Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

08 novembre 2010

Chiarezza sui progetti

Non tutto il male vien per nuocere.
La formalizzazione dell’uscita dei finioti dal Centro Destra, pur tardiva, aiuterà a fare chiarezza nel panorama politico italiano.
Si spera che, riponendo le retoriche della “legalità” etc., si cominci a parlare concretamente di quale Italia si vuole.
Legittimo, per carità,
fare l’elogio delle tasse e
tornare a ravanare nelle nostre tasche,
pensare che il pubblico debba intervenire in ogni aspetto della nostra,
che si debba regolare con norme e leggi ogni attività,
che si debba assistere e pagare stipendi anche a chi produttivo non è,
che si debba accogliere gli stranieri concedendo loro cittadinanza e voto,
che si assecondino i capricci di tutte le categorie e sottocategorie,
che si introducano leggi che permettano la soppressione dei malati e la fecondazione eterologa e oltre,
che i magistrati possano intervenire nel processo legislativo ribaltando il voto popolare,
che i cittadini possano essere spiati nelle loro conversazioni private.

Legittimo, ma devono essere i cittadini a deciderlo votando chi propone tale “progetto” e chi si riconosce in quella Italia deve dirlo con chiarezza, senza infingimenti e, soprattutto, senza mascherarsi dietro la facile retorica delle belle parole buone per tutte le stagioni.
Noi però sappiamo che, pur con tutte le difficoltà, Berlusconi e Bossi hanno rispettato l’impegno con i loro elettori di ridurre o, comunque, non aumentare le tasse e di mantenere una linea progettuale che freni e tendenzialmente azzeri le spese improduttive e i costi a carico dei cittadini per compiacere clientele e attuare assistenzialismo fine a se stesso.
Adesso possiamo fare chiarezza.
Tasse: un “no” secco all’aumento della tassazione sui risparmi e sulla casa e un “no” altrettanto secco alle “tasse di scopo”, con la tendenza a semplificare e ridurre l’imposizione fiscale, abolire il bollo auto e il canone televisivo.
Immigrazione: cittadinanza e, a seguire, voto solo a chi mostra di volersi integrare e assimilare nella nostra società, trascorso un congruo lasso di tempo, non inferiore agli attuali dieci anni, previo accertamento della conoscenza della lingua italiana e mutuando l’istituto americano per cui chi non è nato in Italia non può ricoprire incarichi politici nazionali (presidente della repubblica, del senato, della camera e del consiglio) unendo lo ius sanguinis (è cittadino il figlio di un cittadino) del diritto romano con lo ius soli (è cittadino chi nasce su quella terra) dei barbari.
Federalismo: unicuique suum. Un principio che dovrebbe essere applicato con maggiore scrupolo, per cui ogni entità territoriale esprime i suoi amministratori che devono avere la possibilità di gestire il territorio con le risorse che produce il territorio.
Riduzione spesa pubblica: i soldi ci sono, basta sopprimere le spese inutili come i trasferimenti alla Rai, il fondo unico per lo spettacolo, i finanziamenti a fondo perduto ad enti e associazioni di nicchia, le spese per iniziative e manifestazioni di carattere ideologico e di parte.
Etica e morale: uno stato che si rispetti può essere fondato solo su solide basi etiche e morali. Per questo la Famiglia, intesa unicamente come unione di un uomo con una donna, è il nucleo fondamentale della società e, quindi, si deve escludere l'introduzione di norme che minano tale valore, incrinando i sani costumi della tradizione italiana.
Chi sosterrà, certificandolo con il comportamento sino ad oggi tenuto, queste tesi di base, avrà il mio voto e mi auguro che su queste basi si faccia chiarezza e sia imperniata la campagna elettorale e non sulla litania “Berlusconi sì, Berlusconi no”.
Se Berlusconi è il miglior interprete di tali proposte (e finora nessuno ha saputo dire e fare meglio) allora che sia Berlusconi per sempre !

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