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20 dicembre 2009

Berlusconi non si faccia coglionare

In questa giornata in cui il gelo esterno fa da contraltare al piacevole calore della casa, dopo una salutare camminata per arrivare all’edicola più vicina e ritorno (in tutto due chilometri di cui uno – il rientro – in salita) apro il Resto del Carlino e leggo che Berlusconi “si fida” di Bersani.
Ecco l’argomento del post odierno servito su un piatto d’argento.
Io non mi fido di Bersani, né di qualunque altro lupo (comunista o di sinistra) mascherato da agnello (democratico o liberale).
Seguo la politica, mi sembra, dalla nascita.
In realtà mi ci appassionai nel dicembre 1964, a quasi otto anni, per lo “spettacolo” che portò alla elezione di Saragat come presidente della repubblica.
E, dalla nascita, sarà per influenza famigliare, sarà per il mio dna allergico a tutto ciò che puzza di sinistra, di socialista o di comunista, non ho mai avuto alcuna fiducia nei comunisti e nei loro caudatari.
Così non apprezzo il pensiero – se fosse realmente il suo e non di qualche interessato esegeta – di un Berlusconi debilitato dall’attentato della scorsa settimana.
Non solo non l’apprezzo ma credo sia doveroso avvertire il Premier che se, per amore del “dialogo”, dovesse abbandonare la retta via che aveva ripreso dopo lo sbandamento del 2008, rischia di ritrovarsi in balia dei vari Tartaglia che, come vediamo nelle adesioni ai gruppi antiberlusconiani, sono pronti dietro l’angolo.
Ma, soprattutto, Berlusconi ricordi che l’unica barriera tra lui e la rovina (giudiziale, economica, politica) è il sostegno elettorale del Popolo.
Accordarsi, con il necessario compromesso che significherebbe la rinuncia a importanti posizioni di Principio, a Valori, a Ideali, anche per una sola riforma con la sinistra, equivarrebbe a sgretolare quella barriera e, poi, si ritroverebbe in balia di chi non aspetta altro per sbranarlo.
Senza poter, con credibilità, rivolgersi al “suo” Popolo che lui, per primo, avrebbe abbandonato per inseguire la chimera della “condivisione”.
Nel post precedente ho elencato i punti essenziali sui quali non è accettabile neppure un passo indietro (o verso la sinistra) e qui non posso fare altro che richiamarli.
Purtroppo sono proprio quelli i punti sui quali un eventuale “dialogo” inciderebbe, dando una spinta, forse irreversibile, alla nostra Nazione verso il degrado politico, economico, morale.
Mi auguro che 16 anni di vita politica abbiano sufficientemente indurito il carattere di Berlusconi, al punto che lungi dall’essere la vittima come accadde nel 1994 quando Scalfaro gli fece pelo e contropelo, sia lui a coglionare Bersani, Casini, Fini e compagnia, sfruttando a suo favore (e nel senso desiderato dal “suo” Popolo) il “dialogo”.
Che i salamelecchi di questi giorni siano solo intonati al clima natalizio, ma che la sostanza resti quella di sempre, per un’Italia migliore, più forte, più rispettata, più ricca, più sicura.
Esattamente il contrario di ciò che porterebbe una collusione con la sinistra sui temi “forti” dell’immigrazione, dell’omosessualità, del fine vita, delle tasse, dello statalismo, della giustizia.

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1 commento:

nessuno ha detto...

Vogliamo augurarci allora un Natale veramente nostro, senza strani colori e imbarazzanti versioni"mondialiste"? Auguri Massimo e che la forza sia con tutti quelli che difendono la loro identità, Berlusconi compreso.