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20 luglio 2008

Riforma o Restaurazione della Giustizia ?

Si fa tanto parlare di “riforma della giustizia”.
Ma si riforma qualcosa che c’è.
Secondo voi c’è vera Giustizia in Italia ?
Un magistrato che libera due rom sorpresi a rubare perché il furto sarebbe nel loro costume di vita.
Un altro che assolve un “rasta” che detiene e usa ingenti quantità di droga, perché serve alla meditazione della sua religione.
Un terzo che autorizza a staccare le macchine che tengono in vita una persona.
Pluriomicidi liberi di compiere, dopo i precedenti quindici, un sedicesimo omicidio.
In compenso chi si difende sparando ai banditi che violano la sua proprietà, viene messo sotto inchiesta.
Così come sotto processo (e persino condannati, con lo spreco di iperboli quali “massacri” quando nessuno è morto !) sono finiti i Poliziotti che hanno cercato di difendere Genova nel 2001 dall’orda dei no global, assurti all’incredibile ruolo di “eroi”.
E dai grandi temi si potrebbe scendere alla gestione quotidiana di attese, bolli, rinvii contro cui il cittadino onesto si scontra se cerca di rivolgersi alla giustizia italiana per far valere le sue ragioni.
Quindi non di “riforma” si dovrebbe parlare, bensì di “restaurazione” della Giustizia.
E la si può ottenere con piccoli ritocchi quali la separazione della carriere o la revisione del Csm ?
Non credo.
Credo che per riavere Giustizia, l’Italia debba azzerare tutto l’esistente e procedere su basi nuove, anche nelle persone.
L’idea di Bossi di magistrati eletti è validissima, ma non basta.
Gli attuali magistrati dovrebbero essere tutti sostituiti da nuove figure ben separate.
Da un lato i Giudici veri e propri, che siano scelti tra esperti di diritto (avvocati, docenti, giuristi) e che non abbiamo alcun ruolo nell’esercizio dell’azione penale.
Azione penale che spetta ai procuratori, eletti dai cittadini, con un mandato a termine, che possano, nell’esercizio obbligatorio dell’azione penale, scegliere le priorità, i reati che, in quel momento, offendono maggiormente il sentimento comune e, quindi, vadano più di altri perseguiti.
Con il loro operato sottoposto periodicamente al giudizio del Popolo.
Sarebbe anche necessario obbligare al deposito di una cauzione da parte di chiunque sia attore di un’azione giudiziale, per evitare il rischio di querele, citazioni o altro presentate impulsivamente, e che, una volta archiviate con l’attore soccombente, costringano chi è stato – ingiustamente – convenuto e disturbato nella sua vita, ad inseguire il rimborso delle spese ed il risarcimento del danno, con aggravio di seccature e di spese.
Se vogliamo riavere una vera Giustizia in Italia, non possiamo, quindi, limitarci ad una semplice “riforma”.


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1 commento:

Anonimo ha detto...

hai perfettamente ragione
ciao
sarc.