Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 marzo 2006

Con Berlusconi lavoro vero, lavoro buono


Se il cuore di una campagna elettorale non può che essere l’argomento fiscale, perché chi vuole aumentare le tasse sul reddito e sui risparmi, diminuisce la libertà individuale, vi sono anche altri temi che forniscono materia di giudizio per scegliere consapevolmente il voto da esprimere il 9 e 10 aprile.
In questo siamo aiutati dalla possibilità di confrontare due quinquenni: quello 1996 – 2001 con la sinistra al governo e quello 2001-2006 con Berlusconi Presidente.
Certo, i due periodi non hanno avuto le medesime opportunità, visto che la sinistra ha governato durante gli anni di “vacche grasse” mondiali, mentre Berlusconi ha ereditato il Governo del paese quando la crisi mondiali era già evidente, con le borse in calo dalla fine 1999, ed è passato anche attraverso l’11 settembre 2001, l’11 marzo 2004 e il 7 luglio 2005, cioè con la deflagrazione del terrorismo musulmano che ha portato la guerra nel cuore dell’Occidente.
Ciononostante il Governo Berlusconi ha all’attivo risultati che surclassano quelli della sinistra: vediamo quali e perché.
Parliamo di lavoro.
La sinistra sul lavoro ha precarizzato con i Co.co.co. (Collaboratori Coordinati Continuativi) introdotti nel 1997-1998 e ha semplicemente assistito clientelarmente con i famigerati L.S.U. (lavoratori socialmente utili) che si sono risolti solo in una enorme clientela di cui la famose guardie forestali della Calabria sono solo la punta di un iceberg.


L’Istat certifica che al 31 dicembre 2000 (ultimo anno completo di governo della sinistra) gli occupati erano 21.080.000 pari al 53% della popolazione e il tasso di disoccupazione era pari al 10,6 %.
Al 31 dicembre 2005 (ultimo anno completo – per ora ! – di Governo Berlusconi) sempre l’Istat certifica che gli occupati sono 22.685.000 (+ 1.605.000 rispetto al 2000) pari al 57,8% della popolazione (+ 4,8% rispetto al 2000) e i disoccupati sono scesi al 7,7% (- 2,9% rispetto al 2000).


Annotiamo che nel medesimo periodo in Francia e Germania, gli altri grandi paesi che hanno scelto l’euro come – purtroppo – abbiamo fatto noi, i disoccupati rappresentano l’11 e il 13% della popolazione, aumentati rispetto al 2000.
Perché tutto ciò ?
Perché la politica del Governo Berlusconi, abbandonando gradualmente l’assistenzialismo clientelare e miope della sinistra, ha creato lavoro vero e lavoro buono.
Ha incentivato, riducendo la burocrazia, l’avvio di imprese autonome e commerciali ed ha consentito l’assunzione di personale giovane con specifici contratti, previsti nella riforma del mercato del lavoro, la legge 30 del 14 febbraio 2003, che evitando una ingessatura per le aziende, puntando sulla flessibilità e produttività, ha di colpo svecchiato una struttura non competitiva e che guardava al passato e non al futuro.
Il tutto con la gradualità necessaria dovuta nei momenti di scambio.
In buona sostanza, mentre, pur in un periodo di “vacche grasse”, la risposta della sinistra di governo è stata quella del vecchio e improduttivo assistenzialismo clientelare, il Governo Berlusconi ha risposto alle sfide della globalizzazione, e in un periodo di crisi internazionale, rinnovando la nostra legislazione e varando una normativa che guarda al futuro, non costa nulla allo stato (cioè alle nostre tasche di contribuenti) e aumenta l’occupazione.
La sinistra propone, sulla spinta di chi ha delle nicchie di privilegio da difendere, di abolire la riforma del mercato del lavoro e, quindi, tornare indietro all’assistenzialismo clientelare.
Questo significherebbe imporre tasse sempre maggiori su chi lavora per mantenere chi non lavora, perché non vuole lavorare, ma anche perché le leggi della sinistra spingerebbero al parassitismo sociale con nuovi l.s.u. e al precariato a vita con nuovi co.co.co.
Abbiamo provato la sinistra e abbiamo provato Berlusconi.
Il saldo è a favore di Berlusconi
con:
1.605.000 posti di lavoro in più
il 4,8% di occupati in più
il 2,9 % di disoccupati in meno
.

Entra ne


30 marzo 2006

Sulle tasse Prodi e la sinistra non hanno senso del pudore


E neppure del ridicolo.

Per oggi avevo previsto un piccolo post sul lavoro "buono" creato dal Governo Berlusconi (altro che Co.co.co. e L.S.U. di prodinottiana memoria !) e le pensioni (riforma e aumento a un milione delle minime) , ma la esaltante performance di Silvio Berlusconi nella tana del lupo rosso (Ballarò) martedì sera, mi ha indotto a riprendere l’argomento che è il cuore di ogni campagna elettorale: le tasse.
Sì, perché non esiste libertà se i nostri guadagni e i nostri risparmi vengono vampirizzati dal fisco e drenare il denaro come Dracula usava fare con il sangue dei malcapitati, è la norma per la sinistra e per Prodi.
E per fortuna che ci sono i Bertinotti che, candidamente, ammettono quello che, con acrobatiche arrampicate sugli specchi, Prodi, Fassino, Rutelli & Co. Cercano di negare: patrimoniale sui risparmi, aumento delle tasse sulle case e ripristino della tassa sui morti, l’imposta di successione.
Proprio su questo ultimo punto – rimanendo fermi alla questione tasse – abbiamo assistito all’affondo del Premier che, come un consumato toreador, ha infilzato il segretario di Rifondazione Comunista che è stato costretto ad ammettere che lui vuole tornare alla tassazione ante 2001, quindi è per tassare le successioni superiori a 180.000 euro.
Come tutti coloro i quali hanno contratto un mutuo per comprare casa sanno, 180.000 euro non corrispondono che al valore di un piccolo appartamento, insufficiente alle esigenze di una famiglia, essendo appena adeguato per un “single”.
In pratica Bertinotti dice agli Italiani: pagherete le tasse su tutte le eredità.
Alla faccia delle “grandi fortune” !
Ma restando al tema casa, la faccia tosta di Prodi e della sinistra non conosce limiti.
Chiedono di credere alla loro parola che non aumenteranno le tasse, ma già dicono che bisogna rivedere gli estimi catastali.
E sarebbe una revisione verso l’alto, la qual cosa inciderebbe sui costi di rogito, mutuo, sull’ICI e sull’Irpef, naturalmente tutto in aumento.
Ma, dicono, faremo in modo di ridurre l’Ici: come ? Non lo dicono.
Ci chiedono il solito atto di fede.
Ma anche se vi riuscissero, l’aumento degli estimi catastali manterrebbe i suoi effetti perversi in aumento dei costi di rogito, mutuo e sull’Irpef.
Per chi non vuole credere, un prova scritta.
Molti Italiani, in questo giorni, stanno compilando o si fanno compilare dai Caf il modello 730.
A parte il fatto che tutti possono verificare materialmente la riduzione delle tasse operata dal Governo Berlusconi confrontando il 730 di oggi con quello del 2001 (a valere sul 2000), invito a leggere le istruzioni a pagina 12, paragrafo 5.3, “Compilazione dei righi da B1 a B8", sono sufficienti le prime due righe:
Nella colonna 1 indicare la rendita catastale. La rivalutazione del 5%, prevista a partire dal 1997, verrà effettuata direttamente da chi presta l’assistenza fiscale.”.
Notare beneprevista a partire dal 1997”: chi era al governo nel 1997 ?
Prodi, Presidente del Consiglio, lo stesso che durante la campagna elettorale aveva assicurato che non avrebbe aumentato le tasse, promessa solennemente confermata al senato il 22 maggio 1996.
Subito dopo: irap, eurotassa, aumento degli estimi, con aumento dell’irpef, ici, rogiti.
Ed è lo stesso Prodi che nel 2006 ci chiede un atto di fede sulla sua parola e sullo stesso argomento nel quale ha già dimostrato di non mantenerla.
Non solo, ma da quella noticina nel 730 si ricava anche un altro dato: il Governo Berlusconi ha mantenuto inalterata la pressione sulla casa e, considerando l’inflazione, questo si è tradotto in un risparmio sulle tasse sulla casa e in un arricchimento di quegli 82% di Italiani che posseggono una casa di proprietà.
Siamo proprio sicuri di voler rischiare di fidarci della parola di Prodi che ha già dimostrato nel 1996 in che conto tiene le promesse fatte in tempo di elezioni ?


Entra ne

29 marzo 2006

Le guardie rosse dell'Unione per le tasse


Ricordate le guardie rosse della rivoluzione cinese ?
Era il 1966, chi scrive aveva dieci anni e si ricorda i telegiornali dell’epoca, in bianco e nero, che mostravano orde di ululanti giovani cinesi manifestare nelle piazze, agitare quello che sarebbe passato alla cronaca (non certo alla storia) come “il libretto rosso di Mao” e i commenti da studio su un movimento che costringeva a “rieducare”, intellettuali, piccoli “mandarini”, colletti bianchi.
In pratica un movimento che depauperò la Cina di risorse umane e intellettuali e processò gli stessi dirigenti del partito comunista che erano appena un po’ meno stalinisti di altri che li mettevano sotto processo.
E sotto l’ombra di un Mao icona di una rivoluzione e di una ideologia aberrante, assassina e fallimentare, si agitavano la moglie, il ministro della difesa Lin Piao e altri bei tomi, riuniti in quella che fu la “banda dei quattro”.
Finchè uno degli epurati, Deng Xiao Ping, non riuscì, alla morte di Mao, a far finire quella allucinante epoca di ribaltamento della logica e dei valori: eccessiva persino per il comunismo cinese.
Eppure tali aberrazioni erano recepite anche in Italia, tanto che proliferavano i partiti comunisti di orientamento “cinese”.
Oggi, 40 anni dopo, abbiamo ancora una orda manifestamente violenta e distruttiva, quella massa anonima che compone i centri sociali e i no global e che distrugge città, spacca vetrine, lancia pietre ed estintori contro le Forze dell’Ordine, distrugge gazebo e sedi dei partiti di Centro Destra, cerca di impedire le manifestazioni pubbliche del Premier e, con la complicità dei partiti e dei sindaci di sinistra, di alcuni partiti del Centro Destra.
Sono le nuove guardie rosse, il braccio ancora non armato (almeno non nel modo in cui lo furono le brigate rosse) del partito delle tasse che costituisce l’Unione di Prodi, una consorteria assortita, assemblata solo nella speranza di portare l’assalto alla diligenza del tesoro pubblico.
Come ben dimostrano i vari esponenti di tale momenklatura.
Dal livoroso Prodi che, come già nel 1996, assicura che non aumenterebbe le tasse se risultasse vincente (e nel 1996 ci diede Irap ed eurotassa), al deprimente Fassino che nega persino quello che è scritto nel suo programma elettorale, per finire ai volti inquietanti che rappresentano l’essenza della sinistra.
Il cremonese sindaco di Bologna, dalla fisionomia così orientale da essere soprannominato “il cinese” che nel migliore stile comunista inibisce le piazze alla Fiamma Tricolore e il suo omologo di San Lazzaro crea ostacoli ad Alternativa Sociale.
Ma soprattutto il segretario di Rifondazione Comunista (un nome, un programma) che intervistato lunedì sera da Mimun ha concluso auspicando una Italia “deprecarizzata” senza peraltro dirci come (probabilmente con i loro Co.co.co. e gli L.S.U. – che non hanno a che vedere nulla con l’ L.S.D. ma sono ugualmente un allucinogeno psichico per chi crede che tale assistenzialismo possa essere lavoro “buono”) mentre ci dice con estrema chiarezza che lui è “per una redistribuzione della ricchezza”.
Una affermazione che dovrebbe trovare maggiore spazio comunicativo, perché è la classica ideologia comunista, che vuole togliere a chi produce, per regalare ai parassiti (veggasi le guardie rosse “de noantri”).
E ricordiamoci che per i comunisti “redistribuzione” significa: espropriare, tassare, dirigere la vita altrui, renderci tutti più poveri.
L’Italia dei “cinesi”, delle guardie rosse, delle tasse, dell’Unione, non è un’Italia che possa creare ricchezza e benessere, ma è un’Italia che può solo bruciare risparmi, lavoro e ricchezza di chi produce.


Entra ne

28 marzo 2006

La civiltà elettorale della sinistra


La sinistra, inchiodata dalle sue stesse parole, cerca di smarcarsi dal percorso (per lei) infuocato della rapina che vorrebbe perpetrare contro i risparmi degli Italiani e delle famiglie, chiedendo di "abbassare i toni".
Prodi e la nomenklatura sinistra cercano di mostrare il volto migliore, additando al pubblico ludibrio quei cattivoni del Centro Destra che avvelenerebbero la campagna elettorale.
Manifesti stracciati. Chiunque camminando per le strade della propria città si domanda: guarda un po', solo manifesti favorevolei alla sinistra.
Se però ci si avvicina agli spazi elettorali, possiamo vedere brandelli di manifesto inequivocabilmente dei partiti di Centro Destra.
Ho avuto la fortuna di intravvedere i manifesti della Lega (contro l'immigrazione, per la famiglia, per i dazi contro l'invasione delle merci cinesi) ma questo perchè esco presto al mattino e li vedo belli attaccati.
Alla sera, quando ritorno a casa non ci sono più.
Una durata inferiore alle dodici ore !
Gazebo e sedi distrutte. Ogni giorno leggiamo sui quotidiani dei gazebo distrutti, delle sedi messe a soqquadro (emblematica a Castelfranco Veneto la distruzione della sede di Forza Italia il giorno prima della sua inaugurazione), di volantini stracciati, militanti del Centro Destra spintonati.
Inibizione all'uso delle piazze. Bologna e non solo. A partiti del Centro Destra è impedito manifestare in pubblico per scelta autocratica di sindaci di sinistra.
Manifestazioni contro il Premier. A Genova si è cercato di creare disturbi alla menifestazione con Berlusconi, creando tensioni e cercando di intimidire i partecipanti di Forza Italia.
Moti di piazza.Milano 11 marzo, ma anche Padova 4 marzo. Devastate le città. Spaccate vetrine. Incendiate auto. Lanciati sassi contro le Forze dell'Ordine.
Insulti. In campagna elettorale le offese all'indirizzo del Premier hanno raggiunto livelli parossistici, degni di serie analisi psichiatriche.
Filmografia di parte. Ben tre film usciti o in uscita, in uno dei quali si prospetta anche la morte (violenta) del Premier.
Ecco un sintetico pro memoria degli atti compiuti dalla guardie rosse di quella sinistra che invita il Centro Destra ad "abbassare i toni" e nulla dice nei confronti del suo braccio armato che infesta le piazze Italiane.
Anche questo è un elemento di giudizio per scegliere a chi dare il proprio voto il 9 e 10 aprile.
Votare per chi distrugge le proprietà come distruggerebbe i nostri risparmi ?
Oppure votare per chi dimostra civiltà elettorale nel rispetto verso gli avversari che si traduce anche nel rispetto delle proprietà e dei risparmi di tutti ?


Entra ne

27 marzo 2006

Berlusconi è più credibile di Prodi


Abbiamo visto come sia impossibile per la sinistra che andasse malauguratamente al governo, evitare di tassare il risparmio degli Italiani, tanto che, chi può, sta già portando i suoi meritati risparmi all’estero per sottrarli alla rapacità del Visco che è in questi giorni riapparso con dichiarazioni inquietanti.
E abbiamo visto come sia Prodi che un suo antico sodale e predecessore (Goria) facessero dichiarazioni tranquillizzanti per poi affondare le loro adunche mani nelle tasche degli Italiani.
Prodi aveva promesso (22 maggio 1996) di non aumentare la pressione fiscale e, subito dopo, ci diede l’Irap e l’eurotassa.
Silvio Berlusconi, invece, aveva promesso di ridurre la pressione fiscale ed ha mantenuto la promessa con la riduzione delle aliquote, l’eliminazione delle imposte su successioni e donazioni e la no tax area.
Non ha diminuito le tasse nella misura che avremmo sperato (e che, personalmente, significa: al di sotto del 10% del proprio reddito) ?
Ma, domandiamoci: è meglio che:
a) l’imposizione fiscale sia ridotta (anche se in modo graduale) o
b) che sia aumentata ?

Credo che solo un “coglione” possa dare (e votare per realizzare) la risposta “b”.
Soprattutto se questo aumento di tasse viene effettuato nel modo subdolo di aumentare le aliquote sui risparmi delle famiglie, cioè su denaro, che ha già scontato una pesanta tassazione nel momento in cui è stato prodotto, e che dovrebbe servire in esclusiva al benessere delle famiglie italiane e non per finanziare i capricci delle clientele che appoggiano la sinistra.
Ed agli Italiani tutti è da porre la domanda chiave di questa campagna elettorale.
Prodi nel 1996 dichiarò che non avrebbe aumentato le tasse e ci impose irap ed eurotassa.
Oggi dichiara che verrebbero tassati solo i grandi patrimoni (ma si guarda bene dal dire qual è il limite di “grandezza”): perché dovremmo credergli ?
Non è più affidabile Berlusconi che aveva promesso di ridurre le tasse e quella promessa ha mantenuto ?
Ma, soprattutto, non è meglio affidarsi a Berlusconi che non dovrà pagare il conto alle lobbies (industrie tanto grandi quanto indebitate, magistratura, giornalisti, banchieri, sindacati, Caruso e Luxuria vari) perché quelle lobbies sono tutte con Prodi nella convinzione di riceverne il compenso in caso di sua elezione, compenso che graverà sul tesoro pubblico, cioè sulle nostre tasche, con un aumento delle nostre tasse ?


Entra ne


25 marzo 2006

Intelligenti, sinceri e di sinistra ? Impossibile.

Lo scorso 21 marzo, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, all’uscita da una manifestazione al Teatro Carlo Felice di Genova, dopo una giornata in cui la feccia rossa aveva cercato di disturbare la manifestazione elettorale di Forza Italia, ha apostrofato un figuro che lo insultava, con l’appropriato aggettivo di “coglione.
Così, dall’ottima definizione del Premier sul figuro urlante a Genova e da una barzelletta che una commentatrice di sinistra ha lasciato in un precedente post, mi è venuta in mente una “catena” circolata un paio di mesi su internet e che ora offro, come dolce di fine settimana, parentesi sorridente ancorché contenente indubbie verità
.

Quando Dio decise di popolare la Terra, pensò di attribuire ad ogni popolo due qualità che lo contraddistinguessero dagli altri.
Così donò agli Inglesi costanza e senso dello stato, ai francesi esuberanza e fascino, ai tedeschi forza e laboriosità, agli spagnoli allegria e sportività, agli svizzeri senso degli affari e indipendenza.
Giunto agli Italiani decise: “gli Italiani saranno intelligenti, sinceri e di sinistra”.
L’angelo scriba che annotava le decisioni del Signore si permise di obiettare: “Signore, agli Italiani hai concesso tre qualità, alterando la par condicio con gli altri popoli”.
“E’ vero” – disse il Signore – “ ma una qualità divina una volta concessa non può essere revocata. Vuol dire che gli Italiani avranno sì tre qualità, ma potranno solo usufruirne a coppie”.
Così, avvenne che:
gli Italiani intelligenti e di sinistra non sono sinceri
gli Italiani sinceri e di sinistra non sono intelligenti
gli Italiani intelligenti e sinceri non sono di sinistra
.

Buon fine settimana.


Entra ne


24 marzo 2006

Gabellieri d'Italia: da Goria a Prodi


Certe cose non succedono nemmeno in Uganda”: così parlò nel settembre 1986 il ministro del tesoro (poi presidente del consiglio) Giovanni Goria in relazioni alle voci sull’introduzione di una tassazione sui Bot e i titoli di stato.
Il giorno dopo il ministro Goria decretò una tassazione del 12,5% sui Bot.
Sembra che a ricorrenze cicliche decennali gli uomini della sinistra democristiana (Giovanni Goria era della sinistra di Base di Marcora, De Mita, Granelli e Galloni, mentre Prodi è stato il portaborse del moroteo Andreatta) rispolverino le menzogne sulle tasse per ingannare i cittadini.
Così il 22 maggio 1996 Romano Prodi al Senato dichiara: “mi impegno a mantenere invariata la pressione fiscale”.
Seguirono Irap ed eurotassa.
Adesso sono passati altri dieci anni, siamo nel 2006 e Romano Prodi (sempre lui !) "assicura" (sic !) che non aumenterà le tasse sui titoli di stato già in circolazione, ma solo su quelli di futura emissione, con tutta una serie di gorgoglii che vorrebbero significare che sarà un vantaggio per gli Italiani.
E gli Italiani, come Fantozzi davanti al suo capo ufficio, dovrebbero, nell’idea di Prodi, prenderla in quel posto e ringraziare pure “com’è buono lei!”, direbbe il celeberrimo ragionier Ugo.
Naturalmente una volta venuta alla luce l’infame progetto sinistro di aumentare le tasse sui risparmi di ben il 55% (come abbiamo già visto ) sono cominciate le operazioni di legittima autotutela da parte dei risparmiatori, smobilizzando ed esportando capitali (e che sia chiaro: in caso di vittoria della sinistra è un dovere morale cercare di impedire che i propri risparmi e i propri redditi siano rapinati dalle vessazioni fiscali ed è un dovere civile cercare di ridurre la disponibilità di denaro che tale governo utilizzerebbe solo sperperando per le proprie clientele)
Esattamente come per evitare una possibile reintroduzione sinistra (in tutti i sensi) della tassa sulle successioni, i notai sono indaffaratissimi a perfezionare atti di donazione.
Prodi dovrebbe trovare soldi per accontentare i capricci della sua variegata armata nel caso in cui Montezemolo e Caruso, Della Valle e Bertinotti, Mastella e Luxuria, Rutelli e Diliberto, D’Alema e Mieli, Fassino e D’Ambrosio, riuscissero a portalo a palazzo Chigi.
E non potrebbe farlo solo aumentando la tassazione sui titoli di nuova emissione.
Perché sarebbe insufficiente in quanto, se non è l’ennesima bugia, Prodi stesso ridurrebbe la tassazione sui conti correnti e depositi bancari, rendendoli più competitivi (basti solo pensare al successo del “Conto Arancio” con un rendimento lordo del 2,60% è molto vicino a quello dei titoli di stato, figuratevi con un 7% in meno di tassazione sugli interessi !).
Allora Prodi dovrebbe:
1) aumentare il rendimento nominale dei titoli di stato, con un aggravio del debito pubblico;
2) tassare anche i rendimenti dei vecchi titoli di stato, esattamente come fece Goria che, con un escamotage, sostenne che le cedole successive al decreto di tassazione, rientravano tra i “futuri” tassabili.
Ma aumentare il debito pubblico, per aumentare il rendimento nominale dei titoli di stato e aumentare la tassazione sui risparmi, significa altre due cose:
1) spostare sulle generazioni future il costo dei debiti contratti oggi. Ed è esattamente la politica di tutti i governi della prima repubblica, che hanno solo guardato all’oggi, scaricando sul domani ( a chi verrà) il peso degli errori, ed è quel che ha fatto la sinistra di governo nel 1996-2001, lasciando in eredità un buco di 40000 miliardi, equivalenti al 2,5% del PIL;
2) per rispettare i famigerati parametri di Maastricht ma, soprattutto, per evitare il default modello argentino, Prodi dovrebbe reperire i fondi in altro modo, cioè con nuove tasse e/o con un aumento delle aliquote attuali.
Comunque la si giri, la volontà della sinistra di tartassare i risparmi delle famiglie puzza:
puzza di vecchio
puzza di incapacità
puzza di miopia
puzza di dirigismo statalista
.
Come si può, allora, scegliere Prodi con simili precedenti, quando si può scegliere Silvio Berlusconi che ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse ?


Entra ne

23 marzo 2006

L'inossidabile dna della sinistra

Silvio Berlusconi è tornato.
Aveva iniziato alla grande la campagna elettorale poi, pessimi consiglieri, lo avevano indotto ad accettare la infame par condicio, così da apparire ai giudizi interessati della stampa che sostiene la sinistra come “appannato”.
Il suo intervento al convegno della Confindustria di Vicenza, abbandonati i lacci e laccioli di una par condicio che premia le nullità e penalizza i capaci, ci ha restituito il Premier, il Leader che vogliamo: roccioso, deciso, all’attacco di una sinistra che non sa – perché non può – rispondere sul tema e allora cosa tira fuori dagli anfratti del suo oscuro passato ?
Gli insulti, certo, come sempre, la delegittimazione, anche, cercando di sollecitare l’ego dei Fini e dei Casini e facendo loro balenare l’investitura a leaders del Centro Destra se abbandonano Berlusconi (dimenticando che l’investitura a leader del Centro Destra la danno gli elettori del Centro Destra e non gli oligarchi della sinistra !).
Ma il filo conduttore delle stizzite e biliose reazioni della sinistra è riferita ai “nervi” del Premier, ad una presunta necessità di riposo.
Il cattivo sangue non mente e così emerge la sinistra che dove era al potere (URSS e paesi satelliti) classificava come “matti” gli oppositori e li rinchiudeva (e dimenticava) negli ospedali psichiatrici.
L’adesione dei comunisti (che sono la parte preponderante e prepotente della sinistra e dettano l’agenda a chi non proviene da tale esperienza ma si adatta al ruolo dei vari partiti degli agricoltori che esistevano nei parlamenti dominati dai partiti comunisti nell’est europeo) ai principi della democrazia occidentale è troppo recente (e incompleta) per poter pensare che si siano purgati delle scorie marxiste che tuttora albergano nel loro dna.
Così, non potendo rispondere nel merito alle affermazioni del Premier, si illudono di poterlo rinchiudere in manicomio, come è nella loro tradizione di famiglia.
E mostrano il loro vero volto:
BUGIARDI: i dati Istat confermano la crescita dell’occupazione, la ripresa del fatturato delle industrie e del commercio con l’estero, mentre la borsa (dato che non è soggetto a manipolazioni statistiche) è in costante ascesa;
VIOLENTI: dopo Milano l’11 settembre, è stata la volta di Genova 21 marzo, dove hanno cercato di impedire la manifestazione al teatro Carlo Felice cui partecipava il Premier che, anche in quella occasione, ha avuto il genio di trovare per loro l’aggettivo giusto;
ANTIDEMOCRATICI: come ha certificato il sindacalista cremonese sindaco di Bologna che vuole impedire una manifestazione pubblica alla Fiamma Tricolore;
GABELLIERI: perché vogliono tassare i risparmi delle famiglie , portando la tassazione dal 12,5 al 20%, quindi aumentandola di oltre il 55%;
STATALCLIENTELARI: perché hanno messo assieme tutto e il suo contrario e sono stati costretti a scrivere un programma illeggibile di 281 pagine, che ha sacrificato la chiarezza al compromesso come sottolineato dal Premier: come fa Prodi ad andare al congresso della cgil e dire di aver recepito il loro programma e poi andare dalla Confidnustria e proclamare che il programma di questa è il suo ?
E allora chi ha bisogno di "riposo" ?
Chi denuncia simile inganno o chi crede alle affermazioni di Prodi ?


Entra ne


22 marzo 2006

I miei sette vizi (?) capitali

Coinvolto da Lontana, per la gioia delle coronarie dei miei lettori sinistri (sì, lo so che leggete nonostante i travasi di bile che vi provoco :-) prendo una pausa dall’attualità politica per giocherellare un po’ con questa nuova catena di S.Antonio per bloggers.
Potrei dire che non ho vizi: essendo berlusconiano sono per definizione perfetto:-)
Ma per lo spirito del gioco vedrò di inventarmi vizi che non ho.
Accidia ?
No. Il mio impegno nel fare il bene, cioè nel cercare di infilare nella zucca dei sinistri qualche idea e un po’ di buon senso lo esclude decisamente.
Lussuria?
Chi può resistere al giusto piacere ? (E non ho mai detto di essere un moderato :-)
Ira ?
Magari riuscissi a restare arrabbiato per più di 5 minuti !
Invidia ?
Solo per i capelli di Berlusconi :-)
Gola ?
Per un bolognese il piacere della buona tavola non è né un peccato, né un vizio !
Avarizia ?
Il risparmio non è avarizia, lo è rinunciare a comprare qualcosa che piace e che è nelle proprie possibilità solo per paura di spendere. E non mi sono mai privato di ciò che potevo avere.
Superbia ?
Ma quando mai ! Non è mica colpa mia se sono il migliore:-)

Passo la palla a …

Cecilia
Freedomland
Starsandbars
Van Der Blog
Riccardo


Entra ne



21 marzo 2006

LA PEGGIO GIOVENTU' IX

GENNAIO 1970.

6 Gennaio: Napoli, due bombe a mano vengono rinvenute nel cortile ove si affacciano le sedi centrali del Banco di Napoli e della Banca Commerciale.

10 Gennaio: Roma, gruppi di comunisti aggrediscono attacchini della "Giovane Italia" mentre affiggono manifesti in Via S. Croce in Gerusalemme.

21 Gennaio: Milano, un corteo non autorizzato del Movimento Studentesco si scontra con le forze di polizia. I disordini si protraggono per oltre tre ore (dalle 18 alle 21,30) ed interessano tutto il centro cittadino. I dimostranti (3000 persone) sfasciano macchine, infrangono vetrine e sparano un colpo di pistola contro le vetrine di Alemagna in Largo Augusto. Bilancio della battaglia: 55 feriti tra gli agenti e 30 tra i dimostranti.

23 Gennaio: Torino, studenti del Movimento Studentesco provocano una serie di tafferugli nel tentativo di impedire un' assemblea di studenti di destra all' Università. Successivamente vengono allagati i corridoi delle Facoltà Umanistiche.

28 Gennaio: Roma, violenti scontri alla Facoltà di Giurisprudenza: 30 feriti.

30 Gennaio: Napoli, scontri all' Università, provocati da elementi di sinistra esterni all' Ateneo: 5 feriti.

Parliamo di tasse

Nel 1996 Romano Prodi giurava e spergiuva che non avrebbe aumentato le tasse.
Andato al governo, ci appioppò irap, eurotassa ed euro.
Nel 2001 Silvio Berlusconi aveva sottoscritto un contratto con gli Italiani nel quale prometteva di ridurre le tasse.
Andato al governo, tre moduli di riduzione, hanno ridotto le tasse ad oltre l’80% degli Italiani, mentre con la clausola di salvaguardia ogni contribuente era sicuro, con la rimodulazione delle aliquote, di non pagare più che con le precedenti aliquote.
Non solo, ma sono aumentati a 10 milioni i contribuenti (prima 1500000) che non pagano le tasse grazie alle detrazioni e alle nuove aliquote: e sono tutti contribuenti della fascia più bassa.
Questi dati, certi, concreti, solidi, dovrebbero da soli essere sufficienti a indicare verso chi indirizzare la propria fiducia.
Prodi oggi ci riprova, supportato da tutta la sua corte dei miracoli che non aspetta altro che mettere le sue fameliche mandibole sul tesoro pubblico, vuoi per qualche elargizione clientelare, vuoi per qualche rottamazione provvidenziale, vuoi per qualche leggina di privilegio.
Per fare ciò occorrono molti soldi.
Ma Prodi nega di voler aumentare le tasse.
Già, ma propone quella che chiama “tassazione delle rendite finanziarie”, citando in proposito Stefano Ricucci, il nuovo babau del politicamente corretto.
Peccato che la “tassazione delle rendite finanziarie”, non potendo contenere l’elenco nominativo dei penalizzati, sia una tassa generale sulle rendite, cioè sui risparmi.
Infatti Prodi dice che vuole aumentare al 20% la tassazione su obbligazioni, certificati, bot, titoli di stato (oggi al 12,5%) e ridurre al 20% (lui parla di uniformare in un’unica aliquota) la tassazione sui conti correnti (oggi al 27%).
Purtroppo solo l’8% dei risparmi degli Italiani è custodito in conti correnti il cui rendimento è prossimo allo zero, mentre il 92% è investito in quegli strumenti di risparmio oggi assoggettati ad una aliquota fissa del 12,5%.
In sostanza:
oggi: ogni 1000 euro risparmiati, 920 sono investiti in titoli vari e assoggettai ad una aliquota del 12,5%, per cui se consideriamo il 3% di rendimento lordo, paghiamo 3,45 euro di tasse.
Gli altri 80 euro, diciamo ad un tasso dell’1%, scontano oggi una tassazione di 0,216 euro.
domani Con il metodo Prodi andremmo a pagare 5,52 euro sui risparmi in titoli e 0,16 sui conti correnti.
Fatto un piccolo conto, mentre oggi, ogni 1000 euro paghiamo 3,666 euro, con il metodo Prodi i nostri risparmi (che sono già il netto di ricavi tassati) sarebbero rapinati per 5,68 euro.
Prodi, che dice di non voler aumentare le tasse, con la sua “tassazione delle rendite finanziarie”, ci renderebbe più poveri di 2,02 euro ogni 1000 euro risparmiati e questo moltiplicato per l'ammontare totale dei nostri risparmi.
Non solo ma quei 2,02 euro di aumento nelle tasse sui nostri risparmi, significa che
con il metodo Prodi le tasse sui nostri risparmi aumenterebbero di oltre il 55%
rispetto all'attuale sistema, soldi che andrebbero nel Moloch delle spese pubbliche a favore delle varie congreghe che non attendono altro che le elargizioni di governi amici.
E questo senza tener conto della volontà di ripristinare le tasse sulle successioni e donazioni.
E ricordiamo che negli anni passati un compagno democristiano di Prodi (anche lui della corrente di sinistra, di "Base") Giovanni Goria, ora defunto, giurò e spergiurò che non avrebbe mai imposto tasse sui titoli di stato, fino alla sera precedente a quella in cui rifilò la tassa proprio sui rendimenti dei titoli di stato.
E di Amato che si può dire ? Anche lui appartenente alla sinistra, che nottetempo si infilò nei nostri conti correnti per prelevarne il 6 per mille.
Precedenti che attestano come le promesse della sinistra non possono essere credibili e, come afferma il Ministro Giulio Tremonti, l'eventuale governo di Prodi porterebbe alla tassazione dei titoli di stato, dei nostri risparmi non ex nunc, cioè per le emissioni successive a quelle del provvedimento vessatorio di aumento della tassazione, ma ex tunc, colpendo anche i risparmi in circolazione, cui ci si era rivolti in base ad una determinata tassazione che portava uno specifico rendimento.
Ovvio che, come dice Tremonti, l'aumento della tassazione implicherebbe l'aumento dei tassi, in un circolo vizioso che porterebbe rapidamente l'Italia al default dei nostri titoli del debito pubblico.
E’ un “conto della serva” ?
Sì, ma è l’unico metodo che ci consente di poter scegliere, consapevolmente, tra chi vuole rimettere la sue avide mani nelle nostre tasche per finanziare i capricci delle varie lobbies che lo sostengono, come già fece nella sua prima (e speriamo ultima) esperienza governativa e chi, come Silvio Berlusconi, ha dimostrato con i fatti di voler percorrere la strada virtuosa della restituzione alla disponibilità dei singoli di quanto hanno guadagnato con il loro lavoro e non di sottrarlo alla loro disponibilità per farne regalo a chi il lavoro non sa neppure cosa sia e preferisce farsi mantenere grazie alle consorterie politiche.


Entra ne

20 marzo 2006

Due Italie l'una contro l'altra armata

Se questa campagna elettorale ha un merito, è quello di rendere evidente come esistano due Italie, tra loro configgenti in modo insanabile e tali da poter ragionevolmente considerare decaduto quel “patto”, quel “contratto” tra i cittadini che porta alla costituzione di uno stato.
Anche nelle cronache di eventi, che peraltro tutti possono direttamente vedere in diretta o tramite i filmati che abbondano in internet, le interpretazioni sono profondamente diverse.
E in base alle personali simpatie ognuno vede ciò che vuole vedere.
Questo nel dibattito tra Berlusconi e Prodi, come nella loro partecipazione al convegno confindustriale di Vicenza.
E’ un’Italia divisa, separata, nella quale le due tribù si allontanano sempre di più.
C’è l’Italia produttiva e ottimista di Berlusconi che ricorda l’incremento della borsa, dell’occupazione, la disoccupazione ai minimi storici, l’aumentato valore delle aziende e delle case (l’82% degli Italiani è proprietario di case), il numero di telefonini, computer, beni che rendono migliore la vita, le 36 riforme, la riduzione delle tasse che allontana lo stato rapace dalla nostra vita.
E c’è l’Italia parassitaria, piagnona, clientelare, assistenzialista, spendacciona, parolaia, statalista incarnata da Prodi.
C’è L’Italia che si fa onore all’estero, cancellando l’immagine badogliana di paese inaffidabile, rimanendo in Iraq anche dopo la strage di Nassiria, con il Premier cui viene tributato l’onore di parlare al Congresso degli Stati Uniti.
E c’è l’Italia zapaterista che vorrebbe fuggire dalle responsabilità internazionali, che rinverdirebbe la trista fama di traditrice degli alleati, che addirittura, in alcune sue componenti peraltro determinanti, è contigua al terrorismo islamico.
C’è un’Italia che ha ben presente il problema dell’immigrazione e vuole regolementarlo per evitare di devastare il tessuto sociale del paese.
E c’è un’Italia che vorrebbe aprire le frontiere senza limiti, accettando e, anzi, auspicando una invasione che trasformerebbe per sempre e con gravi tensioni sociali la nostra società, mettendo a rischio tutte le conquiste civili, di libertà e benessere che tanto sono costate ai nostri Padri.
C’è un’Italia quindi che rimane fedele alla Tradizione, alle proprie radici che sono Romano-Cristiane.
E c’è un’Italia che rinnega le proprie radici e, senza radici, perde ogni riferimento anche per il futuro.
C’è un’Italia che rifiuta di pagare per i capricci, al limite della perversione, di alcuni.
E c’è un’Italia che vorrebbe imbottire la nostra legislazione di provvedimenti che scardinerebbero l’ordine morale di una società sana e civile.
C’è un’Italia che ha l’etica del lavoro.
E c’è un’Italia che pretende di mantenere, ottenere o incrementare privilegi pagati da chi lavora.
C’è un’Italia che guarda la futuro, ad una navigazione in mare aperto, dove è necessario remare tutti.
E c’è un’Italia che guarda al passato, quando lo stato era un comodo paravento per evitare di confrontarsi con la produttività e le sfide del libero mercato.
Come ha detto Silvio Berlusconi alla fine dei primo dibattito con Prodi: la sfida non è tra Berlusconi e Prodi è tra due concezioni opposte dell’Italia.
Due concezioni che mi sembrano sempre più inconciliabili.
Io sono per l’Italia del futuro, saldamente ancorata ai Valori dell’Occidente, della Libertà che sono la naturale continuazione di quel che i nostri Padri hanno costruito e difeso dalle aggressioni esterne, nel solco delle radici Romano-Cristiane.
Adesione che sicuramente non trova chi si sente più vicino a Saddam che a Bush, chi vorrebbe imporre tasse ulteriori sui risparmi delle famiglie, chi accetterebbe un’invasione da parte di elementi estranei alla nostra società, chi propugna la penalizzazione di chi, con merito, guadagna più di altri, chi vuole dirigere ogni aspetto della nostra vita conculcando la libertà di ciascuno e di tutti, chi vorrebbe uno stato invadente e invasivo.
Siamo distinti e distanti.
Questo ci dice la campagna elettorale e ci ha sottolineato lo splendido intervento di Silvio Berlusconi al convegno confindustriale di Vicenza e che ha rappresentato in modo, nel confronto con la grigia rappresentazione di Prodi, simbolo di un’Italia in ginocchio e ripiegata su se stessa, la differenza che esiste tra le due Italie: quella del Centro Destra, viva e proiettata al futuro e quella della sinistra, decadente e che sa solo guardare al passato.



Entra ne


19 marzo 2006

LA PEGGIO GIOVENTU' VIII

DICEMBRE 1969.

2 Dicembre: Roma, quattordici sindacalisti di sinistra arrestati per gli attentati contro le pompe di benzina e per estorsioni continuate.

7 Dicembre: Milano, circa 200 studenti comunisti aggrediscono gli spettatori del Teatro alla Scala.

8 Dicembre: Palermo, filo-cinesi aggrediscono e derubano uno studente.
Brescia, esplode una bomba davanti all' Unione Industriali.

10 Dicembre: Roma, lanciata una Molotov contro l' archivio di Stato all' EUR.

12 Dicembre:Milano, strage alla Banca Nazionale dell' Agricoltura in Piazza Fontana; 17 morti ed 84 feriti. I colpevoli non sono mai stati trovati.
Roma, attentato alla Banca Nazionale del Lavoro ed al Vittoriano: 18 feriti.

13 Dicembre: Milano, attivisti comunisti aggrediscono giovani del MSI sullo stesso luogo dell' attentato. La rivista filo-castrista "Tricontinental" ,pubblicata in Italia da Feltrinelli, incita a considerare le Banche terreno nemico.

15 Dicembre: Milano, l' anarchico Giuuseppe Pinelli, fermato per la bomba alla BNA, muore accidentalmente in Questura cadendo da una finestra. Per questa morte verrà montata una campagna d'odio da parte di Lotta Continua contro il Commissario Luigi Calabresi, che finirà barbaramente ammazzato dal braccio armato di LC. E per questo Sofri e compagni devono restare in galera.

16 Dicembre: Milano, arrestato l' anarchico ex-comunista Pietro Valpreda per la strage di Piazza Fontana. Sarà poi assolto per insufficienza di prove e diverrà un icona della sinistra. Ritrovati armi ed esplosivi presso sedi di movimenti di estrema sinistra in tutta Italia.

18 Dicembre: Roma, attivisti comunisti aggrediscono studenti dell' organizzazione missina "Giovane Italia".
Milano, 4 simpatizzanti comunisti vengono arrestati per possesso illegale di armi.

21 Dicembre: Milano, ricercato dalla Polizia l'editore comunista e miliardario Giangiacomo Feltrinelli nel corso delle indagini su Piazza Fontana. Arrestati 2 attivisti di sinistra per detenzione di esplosivi.

22 Dicembre: Verona, attentato comunista contro un Liceo.




18 marzo 2006

Chi è indegno non può succedere

L'articolo 463 del codice civile elenca i casi di indegnità che tolgono la qualità di erede a chi se ne rende responsabile.
Il primo e più evidente dei casi che esclude dalla successione come indegno è riferito a
chi volontariamente ha ucciso o tentato di uccidere la persona della cui successione si tratta.
Può applicarsi questo principio, almeno sul piano morale, anche in politica ?
Certamente sì se vogliamo considerare la politica come una categoria in cui l'etica ha ancora un peso.
E come possiamo classificare critiche aspre rivolte al Leader di una coalizione, al solo scopo di strappargli uno zero virgola per cento di voti, se non come un tentativo di ucciderlo per impossessarsi della sua eredità politica ?
Spiace doverlo rimarcare in piena campagna elettorale, ma le reazioni che Fini e Casini hanno avuto dopo il primo confronto televisivo tra Berlusconi e Prodi appartengono proprio alla categoria del tentato omicidio politico.
Mentre la sinistra batteva la gran cassa per far percepire l'anonima prestazione di Prodi come una vittoria, mentre il Corriere della Sera faceva sparire un sondaggio on line che attribuiva la vittoria a Berlusconi (a proposito: il 10 aprile cosa faranno ? Faranno sparire anche le schede con i voti a favore del Centro Destra ?) e assieme al resto della stampa schierata titolava sulla presunta vittoria prodiana, Fini e Casini, invece di far quadrato e comunicare la percezione opposta come è stata recepita da numerosi spettatori che ne hanno poi scritto sui propri blog o hanno votato nel sondaggio scomparso del Corrierone della sinistra, si esibivano nel mettere in evidenza le (poche) incertezze del Cavaliere e tacendo sulle (molte) concretezze del suo intervento.
Non si fa così.
Verrebbe da pensare male, ma più probabilmente è un peccato di quella che i greci chiamavano "ubris" e che porta alla distruzione di chi vi si adagia.
E noi elettori ci ricorderemo, già il 9 e 10 aprile, dei continui ostacoli che Fini e Casini hanno posto sul cammino del Premier.


Entra ne


17 marzo 2006

Servizio civile obbligatorio ?!?!?!?!?

Non ho commentato il dibattito tra il Premier Silvio Berlusconi e Romano Prodi.
Per me Berlusconi si è dimostrato nettamente più concreto ed è stato penalizzato proprio perché la ristrettezza dei tempi gli ha impedito di illustrare quello che ha fatto il suo governo, mentre Prodi, che non aveva nulla da dire, stava comodamente entro i due minuti e mezzo, anzi, aveva difficoltà ad occuparli tutti.
E ci credo che a Prodi facesse comodo il minor tempo possibile, perché quelle poche cose che ha affermato sono un indice chiarissimo dei criteri arruffati e approssimativi con i quali intenderebbe governare, ma, soprattutto, di come la sinistra intenda imporre un dirigismo burocratico anche sulla nostra vita, calpestamdo e conculcando l’innata libertà che ognuno di noi deve avere e che dovrebbe essere garantita dallo stato.
Prodi ha chiesto fiducia sulla parola che non aumenterà le tasse.
Ma questa affermazione l’aveva già fatta nel 1996 e poi ci rifilò l’eurotassa e l’irap.
Senza considerare che già l’aumento della tassazione sui risparmi (sempre respinta dal Centro Destra) sarebbe un salasso per gli Italiani (provate a fare un rapido calcolo di quanto ci perdereste se passasse la sinistra che aumenterebbe al 20% - dal 12,50% - la tassazione su Bot, Fondi, Gestioni Patrimoniali etc., mentre si limiterebbe a diminuire dal 27% al 20% la tassazione sui conti correnti dove, dati alla mano, viene parcheggiato solo un 8% dei risparmi degli Italiani).
Quindi le promesse di Prodi non sono veritiere, come appare anche dal confronto sui risultati di governo della sinistra (1996-2001) e di Centro Destra (2001-2006).
Ma Prodi ha anche affermato che introdurrebbe il servizio civile obbligatorio.
Obbligatorio ?!?!?!?!?
Dopo che il Centro Destra ha abolito la leva, dopo che, finalmente, i giovani possono risparmiare un anno di “buco”, dopo che finalmente l’Italia si è dotata di Forze Armate professionali, dopo che ci hanno rotto l’anima con la “solidarietà” e con le organizzazioni che spillano soldi (e li chiedono anche allo stato, cioè a tutti noi) pur essendo “volontariato”, adesso vogliono obbligarci anche a fare beneficenza ?
Piuttosto pensiamo ad una Guardia Nazionale che serva la Patria in armi, con continui richiami di aggiornamento, su base volontaria e che sia preposta anche ad intervenire in occasioni di calamità od emergenze naturali.
Ma l’obbligo di aiutare la vecchietta ad attraversare la strada poteva essere partorita solo da menti disturbate: persino nei lontani tempi in cui (primi anni sessanta) frequentavo la parrocchia, quello era un “fioretto”, rigorosamente volontario !
Che senso ha la beneficenza obbligatoria ?
Probabilmente lo stesso significato catartico (o presunto tale) che hanno le beneficenze ostentate da tanti pubblici personaggi (la maggior parte di sinistra) che in questo modo pensano di ripulirsi la coscienza.
Evidentemente loro pensano che siamo come loro e che abbiamo qualcosa da farci perdonare e nella loro abituale forma mentis penitenziale, basata sulla intrinseca tristezza e povertà intellettuale, non trovano di meglio che puntare a rendere tristi anche le nostre vite.
E mentre Prodi parla di felicità futura, ci prepara la gabbia entro la quale canalizzare e intristire la nostra vita.
Se fosse necessario averne una in più, ecco l’ennesima ragione per votare Centro Destra il 9 e 10 aprile: vogliamo vivere liberi di fare o non fare beneficenza, non vedere scandita da regole e obblighi l’intera nostra esistenza.


Entra ne



16 marzo 2006

I Di segni di Allah

Offuscato dal clamore mediatico del confronto tra Berlusconi e Prodi, è quasi passata sotto silenzio la visita del rabbino capo di Roma Riccardo Di segni nella moschea romana, la più grande d'europa e, forse, d'Occidente.
I commenti del rabbino capo e dei suoi ospiti musulmani son stati intonati ad un "volemose ben" di prammatica.
Salam, shalom, pace ... all'ombra del Cupolone, però.
Nessuno infatti mi sembra abbia rilevato che lo scambio di amorevoli sensi tra ebrei e musulmani si è svolto in "terreno neutro", dove la religione più praticata è quella cristiana.
Forse vorrà dire qualcosa ...
Naturalmente non sono mancati i pistolotti di chiaro stampo buonista, nei quali è ripetutamente comparsa una nuova fobia: l'islamofobia.
Ci mancava anche questa !
Nella saga delle fobie e degli anti...ismi, si aggiunge un'altra parola d'ordine, la stessa che, forse, ha indotto, in un impeto di piaggeria e fifa, i curatori di una trasmissione televisiva a sostituire Allah, con pascià .
Spiace rilevare come la comunità ebraica italiana si adegui a quelli che sono i clichet abituali del politicamente corretto, invece di farsi interprete del ruolo importante e significativo che Israele ha come avamposto dell'Occidente nel medio oriente, traendone le conseguenti conclusioni.
Ma, si potrebbe obiettare, era una occasione di dialogo e per stemperare possibili tensioni.
Giusto, ma si può benissimo manifestare analoghi buoni sentimenti, senza cedere al melenso e al conformismo parolaio.
Peccato, era un'occasione che poteva essere sfruttata meglio per lanciare un messaggio di forza e non di debolezza.
Si potrebbe concludere che se così è stato, ciò è dovuto agli imperscutabili Di-segni di Allah, anche se io, che mi riconosco nelle radici romane e cristiane, preferisco terminare con una citazione del nostro Sommo Poeta, per il quale "vuolsi così, colà dove si puote ciò che si vuole".



Entra ne


15 marzo 2006

La vita è meravigliosa


Poco interessato in genere alla televisione (guardo leggendo) la sera del 13, Studio Universal - un canale di Sky, che trasmette spesso vecchi film - ha però offerto un'opera che appartiene, per me, alla categoria “cult”: La vita è meravigliosa, di Frank Capra con James Stewart.
La mia “scoperta” di Frank Capra avvenne grazie ad una delle vecchie serie della televisione di stato, ancora in regime di monopolio, ancora in bianco e nero, quindi doveva essere intorno al 1970, intitolata: Frank Capra, un ottimista a Hollywood.
E, in sequenza settimanale, vennero trasmessi film del calibro di “Accadde una notte”, “La vita è meravigliosa”, “Mr. Smith va a Washington”, “L’eterna illusione”, “E’ arrivata la felicità” e credo, ma qui non sono sicuro di non averli visti in altre circostanze, “Lo Stato dell’Unione” e “Arsenico e vecchi merletti”.
Tutti film briosi, ottimisti con un immancabile happy end.
In particolare “La vita è meravigliosa”, con una strepitosa interpretazione di James Stewart, che nell’ottimismo generale, nella leggerezza della trama, alla parola “fine” lascia un senso di soddisfazione nello spettatore, coinvolto nella vicenda ed impossibilitato a parteggiare se non per George Bailey.
E’ la vittoria del Bene contro il Male.
E’ un invito a guardare con ottimismo al futuro proprio e della propria comunità.
Un messaggio (il film è del 1946) lanciato al termine di una tremenda guerra mondiale e all’inizio di quella che si può chiamare la terza guerra mondiale, la guerra fredda tra il Mondo Libero e quello comunista.
Eppure Frank Capra era riuscito, in quel periodo terribile che comprendeva la seconda guerra mondiale, a dare fiducia nel destino e nel futuro dei singoli e delle comunità.
Oggi, in una situazione ben più agevole, dove il benessere è consolidato, vediamo invece che siamo bombardati da interessati messaggi tendenti a creare pessimismo.
Vediamo il leader dell’opposizione candidarsi a Palazzo Chigi con uno sguardo perennemente truce come se gli fosse appena morto il gatto.
Vediamo i suoi sodali presentarsi in televisione senza lo straccio di un sorriso.
Ma quale futuro potranno mai prepararci persone sempre così tristi ?
E’ probabile che la vita possa sorridere a chi sorride alla vita.
Forse questo è il messaggio più importante che un film di puro intrattenimento può offrire.
Ed un insegnamento, per chi lo sa cogliere, anche in chiave di attualità … italiana.

Qualcuno si stupirà di un post leggero invece di un commento sul dibattito tra Silvio Berlusconi e Romani Prodi.
Ma oggi la Rete sarà piena di commenti di ogni genere e andando su Tocqueville o su B4CdL si possono trovare approfondimenti adeguati.
Berlusconi ha comunque vinto, perchè concreto e ha potuto dire "ho fatto", ma scommettiamo che la "grande stampa" italiana innalzerà peana a Prodi che ha riempito il suo tempo di nulla ?

entra ne

14 marzo 2006

I poteri forti vogliono un governo debole

Se Marx pensava che tutto ruotasse attorno all’economia, aveva comunque sbagliato su “quale” economia fosse di riferimento.

Lui pensava all’economia di uno stato, in realtà l’economia attorno alla quale ruoterebbe il “tutto” è quella di quelle poche centinaia di super manager, grandi industriali (imprenditorialmente decaduti) e la loro ristretta cerchia di sodali.

E sono gli affari, non più “di famiglia” ma bensì “dei famigli” ad essere al centro dell’interesse di chi manovra stampa e politica.

Vediamo così che nel quinquennio di governo della sinistra sono state attuate le principali fusioni bancarie: Banca Intesa, Unicredit, San Paolo con i conseguenti benefit di una generazione di manager ( è sufficiente verificare una qualsiasi statistica anche solo sulle stock option fruite in Italia e vedere chi è che ha guadagnato e quanto) che abbiamo puntualmente ritrovato nelle cronache vuoi dei “salotti buoni”, vuoi delle primarie sinistre, vuoi nell’azionariato del Corriere della Sera che appoggia la sinistra, vuoi in ognuna di queste circostanza.

Così, nell’imminenza di elezioni che a sinistra pensavano già vinte (e se così fosse stato mai Mieli avrebbe sporcato l’immagine – apparente – di indipendenza del suo corriere) si è tornati a parlare di fusioni bancarie.

E chi c’è in mezzo ?

Banca Intesa di Bazoli e Passera, Capitalia di Geronzi e Arpe, Monte dei Paschi di … Fassino ?, Unicredit di Profumo.

Tutti nomi e insegne già ricorrenti in altrettante occasioni analoghe e che si sono messi disciplinatamente in fila, assieme ai no global che sabato hanno mostrato a Milano il vero volto della sinistra, per votare Prodi alle "primarie" della sinistra.

Come ha dimostrato la vicenda BPI/Antonveneta e Unipol/BNL, con i rispettivi fallimenti, e come hanno dimostrato le fusioni della fine anni novanta (Intesa, Unicredit) conta – e molto – avere un compiacente governo amico che possa rappresentare gli interessi dei “poteri forti”.

Cosa che, evidentemente, non è stato il Governo Berlusconi che ha fatto della neutralità la sua bandiera, portando per la prima volta lo Stato ad essere quel “terzo” non interessato se non a far rispettare le regole del gioco, interpretando correttamente una delle tante libertà sconosciute alla sinistra: la libertà di mercato.

Una collusione evidente tra finanza (di colore rosso marcio), grande industria (grande soprattutto per debiti e necessità si elargizioni pubbliche), lobbies corporative (giornalisti, magistratura, sindacati) che, tramite i loro ascari (boiardi di stato, funzionari di partito e delle vecchie partecipazioni statali) lanciano l'assalto alla diligenza del tesoro pubblico.

Da un lato per ottenere il via libera e le agevolazioni legislative necessarie per le operazioni di carattere finanziario non riuscite con il Governo Berlusconi, dall'altro per continuare, tra sovvenzioni e rottamazioni, elargizioni e privilegi, a sfruttare il lavoro di tanti per il piacere di una elite.

Così, i poteri forti amano i governi deboli da manipolare e condizionare ai propri fini e da qui discende l’appoggio fornito alla lista della sinistra, quella dei Caruso, dei Luxuria, dei Grillini, dei Diliberto "con le mani grondanti sangue" ma, soprattutto, dei Prodi che non hanno un partito, non hanno un seguito e sono prigionieri di tutte le varie componenti che hanno dovuto assemblare per poter, sulla carta, sperare di insediarsi a Palazzo Chigi.

E sono gli stessi motivi per cui un cittadino Italiano (con la "I" maiuscola) non può, a difesa della sua propria libertà di mercato, per evitare oligopoli, cartelli soffocanti e una economia dirigista finalizzata a perpetuare il potere dei soliti noti e basata sulla spremitura fiscale, che votare per il Centro Destra.


vai a

13 marzo 2006

Un Premier con gli attributi

Silvio Berlusconi ha dato il fatto suo all'acida Lucia Annunziata, versione femminile di Michele Santoro.
Nel corso di una intervista (su RAI3 !!!) la giornalista comunista, già direttore di Telekabul nonchè fallimentare presidente Rai "di garanzia" (ma solo per la sinistra), ha preteso di interrompere in continuazione il Premier mentre illustrava le realizzazioni del suo Governo.
Una tattica che è propria dei Santoro, ma che alla Annunziata è andata male, malissimo.
Berlusconi l'ha prima avvisata: "Lei deve farmi la cortesia di lasciarmi rispondere, sennò mi alzo e me ne vado. E questa cosa rimane come una macchia nella sua carriera professionale. Lei mi ha fatto delle domande e mi lasci rispondere", quindi, davanti all'insolente maleducazione di chi insisteva nell'interromperlo mentre parlava, ha salutato e se n'è andato: "Lei ha dei pregiudizi nei miei confronti, per questo vado via. Dovrebbe provare un po' di vergogna" e ancora "Io la saluto, complimenti: lei ha dimostrato come si comporta una persona che sta a sinistra e ha dei pregiudizi".
E cosa ha saputo rispondere la giornalista comunista ?
"Lei non sa trattare con i giornalisti". Tutto qui.
Come se ci si dovesse rivolgere loro come ad una casta sacra, come a delle divinità.
Qualcuno ricorderà lo scontro tra Antonio Socci e la comunista Giovanna Melandri, dove il primo fu crocefisso per aver richiesto una risposta alla seconda che, invece, pur adottando lo stesso comportamento di Berlusconi oggi, fu santificata dagli stessi che, oggi, criticano la dimostrazione di serietà del Premier.
Non solo, ma Socci fu penalizzato per aver richiesto una risposta, mentre, se la sinistra vincesse le elezioni, l'Annunziata verrebbe premiata per aver impedito a Berlusconi di dare una risposta ad una sua specifica domanda.
Due pesi e due misure, come al solito a sinistra.
Ma perchè l'Annunziata ha ricercato e meritatamente subito un simile autogoal ?
Perchè l'evidente strategia della sinistra è imbavagliare il Premier perchè non possa esporre le opere del Governo e rimanga solo la percezione costruita dalle menzogne di una stampa che, gettata la maschera, lavora apertamente per la sinistra, dopo averlo fatto occultamente per 5 anni.
Prima la par condicio, quindi i capricci di Prodi sul confronto che si farà ma con due candidati imbalsamati, praticamente imbrigliando ogni confronto reale (neanche nella prima repubblica c'era un simile regolamento asfissiante), quindi impedendo a Berlusconi di concludere un discorso, interrompendolo ogniqualvolta rischiasse di essere troppo efficace.
La tattica adottata dall'Annunziata.
Dalle strade messe a soqquadro di Milano, agli studi di RAI3: due facce di una stessa medaglia, la sinistra.

11 marzo 2006

L'album di famiglia di Prodi


Milano 11 marzo 2006

Padova 4 marzo 2006

Bertinotti, Caruso, Guadagno.

gay pride

Milano 11 marzo 2006

Il mio endorsement



Se Paolo Mieli ha interpretato la “voce dei padroni”, dando l’indicazione di voto tramite il Corriere della Sera, perché non posso, con evidente maggiore autorevolezza, fornire il mio personalissimo e per nulla eterodiretto endorsement ?
A 30 giorni esatti dal 9 aprile il panorama è ormai chiaro: da un lato la sinistra con i suoi Grillini, Luxuria, Caruso e Diliberto “con le mani grondanti sangue”, degna corona per Prodi da Scandiano, dall’altra il Centro Destra di Berlusconi, Fini, Bossi, Casini e Mussolini.
La scelta di un buon Italiano (“I” maiuscola) non può che essere per il Centro Destra unico che abbia a cuore gli interessi nazionali, li sappia tutelare e rappresentare senza sudditanze di alcun genere e senza trasformare l’Italia nel lacchè di Francia e Germania.
A ben vedere con gli italiani (“i” minuscola) che voteranno a sinistra l’unica comunanza sta nel fatto di essere obbligati a sopportarli, convivendo sullo stesso territorio e ad avere quella indicazione - “cittadinanza italiana” - uguale nei documenti di identità.
A vedere ancora meglio quelli non sono né Italiani, né italiani, perché furono sovietici, cinesi, saddamiti, e sono tuttora cubani, palestinesi, europei, iraniani, tutto, cioè, fuorché I/italiani.
Così il nostro benevolo sguardo alla ricerca dell’endorsement elettorale si posa, unicamente, sul Centro Destra e, escludendo le formazioni minori, che spesso hanno solo un diritto di tribuna all’interno di Forza Italia, nonché l’alleanza nostalgica tra la DC di Rotondi e il PSI di De Michelis, restringiamo la ricerca ai cinque maggiori partiti:

Forza Italia di Silvio Berlusconi
Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini
Lega Nord-Movimento per l’ Autonomia di Umberto Bossi
Unione di Centro di Pierferdinando Casini
Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini.

Una scelta completa che può accontentare tutti i gusti.
Per i miei gusti, provvedo subito a scartare il partito di Casini, anche questo troppo nostalgico di un’epoca inciucista e perché lo ritengo responsabile di molte perdite di consenso, con i suoi bastoni messi tra le ruote dell’azione di Governo di Berlusconi ad opera soprattutto dell’ex segretario Follini.
Il secondo che scarto è, con grande tristezza, il mio ex partito: Alleanza Nazionale perché si è messa nelle mani di un Fini che, dal momento in cui ha proposto il voto agli immigrati, non è più riuscito a darmi fiducia.
Prima, appunto, il voto agli immigrati, poi la conversione ad “u” su Mussolini statista, quindi il voltafaccia sui referendum sulla procreazione assistita, poi la genuflessione in moschea per chiedere scusa se in Italia c’è ancora libertà di satira.
Fini e Casini, inoltre, scontano ai miei occhi l'indicazione di voto di Paolo Mieli che ai suoi lettori che proprio non ce la fanno a votare a sinistra ha suggerito di votare Fini o Casini per una destra più gradita alla sinistra: ecchè, anche una Destra di gradimento della sinistra dobbiamo vedere ?
Non è che Fini e Casini, se sono così benvoluto dai nostri nemici, hanno sbagliato qualcosa ?
Quindi meglio non votarli.
Fermo restando che anche gli “scartati” sono pur sempre meglio del miglior partito (ma c’è ?) della sinistra, veniamo al mio personalissimo podio.
Ho già avuto modo di indicare quale sarebbe il mio partito ideale:

con le radici di Alleanza Nazionale (nel podio rappresentate da Alternativa Sociale), con le idee che attualmente professa la Lega Nord soprattutto in tema di giustizia, ordine pubblico, sicurezza, immigrazione e rapporti con l’islam e con un Leader come Berlusconi.

Questo partito, purtroppo, ancora non c’è, allora devo scegliere le radici, oppure le idee, oppure il leader.
E’ una scelta difficile, una scelta che nei prossimi trenta giorni potrà subire, a seconda della evoluzione della campagna elettorale, anche dei cambiamenti, quindi il mio endorsement è rebus sic stantibus.
Fino a qualche tempo fa, avrei scelto il leader: Berlusconi, poi, fermo restando che il Cavaliere è e resta il miglior Statista che abbiamo in Italia, ho valutato alcune (tre) sue performance non in linea con quello che vorrei fosse il “mio” Leader.
Non ha preso le difese di Calderoli, mostrandosi troppo remissivo verso l’aggressività violenta dei musulmani.
Ha rinunciato all’udienza dal papa e alla conferenza stampa di fine legislatura, con motivazioni sicuramente meditate e valide, ma che a me, che considero la sinistra e i sinistri come alieni con i quali non è possibile dialogare e dai quali non dobbiamo farci condizionare in alcun modo, è dispiaciuto.
Così ho ritenuto che a Forza Italia, partito del Leader del Centro Destra, dovessi assegnare la “medaglia di bronzo” nel mio personale endorsement, e questo per favorire una maggiore leadership di Berlusconi nel prossimo mandato, rafforzando quegli elementi che possono caratterizzare in modo più netto la Casa delle Libertà, dando più forza al Premier anche su temi scottanti come il rapporto con l’islam e la chiusura alla sinistra, riequilibrando i rapporti di forza all’interno del Centro Destra.
E questo lo si ottiene, a mio parere con i partiti restanti della Coalizione, maggiormente identitari e, per tale motivo, maggiormente caratterizzanti una Italia ideale nella quale posso riconoscermi.
Siamo dunque arrivati alla scelta decisiva per i gradini più alti del podio.
Scelta comunque dolorosa, sennonché … per sopraggiunti limiti di età, sono elettore del Senato e, quindi, ho l’opportunità di utilizzare il “voto disgiunto”, sempre all’interno della Casa delle Libertà, per dare il mio consenso ai due partiti che considero maggiormente rappresentativi delle mie idee.
Così, anche tenendo conto delle specifiche caratteristiche delle due elezioni una scheda andrà alla Lega Nord e una ad Alternativa Sociale che, pertanto, a pari merito, ottengono il mio personalissimo endorsement.
Ma quale scheda per l’una e quale per l’altra ?
La nuova legge elettorale prevede quorum calcolati in modo diverso a seconda che si tratti della Camera o del Senato.
Alla Camera, fermo restando che i voti di tutti i partiti della Coalizione contribuiscono, tutti, a dare la vittoria ed a conseguire il premio di maggioranza che garantisce stabilità, il collegio è nazionale ed è su base nazionale che si calcolano i quorum minori per la rappresentanza.
In questo caso il raggiungimento del 2% che consente di partecipare alla ripartizione dei seggi.
Per il Senato, fermo tutto il resto, il collegio è regionale.
E quindi la risposta diventa automatica: la Lega Nord supererà sicuramente il 2% alla Camera a livello nazionale e per il Senato nella mia regione, mentre Alternativa Sociale è impegnata nel raggiungimento di questo quorum alla Camera (livello nazionale) ma sicuramente non lo raggiungerà al Senato nella regione in cui voto io.
Così il mio voto alla Camera andrà ad Alternativa Sociale e quello per il Senato alla Lega Nord, tanto più che alla Camera è capolista Alessandra Mussolini per Alternativa Sociale e al Senato, per la Lega Nord, Roberto Calderoli che merita un riconoscimento dopo essersi posto in prima linea, con la sua t shirt, nella battaglia per le nostre radici.
Il mio endorsement, dunque è:

Camera: Alternativa Sociale
Senato: Lega Nord
.

Questo a 30 giorni dal voto, rebus sic stantibus

UPDATE Il post che precede lo avevo scritto il 9 marzo e parcheggiato per questo sabato.
Nel frattempo Alessandra Mussolini ha partecipato a "Porta a porta" e, alle solite liturgie di Wladimiro Guadagno detto "Luxuria", candidato nella coalizione di sinistra che sostiene Prodi, ha risposto "nei denti": meglio Fascista che frocio.
Se ce ne fosse stato bisogno, ecco una motivazione in più per dare il mio endorsement per la Camera ad Alternativa Sociale .
Grazie Alessandra, per aver detto quel che in tanti pensiamo !


10 marzo 2006

La verità sulle bugie sinistre


Con Libero dell’8 marzo era in edicola un bel saggio – verità scritto a quattro mani da Vittorio Feltri e Renato Brunetta, dal titolo significativo: “Tutte le balle su Berlusconi”.
Con soli 1,80 euro in più sulla copia del quotidiano, si può avere un riassunto delle bugie che la sinistra, con il traino di quei giornali finto-indipendenti ma schieratissimi con i Caruso e Luxuria, Diliberto e Bertinotti, Bindi e Prodi, ha propinato sui cinque anni di Governo Berlusconi.
Grafici, dati statistici e una ricca appendice di riferimenti che fanno strame dei luoghi comuni fatti passare, solo perché pubblicati da quotidiani una volta autorevoli e liberi, come verità, mentre sono solo menzogne.
Un piccolo campionario si evince dall’indice.
1) Siamo tutti precari? Bugia ! Ecco che vengono riportati i dati della crescita occupazionale e della parallela riduzione della disoccupazione, mentre in Francia e Germania i dati sono esattamente opposti.
2) Siamo tutti più poveri ? Bugia ! Esemplificativa la tabella a pagina 35.
3) Macelleria sociale ? Bugia ! In appena 18 pagine /48-66) vengono riportate le menzognere affermazioni della sinistra e la realtà dei dati che la smentisce.
4) Mezzogiorno di fuoco ? Bugia ! Qui bastano 13 pagine (68-80) per riportare la concreta realtà che vede il Sud d’Italia niente affatto abbandonato, anzi agevolato nell’utilizzare i finanziamenti messi a disposizione e questa volta senza penalizzare il nostro Settentrione.
5) Sale la pressione fiscale ? Bugia, colossale bugia ! Smascherata in appena 15 pagine con la “ciliegina” della tabella finale a pagina 97.
6) Ingiustizia è fatta ? Bugia ! In altrettanti sottocapitoli vengono esaminate le leggi sulla giustizia che l’hanno resa più vicina ai cittadini, che ora sono più garantiti dagli abusi e dalle lungaggini procedurali; che hanno cominciato ad intaccare antichi e iniqui privilegi di cui godevano i magistrati; che hanno consentito ai cittadini di difendersi meglio e a parità di condizione non solo dai criminali, ma anche dalla lex,dura lex che era applicata o interpretata a secondo delle convenienze.
7) Legge truffa elettorale ? Bugia ! Si garantisce la governabilità e la rappresentanza, cosa che il Mattarellum non consentiva, avendo anche dato la possibilità nel 1996 alla sinistra di governare senza maggioranza popolare.
8) Scuola pubblica svenduta ? Bugia ! I numeri parlano chiaro sulle risorse investite e sono puntualmente riportati da pagina 155.
9) Cattedrali (Grandi Opere) nel deserto ? Bugia ! Il Contratto con gli Italiani prevedeva il 40% di cantieri aperti in 5 anni. Sono il 45,3%. Contratto rispettato al 100%. A ben vedere l’unica “grande opera”, finanziata anche con i soldi dell’europa e che aveva già tutto pronto per partire, ma non è partita è la metropolitana di Bologna, ma solo perché la sinistra, che nel 2004 è tornata al potere nel capoluogo emiliano, ha voluto cambiare il progetto approvato e ha così perso tutti soldi, dovendo ricominciare l’iter da capo.
10) In Iraq servi degli Americani ? Bugia ! Siamo in Iraq con le nostre idee e con le nostre opere di pacificazione e chi scrive ritiene che siamo anche troppo autonomi dagli Americani, come dimostra la vicenda delle trattative per liberare gli ostaggi, mentre la politica che qui si ritiene corretta è quella adottata dagli Americani: nessuna trattativa con i terroristi.
11) Devolution/dissolution ? Bugia ! La riforma costituzionale consentirà, finalmente, ai cittadini di controllare più da vicino gli amministratori locali che non avranno alcun alibi nè potranno più scaricare le loro incapacità sul governo centrale. La stessa riforma, inoltre, rafforzando il potere del Premier darà più incisività e coesione all’azione di governo e, unita alla riforma elettorale, maggiore stabilità negli anni.
12) Trionfa la criminalità ? Bugia ! Basta la tabella di pagina 197 per dimostrare come l’azione del governo sia stata efficace più di quella della sinistra al governo nel 1996-2001.
13) Occupazione della televisione ? Bugia ! Anche la riforma delle comunicazioni è servita a svecchiare una situazione ingessata, aprendo nuove bande e dando la possibilità a più operatori di entrare nel mercato televisivo.
248 pagine ricche di dati, numeri reali (non percezioni) e citazioni che forniscono la misura del successo dell’azione del Governo Berlusconi, un successo negato e occultato da gran parte dei mezzi di informazione e, con l’outing del Corriere della Sera, adesso sappiamo anche il perché.
Ecco perché il pamphlet di Feltri e Brunetta è consigliabile, da comprare e da regalare agli amici, e sarà nuovamente in edicola, arricchito con l’intervento del Premier Berlusconi al Congresso USA, dal prossimo 14 marzo, con Libero .