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18 giugno 2010

Tassa sulle banche: una boiata pazzesca !

I governi europei sembra abbiano trovato un accordo per appioppare una tassa sulle banche.
Come in una vignetta di Forattini di tanti anni fa (credo sia del 1992) in cui si vedeva Craxi che guardava Amato (disegnato come un topo) uscire da una cassaforte con bracciate di banconote e che gli diceva: io i soldi vado a prenderli dove ci sono, così la vecchia e stanca europa, invece di procedere con decisione sulla strada indicata anche dalla manovra del Governo Italiano dei tagli al pubblico, cerca di rimpinguare le casse cui attingere con una nuova tassa.
E’ una scelta sbagliata e solo demagogica.
Infatti suscita gli entusiasmi di chi, dimostrando una accentuata miopia, pensa che con quella tassa siano puniti tutti coloro che, in qualche modo, lui crede abbiano provocato la crisi finanziaria o, più meschinamente, pensa lo abbiano personalmente danneggiato magari rifiutandogli un fido o applicando un tasso superiore a quello del vicino.
Se qualcuno crede che “le banche”, questo Moloch senza volto e senza identità, pagheranno qualcosa, si tolga ogni illusione.
Che la tassa sia applicata sul risultato netto, su quello lordo, sul patrimonio, sulla raccolta, gli impieghi o quant’altro, le contromisure saranno rapide ed efficaci e andranno sostanzialmente in tre direzioni.
La prima relativa ad una attenta imputazione delle voci di bilancio, magari aumentando gli accantonamenti se sarà utile allo scopo o svalutando/rivalutando (a seconda della opportunità) il patrimonio, per neutralizzare in tutto o in parte gli effetti della tassa, riducendo quello che, comunque, dovranno pagare agli stati.
In secondo luogo applicando nuove commissioni (o simili) e aumentando quelle in essere in modo da scaricare sui clienti parte del costo della tassa europea che, così, sarà pagata dai semplici cittadini che, magari, alla notizia della decisione europea hanno entusiasticamente applaudito.
In terzo luogo riducendo i costi del personale, cioè bloccando o limitando gli aumenti contrattuali attesi in Italia con la scadenza del contratto il prossimo 31 dicembre provocando, quindi, un maggior interesse dei dipendenti a quella parte variabile di salario che è rappresentata dai sistemi incentivanti e che deriva sostanzialmente dai risultati della vendita ai prodotti.
Così, anche in questo caso, il costo finale della tassa europea sarà pagata dai clienti delle banche.
Ma a parte questo arido e noioso conteggio da ragionieri su chi in realtà pagherà la tassa europea sulle banche, c’è un motivo di gran lunga più rilevante per essere contrari alla decisione di ieri ed è proprio il principio malsano della introduzione di una nuova tassa, invece di ridurre ed eliminare quelle esistenti.
Aumentare o introdurre nuove tasse è una aberrazione perchè abbiamo abbondantemente visto l’uso che il pubblico fa dei soldi che sottrae ai contribuenti e non ha alcuna importanza se questi sono semplici privati, lavoratori dipendenti, autonomi, professionisti, pensionati oppure industrie, commercianti, artigiani o banche.
Consentire che il pubblico continui a disporre di troppo denaro, significa perpetuare una situazione in cui il contribuente è sottoposto ad una condizione servile, dovendo acconsentire che, con il denaro che lui guadagna, altri decidano come e dove spenderlo.
La strada maestra è la riduzione della spesa pubblica che vada a braccetto con la riduzione delle tasse e la fornitura di servizi a prezzi di costo che siano pagati da chi ne usufruisce e non dalla totalità dei cittadini.
La strada maestra è la manovra Tremonti, con un budget fisso (e progressivamente ridotto) per tutti gli enti pubblici (dalla magistratura alle regioni, dai comuni alle scuole, al catasto, ai ministeri, alla sanità) all’interno del quale decidere le spese e rapportarvi i costi.
Il buon amministratore riuscirà a fornire i servizi essenziali senza sforare.
Il cattivo amministratore non sarà capace di farlo e, meritatamente, sarà cacciato a calci nel fondo schiena e senza alcuna buonuscita anzi venendo chiamato a rispondere personalmente dei “buchi” provocati dalla sua imperizia.
Nel contempo ognuno di noi vedrà progressivamente aumentata la sua capacità economica grazie ad una progressiva riduzione delle tasse.
Aumentando la capacità economica, aumenterà anche la capacità di spesa diventando un volano per l’economica, giacchè ognuno di noi preferisce, di gran lunga, spendere in base ad una propria decisione per quel che interessa, piuttosto che vedersi sottratti denari dalle tasse per vederli volar via verso indistinti lidi e sconosciute tasche.
Ecco perchè la tassa sulle banche decisa, unanimemente, dai governi europei è una autentica bestialità o, come Villaggio fece dire a Fantozzi (in un rigurgito di dignità all’ennesima proiezione del noiosissimo “La corazzata Potemkim”): una boiata pazzesca !


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