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No alla deriva

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07 febbraio 2011

Finiremo come in Egitto ?

Nonostante in Egitto i sostenitori del Presidente Mubarak si fossero organizzati e scesi in piazza, aprendo allo scontro fisico, Mubarak sarà costretto a cedere anche e soprattutto perchè l’attuale amministrazione americana, confermando la sua totale inaffidabilità, non ha dato ascolto alla saggezza israeliana e, con somma ingratitudine, ha già buttato a mare il presidente egiziano.
Non dubito che il risultato sarà anche peggiore di quello che ottenne Carter quando adottò la stessa linea e abbandonò lo Scià di Persia consentendo ai fondamentalisti islamici di assumere il potere.
Ma questo riguarda l’affidabilità e la credibilità di quella che fu la nazione nostra principale alleata fino al 20 gennaio 2009 e che l’attuale amministrazione ha reso inaffidabile ed estranea.
A me interessa rilevare come il clima politico italiano sia molto simile a quello egiziano e che, così continuando, lo scontro nelle piazze sarebbe inevitabile se non ci fosse, come spesso dico, la partita di calcio e la sostanziale tranquillità economica.
Ma la rabbia montante, d’ambo le parti, è palpabile e basta poco per infiammare gli animi.
La responsabilità è tutta della sinistra che, per diciassette anni, non ha saputo fare altro che alimentare l’odio verso Berlusconi e i suoi elettori.
Il tutto con la complicità delle inchieste giudiziarie, della stampa e di ignobili trasmissioni televisive, peraltro pagate con i nostri soldi.
Anche per la considerazione che è risibile una minoranza che carica a testa bassa una maggioranza perchè sembra la classica scenetta del mingherlino che offende, dopo un tamponamento, un superpalestrato, prende uno squasso di legnate e dice ai vicini : visto come gliele ho cantate ?
Ma quelli di sinistra sono personaggi tristi, obbligati dal loro ambientalismo a cibarsi di mangime (perchè il loro altro non è) biologico, a ridurre il riscaldamento e a limitare l’aria condizionata d’estate, a curarsi “omeopaticamente” e ad usare lunghe frasi politicamente corrette per non dire pane al pane e vino al vino.
Le frustrazioni di una vita così piena di tabù e di obblighi, le riversano sbavando davanti ai programmi di Santoro, Floris e compagni e odiando con ogni loro cellula Berlusconi e chiunque verrà dopo di lui.
L’individualismo, vizio e virtù di ognuno di noi di Destra, ci salva da analogo comportamento.
Siamo più liberi, sappiamo dare il giusto peso alle vicende e, soprattutto, sappiamo collocare le varie questioni nel loro giusto rapporto con il nostro interesse.
Per cui, prendendo a prestito l’espressione da un forum di lettori di QN, se alle prossime elezioni si dovrà scegliere tra la tassa patrimoniale e Ruby, sceglieremo Ruby, perché non ci costa nulla, mentre la patrimoniale, tanto cara (come tutte le tasse) alla sinistra, ci costerebbe lacrime, sudore e sangue.
Può allora questa Italia camminare ancora assieme ?
Ne dubito.
Il pericolo di finire come l’Egitto, con scontri di piazza tra opposte fazioni, esiste.
E se prendessimo esempio dalla Cecoslovacchia che si è divisa consensualmente ?
Non sarebbe meglio ?


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2 commenti:

Nessie ha detto...

Dividersi consensualmente da chi? Dalla sinistra? Lo farei seduta stante. A proposito, la magistratura ha immediatamente scarcerato la feccia che ha fatto casino sotto Villa S. Martino perché il fatto non sussiste. Così come non sussisteva nemmeno la "duomata" di Tartaglia. I delinquenti hanno i loro amici in procura.

Massimo ha detto...

Sì. Il Sud per conto suo: si tenga Napolitano o richiami i Borbone, per me sarebbe indifferente. Roma e il Lazio autonome. Le regioni del centro, rosse come sono, affidate ai ... patrimonialisti :-D e buon pro faccia loro e il Nord, con esclusione di Liguria ed Emilia troppo rosse, a Berlusconi e Bossi. Ovviamente chi vuole aggregarsi ad un'altra zona di influenza potrà farlo con un pacifico scambio con chi, dall'altra parte, volesse cambiare (modello evoluto della divisione tra India e Pakistan) e la cittadinanza dipenderebbe dallo ius sanguinis ;-).