Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

21 luglio 2008

Sei un vero Conservatore ?

Prima di partire per le vacanze, lascio un piccolo “divertissement”, facilmente intuibile nelle risposte … la chiave di lettura al mio ritorno.
E’ estate per tutti …


Sei un vero Conservatore ?

25 domande per scoprirlo.

1) Paul McCartney o John Lennon ?
2) Fortitudo o Virtus (questa è essenzialmente per i bolognesi) ?
3) Richelieu o Cromwell ?
4) Giulio Raimondo Mazzarino o Paul de Gondy ?
5) Impero Britannico o Impero Spagnolo ?
6) Bagno o doccia ?
7) Slip o boxer ?
8) Sigaretta o Pipa ?
9) Whisky o grappa ?
10) Vino o birra ?
11) Rivoluzione francese o Rivoluzione Americana ?
12) Un estraneo entra in casa tua. Hai la pistola carica a portata di mano e sei un esperto tiratore: cosa fai ? Gli spari oppure non fai resistenza e ti affidi alla speranza che non ti faccia nulla e sia poi catturato ?
13) Nord o Sud ?
14) Abramo Lincoln o Jefferson Davis ?
15) Cow Boys o indiani ?
16) Roma o Cartagine ?
17) Tortellini o spaghetti ?
18) Cotoletta alla milanese o wienerscnhitzel ?
19) Mare o montagna ?
20) Auto o moto ?
21) Est o Ovest ?
22) Cesare o Pompeo ?
23) Mario o Silla ?
24) Bionde o brune ?
25) Veline o femministe ?

Buone vacanze.


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20 luglio 2008

Riforma o Restaurazione della Giustizia ?

Si fa tanto parlare di “riforma della giustizia”.
Ma si riforma qualcosa che c’è.
Secondo voi c’è vera Giustizia in Italia ?
Un magistrato che libera due rom sorpresi a rubare perché il furto sarebbe nel loro costume di vita.
Un altro che assolve un “rasta” che detiene e usa ingenti quantità di droga, perché serve alla meditazione della sua religione.
Un terzo che autorizza a staccare le macchine che tengono in vita una persona.
Pluriomicidi liberi di compiere, dopo i precedenti quindici, un sedicesimo omicidio.
In compenso chi si difende sparando ai banditi che violano la sua proprietà, viene messo sotto inchiesta.
Così come sotto processo (e persino condannati, con lo spreco di iperboli quali “massacri” quando nessuno è morto !) sono finiti i Poliziotti che hanno cercato di difendere Genova nel 2001 dall’orda dei no global, assurti all’incredibile ruolo di “eroi”.
E dai grandi temi si potrebbe scendere alla gestione quotidiana di attese, bolli, rinvii contro cui il cittadino onesto si scontra se cerca di rivolgersi alla giustizia italiana per far valere le sue ragioni.
Quindi non di “riforma” si dovrebbe parlare, bensì di “restaurazione” della Giustizia.
E la si può ottenere con piccoli ritocchi quali la separazione della carriere o la revisione del Csm ?
Non credo.
Credo che per riavere Giustizia, l’Italia debba azzerare tutto l’esistente e procedere su basi nuove, anche nelle persone.
L’idea di Bossi di magistrati eletti è validissima, ma non basta.
Gli attuali magistrati dovrebbero essere tutti sostituiti da nuove figure ben separate.
Da un lato i Giudici veri e propri, che siano scelti tra esperti di diritto (avvocati, docenti, giuristi) e che non abbiamo alcun ruolo nell’esercizio dell’azione penale.
Azione penale che spetta ai procuratori, eletti dai cittadini, con un mandato a termine, che possano, nell’esercizio obbligatorio dell’azione penale, scegliere le priorità, i reati che, in quel momento, offendono maggiormente il sentimento comune e, quindi, vadano più di altri perseguiti.
Con il loro operato sottoposto periodicamente al giudizio del Popolo.
Sarebbe anche necessario obbligare al deposito di una cauzione da parte di chiunque sia attore di un’azione giudiziale, per evitare il rischio di querele, citazioni o altro presentate impulsivamente, e che, una volta archiviate con l’attore soccombente, costringano chi è stato – ingiustamente – convenuto e disturbato nella sua vita, ad inseguire il rimborso delle spese ed il risarcimento del danno, con aggravio di seccature e di spese.
Se vogliamo riavere una vera Giustizia in Italia, non possiamo, quindi, limitarci ad una semplice “riforma”.


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18 luglio 2008

L’uguaglianza malintesa che distrugge la Civiltà

In principio era la Sicurezza.
La campagna elettorale della Lega (quella del “partito di centro, moderato e liberale” si limitava a piattire il “voto utile” contro la Destra) era tutto un parlar di Sicurezza, di Legge e Ordine.
Acquisito il ministero degli Interni con un cavallo di ritorno (Roberto Maroni) sembrava che nei primi cento giorni si dovessero attuare quei provvedimenti cui i cittadini anelavano da anni, ma che il pensiero debole (in tutti i sensi) della sinistra aveva bollato come “razzisti, xenofobi, discriminatori”.
Impronte ai rom (anche ai bambini), introduzione del reato di immigrazione clandestina, poteri ai sindaci di determinare criteri rigorosi per la concessione della residenza.
Ai primi refoli di protesta, che ha trovato eco persino con una interferenza straniera che andava respinta sic et simpliciter, con il “vaffa” di grillina memoria, senza profondersi in giustificazioni o nell’invio di “rapporti”, le cose sono radicalmente cambiate.
Del reato di clandestinità si è persa traccia, declassata a semplice “aggravante” nel caso in cui l’illegale commettesse altri reati.
I poteri ai sindaci sono poco più di un buffetto sulla guancia.
Le impronte ai rom (anche ai bambini) sono state trasformate in privilegi per i rom stessi che adesso avranno campi a cinque stelle, la cittadinanza gratis et amore Dei per i minori (così dopo non avremo nessuna ragione per procedere ad espulsioni) e abbiamo assistito ad una patetica rincorsa tra i governativi e i loro oppositori di sinistra per chi fosse più disponibile a concedere benefici ai rom.
Fino al colpo finale: dal 2010 impronte per tutti.
Così, quella teoria di cui la sinistra nega con forza la validità se sono di mezzo Craxi o qualche altro indagato ( il “così fan tutti” perché “tutti colpevoli, nessun colpevole”) diventa il momento di incontro tra governativi e sinistra: impronte a tutti e non se ne parli più.
Dando una soluzione uguale a situazioni differenti, creando quindi discriminazione reale nei confronti dei cittadini onesti che vengono così inseriti nel calderone dei sospetti, senza alcuna differenziazione con gli ambienti più inclini alla delinquenza.
Se questa è la Sicurezza, la Legge e l’Ordine della coppia Berlusconi-Maroni, allora siamo molto, ma molto lontani dalle reali necessità dei cittadini onesti che vorrebbero vivere circolando per le strade senza essere molestati da rom più o meno adulti che chiedono l’elemosina e senza doversi preoccupare, andando in vacanza (ma anche quando si è in casa o al lavoro) di blindare la propria abitazione come se fosse Fort Knox.

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13 luglio 2008

La Vita è meravigliosa

No, non è un nuovo commento all’indimenticabile film di Frank Capra con James Stewart, che, pure, mi ha ispirato il titolo del post che è anche il messaggio del film.
Questa è una riflessione sulla vicenda che ha conquistato le prime pagine dei giornali a seguito di una discutibile decisione di una corte di appello, con la magistratura che, ancora una volta, interpreta la legge per crearne, di fatto, una nuova che, ancora, il parlamento – volutamente – non ha approvato.
Mi riferisco alla vicenda di Eluana Englaro, in coma da 19 anni, il cui padre, da tempo, chiedeva di essere autorizzato a staccare gli strumenti che la tengono in vita: è stato accontentato.
Io non so, in questo caso, quale possa essere la risposta giusta credo sbagliatissimo farne una questione “di bandiera” tra i sostenitori dell’eutanasia, i cui maggiori urlatori altri non sono che le solite frattaglie anticlericali che abbiamo visto all’opera l’8 luglio scorso in piazza Navona, e quelli contrari “a prescindere” che magari non hanno – per loro fortuna – mai avuto esperienze che possano anche solo avvicinarsi a quella di Eluana.
E’ però certo che non c’è una legge che consente l’eutanasia.
Non c’è una legge che possa applicare una presunta volontà espressa da chi non è più in grado di manifestare la sua.
Ma, soprattutto, la vita non è un bene disponibile.
Molti anni fa, a mia madre fu diagnosticato un tumore maligno.
Morì dopo 21 mesi.
Gli ultimi tre furono i peggiori.
Più per noi, penso, che per lei, ormai quasi sempre incosciente.
Se fosse esistita una legge sull’eutanasia avrei probabilmente dato il mio consenso a procedere.
Anni dopo ho capito che sarebbe stato un atto di egoismo, mio personale, per la mia tranquillità.
L’ho capito quando toccò a mio padre un ben più lungo travaglio, anche se non della stessa portata, durato all’incirca cinque anni, con tanti – piccoli e meno piccoli - problemi.
Uno su tutti: la progressiva perdita della vista che, per uno come lui, abituato a “perdersi” nei libri era probabilmente la più grande menomazione.
Nonostante tutti i problemi mio padre non ha mai perso il suo particolare senso dell’umorismo, l’interesse per le vicende del mondo, la voglia di conoscere.
Ancora negli ultimi giorni, scherzava sul “lauto pranzo” che gli davano in ospedale e quando non riuscì più a mangiare due cose continuava almeno ad assaggiare: vino e un mezzo pasticcino con la crema che gli portavo quando andavo a trovarlo.
Poi, per dirlo con le parole che spesso usava, la macchina si è fermata del tutto.
Naturalmente.
Senza interventi esterni.
Pur nella progressiva menomazione (i “guasti della macchina dovuti all’età”) non ha mai, mai, pensato o anche solo accennato a voler porre fine alla sua sofferenza.
Certo, la situazione che ha affrontato mio padre è profondamente diversa da quella di Eluana, così come ogni singolo caso che porti a farci riflettere sul diritto alla vita è diverso da ogni altro.
Ma, personalmente, e non può che essere una riflessione strettamente personale fondata sull’esperienza personale, sono giunto alla conclusione che il principio sia il medesimo: la vita non è un bene disponibile e la medicina – con i suoi “operatori” – deve aiutare a vivere, semmai deve aiutare a vivere senza sofferenze, ma mai, mai, deve essere strumento di morte.

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10 luglio 2008

Risposta al parlamento europeo: me ne frego !

Il parlamento europeo, l’inutile idrovora di denaro pubblico capace solo di disporre provvedimenti lobbistici e interferire con la Sovranità dei singoli stati nazionali, ha votato a maggioranza una risoluzione (non vincolante) contraria ai provvedimenti che il governo italiano intende adottare per rinforzare la sicurezza dei propri cittadini.
C’è una sola risposta possibile che coniughi dignità, sovranità e tutela dei cittadini onesti:
ME NE FREGO della risoluzione europea !
Il Ministro Maroni sembra, in questa circostanza, fare onore al suo cognome, dichiarando che “Il governo italiano andrà avanti fino in fondo", perché "é una battaglia di civiltà”.
Mi auguro che alle parole seguano i fatti e, senza se e senza ma, si proceda massicciamente e celermente a raccogliere le impronte digitali a tutti i rom, grandi e piccoli, uomini e donne.
E se qualche parlamentare europeo si indigna, allora sono pronto a contribuire per pagare un biglietto, di sola andata, ai rom perché si installino a casa di tali parlamentari, purchè fuori dai confini nazionali.
Questa orgia di finto garantismo, che premia chi vive ai margini (e a volte oltre) della legalità, facendo ricadere sulle spalle dei cittadini onesti il prezzo di simili pruriti garantisti, deve cessare e l’occasione è proprio quella di rispondere alla risoluzione europea, con un corale, sonoro:

ME NE FREGO !


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08 luglio 2008

La sicurezza è un bene primario

L’offensiva delle verginelle buoniste contro gli annunciati provvedimenti per garantire la sicurezza ai cittadini onesti sta assumendo le proporzioni dello sbarco in Normandia.
Non bastavano i singulti delle variegate associazioni che non vogliono toccare Caino e se ne fregano di Abele,
non bastava l’indebita interferenza di un commissario europeo,
non bastava la caciara della sinistra che, pur di non far identificare i rom è disposta a consegnare le proprie impronte,
non bastava un monsignore (!?!) della curia milanese,
non bastavano i rom stessi che manifestano per consegnare le proprie impronte come se fosse sufficiente a tutelarci dai furti negli appartamenti,
non bastava un prefetto che punta i piedi contro le disposizioni del governo che dovrebbe solo “eseguir tacendo”,
ci si mette anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno che si dichiara contro il rilevamento delle impronte ai bambini rom.
E quello sarebbe uno di Destra ?
Legge e ordine ?

E, ancora, dove vive il sindaco Alemanno ?
Si direbbe in un fortino ben protetto da guardie che non lasciano filtrare nulla e nessuno, perché se vivesse tra il Popolo ( che pure l’ha votato : sai che scelta, l’alternativa era Rutelli !) saprebbe che proprio anche alcuni bambini rom vengono mandati in strada dai propri padri/padroni per furti e furtarelli, come ampiamente documentato anche da riprese televisive.
Io mi domando.
Se per difendere la mia proprietà fossi costretto a reagire con forza, provocando il ferimento e magari anche la morte di uno di quei ragazzi, avrei sicuramente una montagna di guai.
E se anche riuscissi a convincere (non a dimostrare, perché se reagisco contro uno che si intrufola a casa mia non devo dimostrare nulla sul mio diritto alla legittima difesa) che la mia reazione è stata proporzionata, se anche riuscissi ad ottenere un Giudice che non appartiene a quel gruppo di cui parla tanto bene Berlusconi, avrei comunque un danno enorme per il tempo perso e i costi che dovrei sostenere.
Se, invece, fosse da subito applicabile ogni misura tendente ad identificare i rom, sin dalla più giovane età, esisterebbe un deterrente e un modo per individuare quello criminale (grande o piccolo che sia) che aiuterebbe la prevenzione anche delle reazioni per legittima difesa e garantirebbe i rom onesti da accuse ingiuste.
E’ ora di smetterla di blaterare sempre e soltanto a difesa dei “diritti” di chiunque, tranne che dei cittadini onesti che hanno il sacrosanto diritto di sentirsi sicuri e garantiti dallo stato.
E se a qualcuno non piacciono le nostre leggi, se a qualcuno viene mal di pancia quando si tutela con forza (e con la forza) la proprietà privata e la incolumità dei cittadini onesti, allora quel qualcuno può anche andarsene in posti per lui più accoglienti (se lo vogliono … perché a parlare di quel che devono fare gli altri, nella fattispecie noi Italiani, sono bravi tutti !).
A maggior ragione se non è un cittadino Italiano.

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06 luglio 2008

La Spagna marcia in testa nella deriva

L’opera distruttiva intrapresa dal premier spagnolo che somiglia al fratello sciocco di un comico già di suo demenziale (ma Mr. Bean, almeno, recita una parte …) prosegue con le proposte di rimozione dei simboli religiosi che, come nel caso del Crocefisso, sono anche simboli di una Civiltà, la nostra Civiltà, quella che ha donato maggior benessere al maggior numero di persone nel mondo, più di qualunque altra civiltà passata o presente.
Naturalmente il congresso dei socialisti (che, come sempre, non mancano di fare danni a qualunque latitudine e longitudine operino) aggiunge anche una revisione – ovviamente permissiva – della legislazione sull’aborto e adombra l’ipotesi di introdurre l’eutanasia.
Se pensavamo che il fondo fosse stato toccato con la trovata – evidentemente emersa mentre il suo ideatore si guardava allo specchio – dei pari diritti per le scimmie con gli Umani, ci dobbiamo ricredere, osservando gli spagnoli di sinistra che allegramente bucano il fondo del barile e scavano, con energia che sarebbe meglio destinare a più nobili iniziative, sprofondando sempre più verso una deriva morale, civile, politica e sociale di cui non si vede la fine.
Sappiamo benissimo che ogni civiltà porta in se stessa i germi della propria distruzione.
La Storia ce lo ha insegnato e sembra che l’Occidente abbia già raggiunto il suo livello massimo e sia in piena decadenza.
Non è la naturale parabola delle cose umane che ci preoccupa, ma il fatto che siano proprio alcuni occidentali i promotori della decadenza, giocando per i nemici della Civiltà come quinte colonne.
Sono proprio coloro che, più di ogni generazione precedente, hanno potuto godere dei benefici della Civiltà ad agire per distruggerla.
E anche in quella istituzioni che ancora mantengono, almeno ai vertici, una consapevolezza e autorevolezza per indicarci la via giusta, si intrufolano individui che sembra più preoccupati di ottenere facile consenso che non di indicare la retta via.
Come, infatti, possiamo considerare in altro modo le parole di quel prelato (monsignore !!!) della curia milanese che critica le decisioni (ancora troppo deboli e ancora non definitive) del governo Berlusconi sulla sicurezza ?
Così la Spagna ha preso la testa nella non certo onorevole gara a chi cancella più a fondo e con più forza i Valori morali, le Tradizioni, i Simboli di una Civiltà che mai più grande è apparsa sulla faccia della Terra, sostituendole il nulla, il vuoto, morale, civile e sociale.
Un vuoto che non tarderà ad essere riempito da nuovi simboli, nuovi valori, nuove tradizioni che, però, non ci apparterranno e segneranno la fine della Civiltà, costringendo l’Umanità a riprendere il cammino, come si dice nei giochi di società, “dal via”, buttando a mare tutte le esperienze e i progressi di questi secoli.
Questa situazione emergenziale rende evidenti quei limiti dei nostri sistemi politici che non riescono a rispondere con decisione alle sfide del nichilismo e del relativismo, come possiamo osservare vedendo esaltati i profeti del nulla e demonizzati quanti cercano di riportare in auge Valori, Tradizioni, Gerarchie, Ordine.
La parte sana dell’Occidente non deve restare ancora a lungo a guardare passiva, occupandosi del proprio pur importante privato. mentre gli esaltati del nulla distruggono quel che i nostri Padri hanno faticosamente costruito nei secoli.

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03 luglio 2008

Berlusconi, la politica e le belle donne

Come noto, dopo 14 anni, la scelta di Berlusconi di caratterizzare il pdl come “partito di centro, moderato e liberaleestromettendone i Conservatori e la Destra invece di continuare con la politica della Coalizione di Centro Destra, mi portò a scegliere e votare la alternativa di Destra.
La campagna elettorale, l’infame insistenza con la quale Berlusconi, pur di raccattare un pugno di voti in più, agitò il “voto utile” e la “supplica” finale mi ha portato anche a dire: mai più con Berlusconi e con i suoi uomini.
Questo nonostante abbia – come testimonia lo sviluppo del dibattito nel blog di Storaceforti riserve sulla parte più agitata, sociale e antiamericana de La Destra con la quale ho ben poco a che spartire.
Devo però dire che Di Pietro, i magistrati, i giornalisti, i commissari europei, Veltroni e il pd, Casini e l’Udc, stanno facendo di tutto per farmi ricredere.
Gli attacchi – anche personali e volgari – mossi contro Berlusconi;
il voyeurismo gossipparo di certa stampa;
l’invasione di campo della magistratura che dovrebbe limitarsi ad applicare le leggi che il parlamento approva e non a cercare di dettarle a chi è stato eletto dal Popolo;
l’interferenza europea - al limite e forse oltre della lesa Sovranità - sulle scelte che il governo cerca di prendere per garantire la sicurezza ai cittadini, come il prendere e conservare le impronte digitali ai rom;
i racconti fantastici di Veltroni che, evidentemente, legge un’Italia che vede solo lui;
la scelta di Casini di firmare un documento assieme ai comunisti di Veltroni,
sono tutti elementi che rendono a me più (molto) gradita la politica del governo Berlusconi.
Non cambierò la scelta di non votarlo, perché non mi posso fidare di chi ha impostato la campagna elettorale, estromettendo la Destra dalla coalizione, sul voto utile e, soprattutto, non mi posso fidare (e sarebbe meglio che non si fidasse neppure lui) di personaggi come il signor Fini Gianfranco, ma tutto quel gruppo elencato gioca per Silvio.
Adesso è di moda, come ogni estate, sollazzarsi nel più squallido voyeurismo con le intercettazioni telefoniche, ricamandoci sopra gossip da film a luci rosse.
A Berlusconi piacciono le donne: questo è un punto (e anche più) a suo favore.
Avreste forse preferito che gli piacessero gli uomini ?
In un mondo a rovescio dove un ex ministro si bea di partecipare senza nascondersi al “gay pride”, ben venga un Premier cui piacciono le donne, possibilmente belle (non come Clinton i cui gusti femminili sono alquanto opinabili).
E credo che alle donne d’Italia piaccia la galanteria di un Presidente sensibile al fascino muliebre.
No, non è con questi “argomenti” (se tali possono essere considerati) che si può sperare di cambiare l’indirizzo, anche perché, così facendo, si passa in secondo piano il vero pericolo derivante dal governo Berlusconi.
Che non è una risibile dittatura prossima ventura, ma è l’incapacità di dare soddisfazione alle richieste del Popolo e, quindi, ritrovarsi nel 2013 con la sinistra al governo.
Grave, l’abbiamo già scritto, è la mancata previsione di riduzione delle tasse nel prossimo triennio.
Grave la socialdemagogia del grembiule per rendere i bambini tutti uguali.
Grave trasformare provvedimenti urgenti, come l’istituzione del reato di ingresso clandestino, da decreto legge in disegno di legge.
Grave accettare che un prefetto si permetta di contestare il provvedimento sulle impronte digitali dei rom.
Ci sono argomenti per criticare giustamente, da Destra e senza contaminarsi con la sinistra, Berlusconi e il suo “partito di centro, moderato e liberale”: perché usare la fastidiosa e controproducente tattica del giustizialismo e voyeurismo ?

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02 luglio 2008

Il grembiule ed i bambini

Il ministro dell'istruzione Gelmini ha idea di ripristinare l'obbligo del grembiule a scuola.
Non è ben chiaro se sia per le elementari (come alla mia epoca) o per l'intero ciclo dell'obbligo scolastico.
Con un pizzico di nostalgia, ripenso al mio grembiule nero, colletto bianco e fiocco blu che, senza alcun rimpianto, abbandonai con l'esame di quinta elementare.
Utile, il grembiule, per evitare di sporcare i vestiti ma, soprattutto, per dare un tocco di uniforme alla classe.
Purtroppo leggo che il proposito della Gelmini è fondato su un (a mio parere errato) concetto di uguaglianza che, in questo caso, sconfina nella massificazione.
La Gelmini, in un impeto socialdemagogico, vorrebbe imporre il grembiule per "oscurare" le "firme" che alcuni bambini indossano per volere dei genitori.
A me sembra una motivazione inutile.
Le differenze ci sono e, con o senza grembiule, emergerebbero comunque, magari nelel frequenti occasioni di feste in casa dell'uno o dell'altro.
Se tale è la motivazione della Gelmini, allora sono contrario al ripristino del grmbiule.
Se, invece, il grembiule è inteso come una educazione all'uniforme, quindi una forma esteriore di rispetto di una norma generale, allora sono favorevole.
Ancor più se questo significasse l'inizio di una rieducazione delle giovani generazioni all'ordine, alla disciplina, al rispetto dei superiori e della gerarchia.
Tutti elementi clamorasamente mancanti nella scuola odierna.
La rinasciata di una nazione passa attraverso al ripristino di un ordine anche mentale che parte dall'educazione a tali principi a scuola.
Il grembiule è l'uniforme dei bambini e può essere lo strumento esteriore per raggiungere scopi educativi ben più importanti che non una esternazione propagandistica socialdemagogica.

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