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05 luglio 2010

Brancher e la manipolazione mediatica di matrice comunista

Brancher ha fatto male a dimettersi.
Berlusconi ha fatto malissimo ad accettarle (o sollecitarle).
Il voto di fiducia a Brancher, indipendentemente dal merito (ma chiunque è innocente finchè non viene condannato con sentenza passata in giudicato) poteva essere un opportuno casus belli per cacciare i finioti dal Pdl.
Perchè se Fini, per gli accordi intercorsi, non si può sbattere fuori come meriterebbe, i suoi fedeli che votassero contro la fiducia ad un Ministro, sì.
E si sarebbe finalmente chiusa ogni storia con un epocale scontro nel quale l’unica soluzione sarebbero state le elezioni anticipate e l’estromissione definitiva di Fini dal Centro Destra.
Mi auguro che Berlusconi abbia in mente strategie più raffinate, ma ugualmente tombali del rapporto con i finioti.
Non so quali possano essere, personalmente ero e resto per la spada rispetto al fioretto o, peggio, allo stiletto che, forse, è quello che il principale “consigliore” di Berlusconi vuol favorire.
Già quel Gianni Letta che diventa sempre più un freno alle speranze del Centro Destra e un ponte con Napolitano e la sinistra.
Quel Gianni Letta il cui nipote Enrico, vicesegretario del pci/pds/ds/pd, pur essendo di provenienza non comunista, ha dimostrato di aver ben appreso la tecnica comunista della manipolazione mediatica presentandosi in televisione per dichiarare che il Centro Destra è una maggioranza costruita per vincere le elezioni ma incapace di governare, nella quale starebbero “esplodendo tutte le contraddizioni”, per concludere chiedendo che "se questo esecutivo non è in grado di governare la palla passi al Colle perché l’Italia in questo momento di crisi economica ha bisogno di essere governata".
Difficilmente in poche parole si possono trovare così tante manipolazioni della realtà.
La maggioranza elettorale tra Pdl e Lega è quanto di più coeso ci possa essere per i Valori comuni che vengono espressi sulle grandi questioni etiche, morali, di ordine pubblico e di legislazione fiscale e immigratoria.
Sicuramente questa maggioranza è di gran lunga più coesa di qualsiasi maggioranza si possa inventare Bersani con Di Pietro, Casini, Fini, Rutelli.
Ma proprio perchè questo governo agisce (e non mette le mani nelle tasche dei cittadini ma, anzi, per la prima volta fa pagare chi ha, invece, sempre incassato), proprio perchè ha “osato” toccare i santuari e le nicchie del privilegio e dei “poteri forti”, che non sono solo quelli industriali e finanziari, ma anche quelli del pubblico impiego, della magistratura, dei sindacati, del giornalismo, degli enti locali attuali, è oggetto di attacchi.
Si vuole fermare il rinnovamento della Nazione, per riportarla al notabilato della prima repubblica, alle spartizioni, alle imposizioni nei confronti dei cittadini da trattare come sudditi e non come uomini liberi.
Impossibilitati a convincere gli elettori sui programmi, sui fatti, ci hanno provato con l’uso spregiudicato di intercettazioni e pentiti.
Inutilmente.
Adesso ci provano cercando di creare la percezione che il Centro Destra sia diviso e in lite, vendendo al pubblico la storiella per cui quei quattro gatti che seguono Fini possano rappresentare una parte importante del Centro Destra.
Vogliono evitare il ricorso alle urne che mostrerebbe lo scarso valore di Fini che, fuori dal Centro Destra, farebbe solo concorrenza alla sinistra da cui ha mutuato tutte le parole d’ordine.
Ma perchè il bluff di Fini e le manipolazioni mediatiche alla Enrico Letta siano inchiodate davanti a tutti, Berlusconi deve forzare il gioco, trovare un casus belli e rompere con i finioti.
Anche a costo di vedere qualche deputato lasciarlo, a costo di perdere questa maggioranza parlamentare a favore di una ammucchiata tra Di Pietro e Casini, Bersani e Fini, Rutelli e Vendola.
Se mai costoro riuscissero, oggi, a trovare una maggioranza parlamentare, per Berlusconi sarebbe un investimento per il futuro perchè, male che vada, nel 2013 si voterà e, allora, sarà il Popolo a condannare i ribaltonisti di regime e gli inciucisti di professione.



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