra dovrebbero sposare la mia tesi perchè tagliare le spese pubbliche, significa tagliare i rifornimenti ai sostenitori della sinistra: nani e ballerine, dipendenti pubblici, giornali, erogazioni varie.
Meno tasse, significa anche meno sinistra.
Come a dire: viviamo meglio, sotto ogni aspetto.

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