Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

21 aprile 2011

Il feticcio della costituzione




La proposta di un parlamentare del Pdl di cambiare il primo articolo della costituzione, ha provocato una isterica reazione da parte degli organi di stampa e dei politici di sinistra, cui ha fatto seguito, pavlovianamente, l’indignazione dei sinistri di ogni ordine e grado.
Eppure è sensato, ragionevole e giusto pensare che un testo scritto tra il 1946 e il 1948 non possa più essere attuale.
E’ un dato di fatto che la costituzione del 1948 rappresenta un coacervo di norme finalizzate ad impedire una efficiente governabilità.
E’ riconosciuto che la ratio di tale costruzione era da ricercarsi nel timore dei costituenti che emergesse un altro personaggio con carisma e autorevolezza sufficienti a dominare la scena politica nazionale.
E’ provato che questa costituzione, nata da un compromesso contro natura tra i comunisti e i cattolici, ha bloccato l’Italia, obbligando partiti e politici a bizantinismi e compromessi, ben oltre il limite tollerabile da una amministrazione che voglia essere efficiente.
Nonostante una maggiore apertura al contatto diretto con il Popolo da parte degli eletti derivante dalla “seconda” repubblica, nonostante l’emergere di un Leader come Berlusconi che del consenso popolare ha fatto il suo successo, il perverso meccanismo studiato dai costituenti non ha mancato di spiegare i suoi nefasti effetti, con l’intervento a gamba tesa, nel processo di formazione delle leggi, della magistratura e di chi, pur non eletto dal Popolo, occupa momentaneamente la poltrona di presidente della repubblica, la nostra resta una democrazia bloccata dall'impossibilità di far seguire alle decisioni progettuali la loro attuazione.
L’azione di magistratura e presidente della repubblica ha rallentato e, troppo spesso, bloccato l’azione riformatrice del Governo, accantonando la volontà popolare espressa con il voto.
E’ evidente che non è possibile subordinare la Sovranità Popolare alla volontà di semplici vincitori di un concorso pubblico o di un signore eletto per i compromessi tra un ristretto gruppo di parlamentari.
E’ però altrettanto evidente che se non si cambia la costituzione, tutto ciò resterà legale e sarà usato per bloccare ogni rinnovamento e ogni riforme, perpetuando i privilegi ed i poteri delle caste.
La proposta di cambiare il primo articolo della costituzione del 1948 va quindi in tale direzione.
Personalmente credo che la costituzione del 1948 andrebbe archiviata interamente per riscriverne una nuova di zecca.
Penso che sia infatti meglio impegnarsi sulla stesura di un nuovo testo, più agile, più flessibile, formato di soli principi generali e non di regole che ingessano la struttura statuale, anzichè rattoppare il testo esistente, già incanalato e inquadrato secondo la mentalità cattocomunista del 1948.
Mi spiego meglio.
Meno, molti meno articoli, che siano la petizione di principi quali la Sovranità che appartiene al Popolo (Art. 1 attuale), la parità senza discriminazioni (art. 3), la libertà di opinione e di manifestarla (art. 21), la libertà economica (art. 41), lasciando a leggi ordinarie, emanazione del parlamento quindi nel rispetto della Sovranità Popolare, le regole sui poteri della corte costituzionale, della magistratura, del presidente della repubblica, sulla composizione del parlamento, sulle autonomie locali.
Una costituzione, quindi, di Valori e di Principi, con il Popolo che, tramite il parlamento sua emanazione, produce (e con maggiore facilità modifica) tutte le norme necessarie ad intervenire nel concreto nella amministrazione dello stato.
Non sarà facile cambiare, soprattutto perchè i sacerdoti del testo attuale, elevato a idolo, sono irrimediabilmente appartenenti al passato, senza alcuna idea, progetto o prospettiva per il futuro.
In effetti i comunisti, con la morte della loro ideologia, non hanno più un “credo” ed hanno sostituito il marxismo con il feticismo verso un testo costituzionale che appartiene a quelli che possono ricordare come i loro “tempi d’oro”.
Ma l’Italia non può aspettare che, dopo il comunismo, scompaiano per inevitabili ragioni d’età, anche i comunisti e i loro caudatari, e sarebbe necessario un colpo di reni per cambiare integralmente la costituzione.
Il Pdl, il Centro Destra, invece di prendere le distanze da chi interpreta questa esigenza (come altre pienamente in linea con la “pancia” dell’elettorato) dovrebbe prendere la testa di un movimento rivoluzionario che abbia come sua tappa intermedia il cambiamento e le riforme, anche radicali, per dare all’Italia un governo che abbia gli strumenti per governare e non essere costantemente sgambettato e boicottato da piccoli sinedri non eletti dal Popolo.


Entra ne

Nessun commento: