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06 ottobre 2010

Cacciare Berlusconi non è un programma di governo

Noi Italiani abbiamo la fortuna di essere nati nel posto più bello al mondo.
Nonostante le gufate dei catastrofisti ecoambientalisti, nonostante le simpatiche lamentele che si tramandano da padre in figlio (“non ci sono più le stagioni di una volta”) da noi l’estate, l’autunno, l’inverno, la primavera, hanno, tutte, le loro caratteristiche e le loro piacevolezze.
Ed ogni stagione ha il suo fascino e la sua funzione che viene salutarmente recepita dal nostro corpo, nel fisico e nell’anima.
Abbiamo quindi bellezze naturali ed una storia ed una tradizione culturale che è la più gratificante che un Popolo possa avere.
Abbiamo prodotti alimentari, abbiamo laboriosità produttiva in larghi strati della popolazione.
Potenzialmente siamo la nazione più ricca al mondo grazie a tale complesso di elementi (naturali, storici, etnici).
Il buon Dio, però, non ha evidentemente voluto concedere a noi Italiani troppo vantaggio e, così, per renderci la vita meno facile, ci ha anche dato un esasperato individualismo.
Nessuno di noi riconosce con facilità i meriti altrui e quindi siamo sempre più pronti a criticare e ad ostacolare che a collaborare nella realizzazione di opere concrete.
Pensate a quanto saremmo più ricchi se non ci fosse stata la continua demolizione di ogni progetto politico e produttivo (a cominciare, ad esempio, dallo stolto rifiuto delle centrali nucleari).
In politica le caratteristiche degli Italiani vengono elevate all’ennesima potenza, nel bene e nel male.
Siamo riusciti a ritrovare una unità perduta grazie a uomini come Cavour e Vittorio Emanuele II, ma siamo anche riusciti a elevare muri invisibili ed ormai invalicabili tra Nord e Sud.
Siamo riusciti a vincere una Grande Guerra che completò la nostra unità, ma socialisti e comunisti riuscirono a negare tale successo creando i presupposti per l’avvento del Fascismo.
Siamo risorti dopo una guerra persa malamente e nella vergogna, abbiamo creato il boom degli anni sessanta, ma nello stesso tempo abbiamo alimentato il più grande partito comunista dell’Occidente che ha costantemente boicottato la nostra crescita, con le sue diramazioni sindacali e l’infiltrazione nella scuola e nelle istituzioni, oltre a sposare tutte le cause che potessero demolire i costumi e le tradizioni italiche.
Siamo riusciti a vedere, restando liberi, il fallimento del comunismo, ma siamo arrivati al punto che è dovuto scendere in campo un imprenditore allora quasi sessantenne per impedire che i comunisti, sopravvissuti al crollo della loro ideologia, conquistassero il potere anche se un democristiano, “cattolico adulto”, ha poi consumato quel misfatto che il Popolo aveva sempre evitato: comunisti al governo.
Adesso invece di occuparci di questioni importanti (tasse, immigrazione, federalismo, giustizia, sicurezza) si pensa a quale legge elettorale scrivere per impedire la vittoria elettorale di Berlusconi, si pensa ad una legge sul c.d. “conflitto di interessi” per impedirgli anche di candidarsi (non sia mai che riesca comunque ad ottenere troppi voti ...) in una cacofonia di aspiranti tenori, ognuno dei quali pensa a se stesso come al direttore di orchestra, senza però averne le qualità, ma solo l'ambizione.
Le tasse vanno ridotte (e senza aggiungere : tassiamo le rendite finanziarie, cioè i risparmi, e quelle immobiliari, cioè le case) ?
L’immigrazione va fermata e gli illegali espulsi senza “se” e senza “ma” ?
Il territorio deve poter godere delle ricchezze che produce grazie anche alla laboriosità dei suoi cittadini ?
I magistrati devono applicare le leggi o possono spaziare con teoremi e interpretazioni a loro piacimento (tanto chiunque può elaborare una tesi e difenderla con ragionevole logica) ?
I cittadini hanno il diritto primario alla propria incolumità ed alla protezione della loro proprietà ?
Sono le questioni che interessano il Popolo e le risposte a quelle domande, semplici, non possono essere la legge elettorale o il conflitto di interessi.
Cacciare Berlusconi non è un programma di governo, non è una priorità, non è neppure un punto residuale di un serio programma di governo e tantomeno di un progetto di società.
E’ solo un interesse per i vecchi funzionari di partito perchè possano riappropriarsi della macchina dello stato nel loro esclusivo interesse ed espropriando il Popolo dalla scelta diretta di chi deve governarlo.

CONSIGLI PER LA LETTURA. Ancora una volta Marcello Veneziani ci fornisce, con la sua scrittura chiara e diretta, un indirizzo politico e culturale. E' caldamente consigliata la lettura del suo articolo, pubblicato oggi ne Il Giornale e ripreso da Elly qui


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